sabato 25 agosto 2012

Apertura della caccia con la siccità: l’ISPRA dà ragione a Zanoni


Comunicato stampa del 24 agosto 2012

Apertura della caccia con la siccità: l’ISPRA dà ragione a Zanoni

La stagione venatoria è alle porte, l’addestramento dei cani da caccia è iniziato domenica e il primo settembre c’è la preapertura della caccia. L’Eurodeputato IdV Andrea Zanoni ha affermato: «La Regione rimane sorda alle sofferenze della fauna selvatica, stremata dalla siccità. È un vero e proprio massacro. L’Ispra in risposta ad un mio quesito conferma in modo perentorio il grave danno dell’addestramento cani e della preapertura della caccia»
Il 17 agosto, Andrea Zanoni, Eurodeputato Idv e vice Presidente dell’intergruppo per il Benessere degli animali al Parlamento Europeo, aveva scritto al presidente della Giunta Luca Zaia, all’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato e all’Assessore alla Protezione civile e alla caccia Daniele Stival, affinché la Regione rimandasse la stagione dell’addestramento dei cani da caccia, iniziata invece domenica scorsa. Aveva chiesto, inoltre, di evitare la preapertura della stagione venatoria, fissata per il primo settembre e di posticipare l’apertura generale della caccia prevista il 16 settembre.
Le misure di restrizione all’attività venatoria sono necessarie, per l’Onorevole Zanoni, vista la drammatica situazione climatica e ambientale. La stessa Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE consente l’attività di caccia solo se non danneggia le popolazioni di uccelli selvatici e la Regione, secondo la legge Regionale sulla caccia 50/1993, può vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali e climatiche. Ad avvalorare ora la richiesta di misure cautelative dell’Europarlamentare Zanoni è arrivata la risposta dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) ad un suo preciso quesito datata 23 agosto 2012 ed avente per oggetto “Limitazioni dell’attività venatoria in relazione alla situazione climatica esistente”.


Nel parere dell’istituto tecnico scientifico riconosciuto dallo Stato e previsto dalla legge 157, si legge che il perdurare di condizioni climatiche estreme fa sì che lo stato fisico degli individui appartenenti alle specie selvatiche dei mammiferi e degli uccelli sia peggiore rispetto alle annate normali in quanto sottoposti ad un enorme stress fisico. Alla forte siccità e alle temperature assai elevate, si è aggiunta la totale e prolungata mancanza di rugiada notturna che rappresenta normalmente un’importante fonte idrica per la fauna. La situazione che si è creata rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie. Il maggior dispendio energetico per raggiungere le fonti idriche ridotte e fortemente disperse riduce il successo riproduttivo e aumenta la mortalità di giovani e adulti, in quanto maggiormente esposti al rischio di contrarre malattie e di essere predati.

Alla siccità si aggiunge l’estrema difficoltà di alimentarsi per la riduzione di bacche, semi e insetti. Gli animali erbivori incontrano problemi a nutrirsi quando scarseggia l’acqua che è in grado anche di compensare il basso tenore idrico presente nei tessuti vegetali in questa situazione critica.

Come se non bastasse, l’ISPRA sottolinea la sparizione di habitat legati agli ecosistemi acquatici, il prosciugamento delle zone paludose con il conseguente concentramento di uccelli in poche zone ancora allagate.

«In questo drammatico quadro ambientale - ha spiegato Zanoni - l’ISPRA ritiene necessario sospendere immediatamente la stagione di addestramento dei cani da caccia, purtroppo già iniziata. Per la caccia da appostamento, la crisi idrica secondo l’Istituto ne impone il divieto, perché può causare stragi di uccelli che si concentrano sui pochi luoghi con acqua. Il divieto è da ritenersi necessario soprattutto perché la caccia da appostamento è prevista per la preapertura al primo settembre, come ha deciso il Veneto per la tortora e altre specie. Per la caccia agli uccelli acquatici, vista la riduzione delle aree umide deve essere posticipata almeno all’inizio di ottobre per gli Anatidi e le altre specie palustri. Per le specie stanziali, inoltre, è necessario ridurre il periodo di caccia o limitare il carniere consentito. Infine, secondo l’ISPRA è opportuno aprire la stagione venatoria il primo ottobre e non il 16 settembre. Ho trasmesso subito questo parere alla Regione sperando che faccia prevalere una volta tanto gli interessi di conservazione della fauna selvatica su quelli di una sparuta minoranza, i cacciatori, totalmente insensibile allo stato disastroso in cui si trova oggi la fauna selvatica».

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
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