martedì 31 dicembre 2013

Campolattaro (BN): Cacciatori in piena Oasi Wwf. Tre denunce

Due denunce a piede libero ed un foglio di via obbligatorio per l’esercizio dell’attività venatoria in una zona interdetta. Questo l'esito di un'operazione di controllo sul territorio del Corpo di Polizia provinciale di Benevento disposta dal Comandante Gabriella Mongillo. Su segnalazione dei Carabinieri della Tenenza di Cerreto Sannita, una pattuglia della Polizia provinciale ha effettuato una perlustrazione nell'area dell'Oasi del WWF di Campolattaro, ai confini della diga sul Tammaro, dove erano stati segnalati tre individui intenti a cacciare in quella fetta di territorio dove vige il divieto. Al termine della perlustrazione, gli uomini della Polizia Provinciale hanno individuato all'interno dell'Oasi due persone di tre armate di fucile da caccia. Accertata l’identità, tutti sono risultati provenienti da un Comune del napoletano. Per le persone armate è scattata la denuncia a piede libero all'Autorità Giudiziaria con il sequestro delle armi. Per il terzo, disarmato, la pattuglia ha provveduto all'accompagnamento presso la Caserma dei Carabinieri di Pontelandolfo: qui i militi dell'Arma, constatato che si trattava di un pregiudicato per reati specifici, ha emesso il foglio di via obbligatorio.

sabato 21 dicembre 2013

In Contrada Collalto a Pianella (Pe) residenti ostaggio dei cacciatori. Il WWF: si faccia rispettare l’ordinanza comunale di divieto di caccia

COMUNICATO STAMPA DEL 20 DICEMBRE 2013

In Contrada Collalto a Pianella (Pe) residenti ostaggio dei cacciatori
Il WWF: si faccia rispettare l’ordinanza comunale di divieto di caccia

In Contrada Collalto a Pianella (Pe) è in vigore una ordinanza comunale (la n. 63 del 2011) che sancisce “il divieto di caccia nella zona a tutela della pubblica incolumità, della quiete e dell’ordine pubblico”.
L’ordinanza, che sostituisce una precedente emessa nel 2008, è la diretta conseguenza delle svariate denunce dei residenti inoltrate in questi ultimi anni alle autorità competenti a causa dei continui spari dei cacciatori che in svariate occasioni hanno colpito anche le abitazioni della contrada.

L’ordinanza ricorda le diverse denunce depositare dai cittadini che lamentano la presenza di cacciatori che sparano a ridosso delle case e delle strade, nonché di provocazioni, minacce e intimidazioni rivolte agli stessi residenti di Contrada Collalto. I residenti hanno dovuto sostenere anche le spese per una perizia tecnica che evidenzia come l’area interdetta alla caccia dall’ordinanza comunale sia comunque già di fatto vietata all’esercizio venatorio in quanto mancano le distanze minime di sicurezza da fabbricati e abitazioni per poterla esercitare.

La cosa incredibile è che con l’ordinanza di divieto i residenti non hanno risolto i loro problemi! Anzi gli spari contro le abitazioni, le minacce e i danneggiamenti sono aumentati, come se alcuni cacciatori (auspichiamo che la maggioranza rispetti leggi e divieti) volessero dimostrare che nessuna autorità vuole o può intervenire per far rispettare il divieto.
Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo: “I residenti di Contrada Collalto hanno chiesto più volte alle autorità di intervenire per reprime le attività venatorie illecite ma finora nessuno è stato in grado di sanzionare i trasgressori. Sono addirittura i residenti stessi che devono farsi carico di apporre i paletti e le tabelle che indicano il divieto di caccia. Paletti e tabelle che puntualmente, con la riapertura della stagione venatoria, vengono impallinati o buttati a terra. Il WWF chiede a tutte le autorità preposte, a cominciare da Sindaco, Polizia Municipale, Polizia Provinciale, Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato di agire in modo da ripristinare la legalità e garantire la sicurezza dei cittadini di Contrada Collalto”.

venerdì 20 dicembre 2013

Pd, Moretti: "La caccia tiene in vita il territorio"

Pd, Moretti: "La caccia tiene in vita il territorio"


Ad un convegno sulla caccia l'ex portavoce di Bersani aizza i cacciatori: "Sparate perchè serve per tenere in vita e tutelare il nostro territorio"

"La caccia tiene in vita il territorio". Alessandra Moretti, l'ex portavoce di Pier Luigi Bersani, poi renziana, e ancora cuperliana e ora forse renziana, ha una passione per le armi. Evidentemente sulle colline piemontesi, la Moretti passeggia con il fucile in spalla cercando di trovare qualche povero cinghiale da impallinare con la sua "scopetta" (come direbberro in Sicilia). Così la Moretti durante un convegno della Federazione Italiana caccia, secondo alcune indiscrezioni raccontate da ilGiornale averbbe detto: "La caccia è uno dei modi di tenere vivo e tutelare il nostro territorio". Applausi a scena aperta. Insomma per tenere in vita il territorio basta ammazzare la fauna che popola i nostri boschi. Una soluzione elementare che ora entrerà nel programma di Renzi...

giovedì 19 dicembre 2013

Pontedera (PI). Il cinghiale lo carica mentre prende la mira: cacciatore si spara in faccia

Pontedera, 19 dicembre 2013 - UNA VERA mattinata di paura, quella che si è consumata ieri in localitàFosso Pavone, zona boschiva e di caccia nel Comune di Castelnuovo Valdicecina. Un cacciatore di 49 anni, residente nel piccolo borgo geotermico (G.B. le sue iniziali), intorno alle 9.30, ha prima preso la mira e sparato ad un cinghiale, ferendolo. Poi ha rivolto nuovamente il suo fucile verso l’animale per finirlo. Secondo la ricostruzione dell’incidente, il cinghiale ferito quasi a morte avrebbe tentato di caricare l’uomo che ha nuovamente sparato all’animale, stavolta uccidendolo.

IL CACCIATORE ha però perso l’equilibrio ed è caduto a terra, facendo partire inavvertitamente un colpo dal fucile. Le cartucce, arrivando sul suolo, hanno sbriciolato alcune pietre le cui schegge hanno colpito direttamente il cacciatore in pieno volto. Il 49enne, impaurito e con la faccia ricoperta di sangue, è riuscito comunque a lanciare via radio un disperato sos ad altri cacciatori che stavano battendo la stessa zona di caccia in quel momento.

I COMPAGNI di caccia hanno fatto immediatamente scattare l’allarme al 118 : sul posto è intervenuta l’ambulanza con medico a bordo di Castelnuovo Valdicecina, coadiuvata nei soccorsi da una squadra di vigili del fuoco di Saline, vista la zona piuttosto impervia, e dai carabinieri di Castelnuovo. L’uomo, che ha riportato diverse ferite al volto, è stato trasportato con l’elisoccorso fino all’ospedale di Cisanello.

lunedì 16 dicembre 2013

Stella (GE), durante battuta di caccia uccidono l'amico e nascondono il cadavere.

LORO giurano che è stato un incidente, che il colpo di fucile è partito per caso e che hanno nascosto il cadavere del loro amico perché avevano paura e che, sopraffatti dal rimorso, solo il giorno dopo hanno deciso di costituirsi alla polizia. È un mistero l'omicidio di Andrea Macciò, 45 anni, rappresentante di libri di Pegli, ammazzato in una villetta di Stella Fondo Corona, in provincia di Savona. Sono indagati due suoi amici, Alessio Scardino, 33 anni, rappresentate di vini, e Claudio Tognini, 36 anni, agente immobiliare: le accuse mosse dagli inquirenti sono omicidio e occultamento di cadavere. Sono ancora tanti i lati oscuri di questa vicenda, che la Squadra Mobile fino a ieri in tarda serata ha cercato di ricostruire in un lungo interrogatorio (i due uomini sono difesi dagli avvocati Carlo Biondi di Genova e Emi Roseo di Savona).

Da una prima ricostruzione, Macciò e Tognini si trovano nell'abitazione di Scardino. Stanno festeggiando. Non è chiaro se un lieto evento o un regalo importante ricevuto da uno dei tre. Quel che è certo è che dal fucile da caccia di Scardino parte improvvisamente un colpo che centra Macciò al torace. La ferita è devastante. Subentra il panico. I due uomini non sanno che fare: non chiamano la polizia o il 118, ma decidono di nascondere il cadavere dietro la casa, sull'erba. Lo avvolgono in parte con del cellophane e lo coprono con un telo. Poi risalgono in casa. Pensano tutta la notte a quello che accaduto, alle conseguenze, ma non se la sentono ancora di costituirsi. Il peso di quello che hanno fatto è terribile. Ieri mattina contattano i loro legali e raccontano. Vengono consigliati di presentarsi alla polizia e tutti insieme ieri, poco dopo le 16, si recano in Questura, alla Squadra Mobile, per confessare.

"È stato un incidente - si sono difesi davanti al magistrato di turno, Danilo Ceccarelli - , il colpo è partito per sbaglio". Pare - ma è ancora un'ipotesi - che a imbracciare il fucile fosse Tognini e che la vittima si trovasse proprio di fronte. Sul luogo dell'omicidio è intervenuto il medico legale Marco Canepa. Il corpo era supino. Il fatto che Macciò indossasse jeans e camicia fa supporre che nel momento in cui è stato ucciso si trovasse in un'abitazione e non all'aperto, considerato che la temperatura era piuttosto bassa. Il cadavere era in buone condizioni di conservazione e la
morte, da un primo esame esterno, risalirebbe a non più di 24 ore prima. Sarà comunque l'autopsia che verrà condotta domani nella sala della medicina legale del San Martino allestita nel cimitero di Zinola a dare ulteriori e più precise risposte agli inquirenti. Innanzitutto potrà dire da quale distanza è stato sparato il colpo e la sua traiettoria, per capire se veramente si è trattato di un incidente o se il giallo nasconde un'altra verità.
Tra gli inquirenti, ieri sera, serpeggiavano tanti dubbi, perché tante sono le cose che non quadrano. Soprattutto è il comportamento dei due uomini a non convincere del tutto che si sia trattato di una tragica fatalità.

venerdì 13 dicembre 2013

Cammarata (AG): sorpreso un cacciatore all’interno della Riserva Naturale

CAMMARATA – Nei giorni scorsi il personale del Distaccamento Forestale di Cammarata agli ordini del comandante Commissario Arcieri, nel corso di appositi controlli mirati alla repressione di “attività di bracconaggio”, ha sorpreso un soggetto del luogo in evidente atteggiamento di caccia in località Monte Cammarata, poco lontano dal 1° rifugio.

Com’è noto la zona è preclusa all’attività venatoria in quanto compresa all’interno della omonima Riserva Naturale e ricade in seno ad un Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.) istituito in ossequio ad un Direttiva Europea finalizzata alla protezione di particolari habitat. Oltretutto il luogo ricade all’interno del demanio forestale regionale.
Da ulteriori controlli è stato accertato che l’uomo aveva violato diverse altre disposizioni sulla caccia.
Per le violazioni penali rilevate si è provveduto ad informare l’Autorità Giudiziaria, mentre per le violazioni di carattere amministrativo è stato elevato verbale per il pagamento di una cospicua sanzione pecuniaria. Come previsto dalle vigenti normative per tali illeciti, inoltre, si proceduto al sequestro del fucile.
L’Ispettorato Forestale di Agrigento assicura che i servizi di controllo dell’attività venatoria proseguono incessantemente in tutto il territorio provinciale, con servizi mirati anche in orari notturni.

Torre Orsaia (SA), esplodono colpi di fucile da caccia: un morto e un ferito

Il boschetto alle porte di Torre Orsaia è stato teatro di più esplosioni di colpi di fucile da caccia nella serata di giovedì intorno alle 19. Gli episodi sono due, come sono due le persone coinvolte. Il bilancio è di un morto e un ferito alle gambe trasportato in ospedale. L’uomo che ha perso la vita aveva 46 anni, mentre quello ferito è più giovane, 30 anni. In queste ore sono a lavoro i carabinieri della stazione di Torre Orsaia comandati dal maresciallo Domenico Nucera. In caserma sono diverse le persone da interrogare. La dinamica dei fatti ancora non è chiara a chi indaga. Gli inquirenti devono capire se si tratta di un incidente accidentale o i colpi sono stati esplosi volontariamente. Un altro aspetta da chiarire sarà senza dubbio quello delle persone coinvolte. Oltre al 46enne che ha perso la vita e al 30enne ferito, i carabinieri voglionosapere se nel caso sono coinvolte altre persone. Al momento si tratta solo di ipotesi formulate negli uffici della caserma di Torre Orsaia. Il paese dell’entroterra cilentano è sotto choc. Le forze dell’ordine sono fiduciose: «Nelle prossime ore - fanno sapere i militari - verrà fuori tutta la verità».

Castelvittorio (IM). Sindaco cacciatore sorpreso con fucile caricato a pallettoni

Castelvittorio - Il sindaco è stato denunciato e fucile e cartucce sono stati sequestrati. "Sono cacciatore da 30 anni ed è la prima volta che mi contestano un’infrazione, per cui, tra l’altro si può fare una oblazione" commenta Orengo

Il sindaco di Castelvittorio e consigliere provinciale Gianstefano Orengo è stato sorpreso dagli agenti della Polizia provinciale con un fucile caricato a pallettoni, vietati dalla legge, durante una battuta di caccia al cinghiale. Il sindaco è stato denunciato e fucile e cartucce sono stati sequestrati. Tanti cacciatori ogni settimana vengono verificati sia per il munizionamento, sia per i permessi. "Sono cacciatore da 30 anni ed è la prima volta che mi contestano un’infrazione, per cui, tra l’altro si può fare una oblazione" commenta Orengo. 

martedì 10 dicembre 2013

Firenze. Incidente caccia nel fiorentino, grave

Denunciato l'amico che lo ha scambiato per una preda

09 dicembre, 19:41

(ANSA) - FIRENZE, 9 DIC - Un cacciatore è rimasto ferito nei boschi di Monte Morello, nel comune di Sesto Fiorentino: è stato raggiunto da un colpo di fucile sparato da un amico che lo ha scambiato per una preda. Sul posto il 118 e i carabinieri.

L'uomo, 35 anni, è stato ad una spalla e ha riportato lesioni interne. Ricoverato all'ospedale di Careggi, le sue condizioni sono gravi ma non sarebbe in pericolo di vita. Denunciato per lesioni il cacciatore che sparato durante la battuta con una decina di amici.

domenica 8 dicembre 2013

Morto il cercatore di funghi a Serrapetrona (MC) scambiato per un cinghiale

La vittima è Sandro Latini, 60 anni, di San Severino Marche, di professione fornaio. Era dietro una siepe quando è stato colpito. E' riuscito a dire solo il suo nome, poi è morto


SERRAPETRONA - Va a cercare funghi, colpito e ucciso dal fucile di un cacciatore impegnato in una battuta al cinghiale. 
Il tragico incidente di caccia è successo poco dopo le 15. L'allarme è stato dato da uno del gruppo alle 15,20. «Accorrete, c'è un uomo gravemente ferito», è stata la drammatica telefonata al servizio di emergenza del 118. Sul posto sono subito accorsi i vigili del fuoco di Macerata e un'ambulanza del 118, ma la zona è impervia ed è stato difficile raggiungere il luogo dell'incidente. Il medico ha raggiunto a piedi il cercatore di funghi e gli ha prestato i primi soccorsi ma l'uomo è morto poco dopo per la devastante ferita all'addome. Anche l'elisoccorso, allertata immediatamente, non ha potuto far altro che ritornare alla base quando ormai era certo che l'uomo era deceduto.

Ci sono indagini in corso per stabilire con chiarezza la dinamica del tragico incidente di caccia. Il cercatore di funghi - Sandro Latini di San Severino Marche, avrebbe compiuto 60 anni dopo domani, il 10 dicembre, faceva il fornaio nella vicina cittadina di Serrapetrona - era impeganto a cercare porcini a Colle San Lorenzo, nel comune di Serrapetrona, pare fosse dietro una siepe che ha mosso leggermente ed è in quel momento che è stato raggiunto da un colpo all'addome, sparato da un cacciatore del folto gruppo impegnato in una battuta al cinghiale. Il gruppo - una trentina di cacciatori - stava stanando il cinghiale, probabilmente avvistato vicino alla siepe quando il movimento della vegetazione è stato scambiato per la presenza dell'animale: per il povero fornaio non c'è stato scampo, è stato centrato all'addome. Nonostante la gravissima ferita è riuscito a parlare con i cacciatori e a dire: «Sono Latini», poco dopo è morto a causa del dissanguamento.

Sul posto i carabinieri di Tolentino, guidati dal comandante Cosimo Lamusta, per le indagini. Individuato il cacciatore che ha fatto fuoco, il primo a soccorre Latini e sotto choc per la tragica fatalità. Si tratta di un 45enne di Tolentino: «Ho sparato al cinghiale, non mi sono accorto che dietro al cespuglio c'era una persona», ha detto ai carabinieri.
Sandro Latini era celibe e viveva con l'anziana madre a San Severino Marche.

Spari e cacciatori fin nel giardino di casa. Sant’Antioco (CA), stop alla caccia nella campagna di Su Pranu

In attesa di un divieto definitivo ordinanza urgente del sindaco Mario Corongiu per una zona densamente abitata

SANT’ANTIOCO. Fermata la caccia nelle campagne abitate di S. Antioco

Il sindaco di Sant’Antioco, Mario Corongiu, con l’ordinanza numero 56 del 4 dicembre 2013, ha disposto per ragioni di pubblica incolumità il divieto di caccia per la zona di Su Pranu, campagne dove sono presenti numerose residenze private e aziende agricole, letteralmente invase da cacciatori nelle giornate di caccia.

Il sindaco Corongiu ha accolto la richiesta urgente rivolta il primo ottobre scorso dalle associazioni ecologiste Gruppo d'Intervento Giuridico onlus, Lega per l'Abolizione della Caccia e Amici della Terra dopo aver raccolto diverse segnalazioni di residenti e turisti.

Negli anni scorsi, sin dal 2004, l'area era chiusa alla caccia per ripopolamento, tuttavia, inspiegabilmente, dal settembre 2013 è stata nuovamente aperta alla caccia con il risultato di ritrovarsi spari e cacciatori fin nel giardino di casa.

La caccia in questa zona deve essere vietata definitivamente, ma nelle more dell'adozione di un provvedimento di questa natura, è stata adottata un'ordinanza sindacale urgente, come è successo a Calasetta nel 2013 per Mercureddu e Spiaggia Grande.

martedì 3 dicembre 2013

Cagliari, cacciatori si vantano su Facebook di aver ucciso animali di specie protette

Tre associazioni ambientaliste inviano una segnalazione al Corpo forestale

CAGLIARI. Cacciatori regolari si vantano su Facebook dei loro atti di bracconaggio.

Le associazioni ecologiste Amici della Terra, Lega per l’Abolizione della Caccia e Gruppo d’Intervento Giuridico hanno segnalato per le iniziative di competenza al Corpo Forestale e di vigilanza ambientale il contenuto delle dichiarazioni e commenti presenti in una discussione presente nella pagina Facebook denominata “Cacciatori di Sardegna”, dove diversi praticanti dell’arte venatoria si vantano di aver abbattuto parecchi esemplari appartenenti a specie animali protette o alle quali non era aperta la caccia nel corso della preapertura della stagione di caccia 2012-2013, come anatre, piccioni e storni neri.

In qualcuno delle decine di interventi sul social network, i cacciatori corretti avvisano i trasgressori che vantano le loro violazioni di essere perseguibili anche attraverso le loro affermazioni sulla pagina Facebook.

Il Corpo forestale ha preso atto e avviato le indagini.

lunedì 2 dicembre 2013

Cesena. Donna ferita dal cacciatore mentre raccoglie la legna

Tragedia sfiorata a Montereale: una 60enne colpita per errore a una gamba

Cesena, 1 dicembre 2013 - RIENTRAVANO da una giornata di caccia, col sole al tramonto e il buio che iniziava a calare intorno agli alberi. Un rumore, quando erano ormai a pochi passi dalle auto e un movimento di fronde vicino al crinale della collina. Un colpo e subito dopo un grido. Il grido di dolore di una donna colpita, che cade a terra e chiede aiuto.

IERI intorno alle 17.30 un incidente di caccia ha casato una grave ferita alla gamba sinistra di Amalia Favruzzo, una donna di sessant’anni originaria di Portogruaro in Veneto, ma ora residente nel cesenate, in una casa isolata in mezzo al verde, tra Acquarola e Montereale. La signora si trovava proprio nei pressi della sua abitazione quando è stata colpita. Pare stesse raccogliendo della legna in un campo coltivato a vigneto quando è stata ferita. Una volta caduta, è scivolata poi per una decina di metri lungo il crinale.
Visto quanto accaduto, la richiesta di soccorso è stata immediata: sul posto sono arrivate un’ambulanza, l’automedica, una squadra dei vigili del fuoco e gli uomini del commissariato di polizia, che si occuperanno delle indagini. Il terreno si raggiunge da via Garampa, poco oltre l’abitato di Acquarola: sulla strada si affaccia il cancello, ma l’abitazione della signora è più all’interno, immersa nella quiete: un edificio azzurro a un piano, circondato da un meraviglioso panorama. L’incidente è avvenuto proprio nei pressi della casa. I primi a prestare soccorso sono stati i pompieri, che sono scesi lungo il dislivello con una corda e la barella spinale del 118 sulla quale hanno caricato la donna, mettendola in sicurezza prima di consegnarla nelle mani dei sanitari.La ferita alla gamba è molto grave ma la signora, rimasta cosciente, non dovrebbe essere in pericolo di vita. Dopo le prime cure prestate sul posto, l’ambulanza si è diretta verso il pronto soccorso del Bufalini.

A SPARARE è stato un ventinovenne di Ponte Pietra, che era a caccia con lo zio. «E’ una zona che frequentiamo spesso - hanno raccontato -, in cerca di beccacce, lepri o fagiani. La giornata era finita, stavamo rientrando, camminando separati l’uno dall’altro, quando c’è stato quel rumore in mezzo al verde». Terminate le operazioni di soccorso, durate oltre un’ora, il giovane che ha sparato è stato ascoltato in commissariato dagli agenti: a loro ha raccontato la sua versione dei fatti, che ruota intorno al tragico errore. In quell’area la caccia è consentita. Il ventinovenne è stato indagato con l’accusa di lesioni personali aggravate.