GEAPRESS – Le indagini del Corpo Forestale dello Stato di Parma erano iniziate lo scorso mese di novembre, a seguito di una denuncia conseguente all’avvelenamento di un cane. I sospetti degli inquirenti si erano subito concentrati nei confronti di un vicino di casa. A quanto sembra vi erano stati recenti screzi e forti motivi di tensione.
Su delega dell’Autorità Giudiziaria la Forestale ha così eseguito la perquisizione domiciliare che ha portato alla scoperta dell’antiparassitario contenente il principio attivo che poteva essere stato utilizzato per la preparazione dei bocconi avvelenati. Si trattava di una sostanza revocata dal mercato fin dal 2007, essendo molto pericolosa per l’ambiente. Nel corso della stessa perquisizione sono state inoltre rinvenute altre sostanze e prodotti antiparassitari non più consentiti dalla legge poiché anch’essi tossici.
Il soggetto indagato, riferisce il Corpo Forestale dello Stato, non è un coltivatore diretto e quindi la detenzione dei fitofarmaci, tra l’altro non più impiegabili perché fuorilegge, non poteva essere in alcun modo giustificata.
Gli inquirenti, oltre al materiale per il quale è stato subito disposto il sequestro, rinvenivano inoltre due pericolosissime confezioni di fiale di un un prodotto da tempo illegale a base di cianuro. Il depliant originale ancora allegato alle confezioni ben descrive la pericolosità e gli effetti ottenibili: “ è la più sicura ed efficace esca per lo sterminio di volpi, lupi e nocivi in genere … è un veleno ad effetto immediato e mortale, due gocce a contatto delle mucose provocano la morte immediata per paralisi del centro respiratorio… il contenuto di una fiala è sufficiente ad uccidere un animale anche di 150 chili“.
Il soggetto risultava essere un cacciatore iscritto regolarmente ad un ATC. Per questo motivo è stato sottoposto ad un controllo sulle armi che ha portato alla verifica di quelle legittimamente detenute e denunciate. Occultati nel garage di casa, sono però stati trovati cinque fucili abusivamente detenuti, armi clandestine ed alterate, migliaia di munizioni di svariati calibri tra le quali munizioni da guerra e quasi dieci chilogrammi di polvere da sparo. Il tutto non era denunciato.
Tra le armi sequestrate e illegalmente detenute figuravano diverse carabine calibro 22 assolutamente vietate per l’esercizio venatorio, ma anche puntatori laser, silenziatori ed un fucile pesantemente alterato con canna mozzata e puntatore laser. Il sospetto è pertanto che il cacciatore potesse essere non solo avvelenatore e sterminatore di fauna selvatica considerata “nociva” e di animali da compagnia, ma anche un temibile bracconiere in esercizio probabilmente da molti anni.
Al soggetto è stato successivamente revocato il porto d’armi con provvedimento della Prefettura U.T.G. di Parma.
Per le armi e le munizioni abusivamente detenute l’uomo è stato tratto immediatamente in arresto dai Forestali e successivamente, vista l’età e l’incensuratezza, la Procura ha disposto la riconduzione presso la propria abitazione.