BOLZANO. Tra pochi giorni sarà licenziato perché è stato sorpreso ad andare a caccia mentre era in malattia. La notizia è trapelata nelle scorse ore ed è stata confermata dal direttore della ripartizione personale della Provincia Engelbert Schaller, che - essendo il procedimento disciplinare ancora in corso - preferisce aggiungere il meno possibile. «Lei cosa avrebbe fatto? Nei giorni scorsi c’è stata la prevista audizione del diretto interessato che sostanzialmente, pur fornendo alcune giustificazioni, ha confermato ogni addebito. Con ogni probabilità applicheremo la sanzione più grave, ovvero il licenziamento. E sono convinto che, questa volta, nessuno avrà nulla da ridire». Neppure i sindacati di categoria, probabilmente, che dopo la vicenda dei tre giardinieri comunali meranesi che hanno patteggiato in tutta fretta un anno e sei mesi per «assenteismo», stanno cercando soprattutto di contenere i danni.
La storia. Del dipendente provinciale in questione sappiamo che non è un dirigente e nemmeno un quadro. Con ogni probabilità si tratta di un operaio o di un impiegato con l’hobby della caccia che questa volta è stato tradito dal desiderio di imbracciare la doppietta nei boschi vicino a casa, in una valle vicina a Bolzano. Il dipendente fannullone pare sia andato dal medico per un problema fisico - c’è chi sostiene si trattasse di un forte dolore agli arti inferiori e chi invece scommette su un mal di schiena cronico - e ha ottenuto, come da copione, un regolare certificato medico che gli consentiva di stare a casa dal lavoro. Fin qui, nessun problema. Nel senso che anche i colleghi e i dirigenti dell’ufficio per cui lavora - non è ancora trapelata la ripartizione alla quale appartiene - si sono limitati a prendere atto dell’assenza per malattia.
La segnalazione. La sfortuna del cacciatore provetto in forza all’amministrazione provinciale è stata che un solerte (quasi troppo) vicino di casa, al quale non stava simpatico, lo avrebbe visto inoltrarsi nel bosco con l’abituale tenuta da caccia. Sapendo che era in malattia ha provveduto ad avvisare la Provincia, ma senza fornire nome e cognome. «Molte segnalazioni - ammette il direttore della ripartizione personale Schaller - sono anonime. In questo caso abbiamo disposto una serie di verifiche che ci hanno consentito di avere conferma che il dipendente in questione andava effettivamente a caccia mentre era in malattia. Di qui la decisione di aprire un procedimento disciplinare che, salvo clamorose sorprese, dovrebbe portare appunto al licenziamento».
I precedenti. Non si tratta, peraltro, della regola ma dell’eccezione. A confermarlo sono le cifre. Nel 2009 i dipendenti provinciali licenziati sono stati 5, nel 2010 a perdere il posto sono stati solamente in 2, mentre nel 2011 siamo saliti a 3. L’ultimo dato del 2012 risale al 31 ottobre: in dieci mesi a perdere il posto sono state due persone. Nel 2013, cacciatore compreso, dovremmo arrivare a due.
Fonte:altoadige.it del 13 aprile 2013
Nessun commento:
Posta un commento