Terza censura in pochi anni per la Regione Lombardia da parte della Corte Costituzionale sul tema della cattura di uccelli selvatici con uso di reti, in impianti autorizzati, per rifornire i cacciatori di richiami vivi per l'esercizio venatorio da appostamento ai migratori.
E' stata depositata il 27 giugno scorso la Sentenza n. 160 della Corte Costituzionale che dichiara incostituzionale la legge regionale n. 16 del 26/9/2011, recante il piano di cattura dei richiami vivi per rifornire gli appostamenti di caccia ai migratori.
Oggetto della censura è l'utilizzo del meccanismo della "legge-provevdimento": in pratica si contesta l'escamotage di varare, anziché un provvedimento amministrativo, una legge regionale per blindare l'atto da possibili ricorsi al TAR.
Ma in tal modo, era la motivazione (accolta) del Governo che era ricorso alla Consulta, si impedisce al Governo stesso di poter annullare atti amministrativi che esorbitino dai poteri delle Regioni e contrastino con la Direttiva UE del '79 sulla tutela dell'avifauna (ad esempio sul tema della "piccola quantità" delle specie sfruttabili in deroga con mezzi normalmente vietati).
Dopo il ricorso del Governo il Consiglio Regionale Lombardo aveva abrogato la legge contestata, ma il Giudizio presso la Corte Costituzionale è comunque proseguito, essendovi state due precedenti sentenze per analoghi approvvigionamenti di richiami vivi legiferati sempre dalla Lombardia e già sanzionate con le sentenze 266/2010 e 190/2011.
Pirellone dunque "recidivo" e nuovamente bacchettato, afferma la Lega Abolizione Caccia.
La legge regionale censurata l'altro ieri prevedeva la cattura con reti in impianti provinciali di 47.000 uccelli da utilizzare come richiami vivi, di cui 1.647 allodole, 9.855 cesene, 5.435 merli, 21.230 tordi bottacci e 8.833 tordi sasselli.
Testo integrale della sentenza 160/2012 della C.C. :
http://www.cortecostituzionale.it/schedaUltimoDeposito.do;jsessionid=7F813AA273DDF77942D8A04FDAF9B119
Fonte: LAC comunicato stampa del 28 giugno 2012
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