Gli animali superstiti della siccità sono condannati dalla preapertura della caccia, dai grossi cani da caccia di cacciatori totalmente insensibili alla conservazione della natura e da amministratori regionali che agiscono sotto la costante dettatura della lobby venatoria.
Il 17 agosto ho scritto una lettera al Presidente della Giunta Veneta Luca Zaia, all’Assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato e all’Assessore alla Protezione civile e alla caccia Daniele Stival. Avevo fatto presente che domenica scorsa, con l’apertura della stagione dell’allenamento dei cani da caccia si sarebbe dato il via a un’autentica strage: mammiferi e uccelli hanno ancora cuccioli e pulcini dipendenti dai genitori e gli animali in questo momento sono stremati dal caldo torrido e dalla siccità che ha investito il Veneto.
Nonostante l’appello la stagione è iniziata: gli animali sono perseguitati, rincorsi da grossi cani da caccia e dai cacciatori, senza acqua e senza cibo, perché anche gli insetti, le bacche e i semi, in questo momento scarseggiano. Gli uccelli fanno fatica anche a volare e scappare dai cani e dai cacciatori perché sono stremati, assetati, stressati. Quindi non manca solo l’acqua ma anche il cibo.
Eppure, gli amministratori veneti non fanno retromarcia e tra poco arriverà addirittura l’apertura anticipata della caccia, cosiddetta preapertura fissata in Veneto al primo settembre. Questo comportamento irrazionale e irresponsabile è la dimostrazione che la figura del cacciatore amante della natura e protettore dell’ambiente è puramente virtuale. È l’invenzione di una lobby che vuole continuare a esercitare i propri privilegi. Di fronte agli animali selvatici, stremati e morenti, dimostrano pura e totale insensibilità, menefreghismo allo stato puro. Il tutto con l’aggravante che esistono centinaia di areeappositamente previste dai Piani Faunistico Venatori dove i cacciatori potrebbero allenare i propri cani da caccia senza fare danni. Le associazioni venatorie si riempiono sempre la bocca di parole come dialogo e disponibilità a sentire le varie campane, ma nei fatti puntano solo a fare tessere e a fregarsene anche degli autorevoli pareri dell’ISPRA.
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) quest’anno, in tempi non sospetti per quanto riguarda la siccità, aveva scritto alla Regione Veneto che l’addestramento dei cani da caccia in agosto non si può fare perché ci sono troppi animali da svezzare che sono ancora dipendenti dai genitori. L’ISPRA lo aveva prescritto in una situazione di normalità, figuriamoci ora con mesi di assenza totale d’acqua e caldo torrido.
La Regione Veneto nelle figure del Governatore Zaia, dell’Assessore Manzato e dell’Assessore Stival non si sono nemmeno degnati di rispondere alla mia richiesta supportata dal parere espresso dalla circolare dell’ISPRA. Sono troppo abituati a scrivere le leggi sulla caccia sotto dettatura della lobby venatoria fregandosene delle leggi comunitarie, dei pareri tecnico-scientifici degli istituti competenti statali, della volontà dei cittadini da essere ormai diventati totalmente sordi. Lo dimostrano 10 anni di caccia in deroga ad uccelli protetti e ormai sempre più rari, con le relative continue violazioni della Direttiva “Uccelli”, sfociate nella sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea del novembre del 2010. Se dimostreranno di voler violare fino in fondo la Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE, che consente la caccia solo se questa non contrasta con la conservazione della fauna selvatica e la vieta per le specie con prole o ancora dipendenti dai genitori e non faranno la retromarcia che gli impone la legge, sarò costretto a denunciare il tutto alla Commissione Europea.
L’Europa ha già troppi conti aperti con il Veneto, ormai considerato a livello europeo una delle regioni "canaglia" (Dall’inglese “Rogue Region”) in tema di violazioni ala Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE.
Andrea Zanoni
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