domenica 23 settembre 2012

Piacenza. Il TAR sospende la caccia la cinghiale


In settimana il TAR di Parma ha accolto una richiesta di sospensiva urgente dell’attività venatoria al cinghiale in provincia di Piacenza, in quanto avviata in anticipo rispetto alla data del primo ottobre fissata dalla Legge nazionale. La decisione, presa senza aver dato alla Provincia la possibilità di chiarire le motivazioni della scelta effettuata nel calendario venatorio, coglie l’Amministrazione di sorpresa in quanto costringe, a stagione avviata, a fermare le braccate al cinghiale per i tre giorni di caccia rimanenti nel mese di settembre. Le decisione, si precisa, non intacca il resto dell’attività venatoria, che proseguirà normalmente, così come riprenderà normalmente la caccia al cinghiale nel mese di ottobre.
La Provincia rivendica la validità delle proprie scelte, sia per le motivazioni tecniche con cui ha suffragato la decisione di anticipare l’apertura della caccia al cinghiale, sia per il percorso formale scelto, che utilizza la possibilità che la legge comunque concede all’ente di rimodulare a livello locale le scadenze fissate dalla norma nazionale. “Ci siamo preoccupati - ha sottolineato l’assessore provinciale all’Agricoltura Filippo Pozzi - dell’eccessiva pressione venatoria nei confronti delle altre specie stanziali, più delicate dal punto di vista conservazionistico, e della necessità di controllo della popolazione di cinghiali per evitare un impatto eccessivo sulle attività agricole. Veniamo da un’annata particolarmente difficile, in cui anche i danni della specie sull’agricoltura sono stati più ingenti. L’anticipo della stagione venatoria (a cui seguiva anche l’anticipo della chiusura) avrebbe consentito di intervenire in modo più efficace e tempestivo sugli animali responsabili di danni, alleviando le sofferenze degli agricoltori. La Provincia comunque si impegna a garantire una puntuale attuazione del piano di controllo della specie ed invita gli Ambiti Territoriali di Caccia a continuare nel presidio del territorio organizzando gli interventi di contenimento, laddove necessario. Coerentemente con quanto sopra esposto la Provincia valuterà le azioni da intraprendere nei prossimi giorni per dimostrare la fondatezza della propria posizione”.
LEGAMBIENTE, LIPU e WWF: Attuare forme di caccia diverse
l ricorso al Tar di Parma presentato dall’associazione vittime della caccia e da Animal liberation , a livello nazionale, contro l'apertura anticipata della caccia al cinghiale a settembre e la concessione della sospensiva non ci lascia affatto sorpresi.
Da anni infatti a Piacenza la caccia al cinghiale a squadre è autorizzata da settembre, nonostante la legge nazionale e regionale preveda l’inizio dal primo di ottobre. Quest’anno Ispra ha dato parere negativo all’anticipo ma nonostante questo la Provincia ha comunque mantenuto l’inizio al 16\9 motivandola con la necessità di ridurre sia la pressione venatoria su altre specie come la lepre sia il ricorso ad interventi di controllo al di fuori della stagione venatoria, prestando il fianco al ricorso.
Dal momento che in provincia esiste un serio problema di gestione di questa specie, speriamo che questo ricorso possa essere di stimolo a Provincia, alle associazioni venatorie ed agli Agricoltori per affrontarlo seriamente una volte per tutte, come da anni stiamo chiedendo, inascoltati. Potrebbe essere inoltre questa l occasione per deliberare finalmente il regolamento sulla caccia al cinghiale che giace da anni nei cassetti dell ufficio dell'assessore Pozzi.
E’ un dato di fatto che da anni a Piacenza, nonostante la presenza di oltre 25 squadre per più di un migliaio di cacciatori, a caccia da metà settembre a dicembre ed infiniti interventi in squadra da piani di controllo per tutto l’anno in tutta la provincia, anche nelle aree vietate alla caccia, il problema dei danni alle coltivazioni ed alla biodiversità da cinghiale aumenta invece di diminuire ed il numero anche, segnale chiaro che la gestione della specie affidata ormai quasi interamente alle squadre che praticano solo la caccia in battuta non risulta efficace.
Come associazioni riconosciamo sia le preoccupazioni degli agricoltori sia i gravi danni per l’ambiente che questi animali, spesso incrociati con i maiali ed immessi per scopi venatori, creano e proprio per questo chiediamo che finalmente si comincino ad attuare a Piacenza forme di caccia diverse, come la girata ad esempio, meno impattanti per la sicurezza pubblica e certamente più mirate ad una reale riduzione del numero degli animali,soprattutto nelle aree ad alta densità abitativa ed agricola.
Esiste ormai una vasta letteratura sulle tipologie di caccia più o meno idonee per un reale controllo della specie e sarebbe ora di applicarle seriamente, smettendo di lasciare mano libera a chi non ha alcun interesse reale a veder diminuire il numero degli animali da cacciare.
Indipendentemente dall'esito del ricorso crediamo che un serio confronto tra le parti sia sempre più necessario.

Legambiente, LIPU e WWF Piacenza

Fonte: piacenzasera.it del 23 settembre 2012

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