Ravenna, 5 aprile 2015 - Il suono stridente e prolungato della sirena, per l’ennesima volta nella stessa giornata, gli ha fatto perdere le staffe. Così ha imbracciato la doppietta e ha fatto fuoco contro quello che riteneva la causa di quei continui falsi allarme: un gatto. L’animale, centrato dalla rosa dei pallini da caccia, è morto. L’episodio è avvenuto davanti agli occhi di testimoni, ma non solo: sono stati gli stessi carabinieri di Sant’Alberto, che erano intervenuti sul posto poco prima, quando l’allarme era già scattato una prima volta, ad avvertire a breve distanza il rumore dello sparo e a sorprendere il ‘giustiziere’, appena dopo, con la canna ancora fumante.
I MILITARI hanno così denunciato a piede libero per lo sparo e per uccisione di animali un 68enne finora incensurato, dirigente di un’azienda agricola del posto. E gli è stata inoltre sequestrata la doppietta con cui ha fatto fuoco, che deteneva regolarmente. A causa del procedimento aperto a suo carico, gli è stata per ora inibita la detenzione di altre armi.
Secondo quanto ricostruito, un primo intervento dei militari nella cooperativa agricola era avvenuto poco dopo le 20 quando l’allarme della struttura, collegato anche alla caserma, si è attivato. La pattuglia ha accertato sul posto che era tutto sotto controllo ed è tornata indietro. Ma verso le 21 l’allarme è scattato di nuovo. I carabinieri sono ripartiti per l’azienda agricola e, quando erano ormai arrivati, hanno sentito uno sparo: era presumibilmente quello appena esploso dalla doppietta del dirigente, proprio davanti ad alcuni dipendenti e alla guardia giurata dello stabilimento.
Il gatto, morto sul colpo, è stato recuperato dai carabinieri. Il 68enne, che abitualmente dorme nella struttura, avrebbe poi ammesso di avere in effetti fatto fuoco perché la bestiola faceva continuamente scattare l’allarme dell’azienda. Secondo voci di paese, il giorno dopo avrebbe pure raccontato di quel gesto al bar. Resta da chiarire a chi appartenesse il felino ammazzato.
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