lunedì 30 settembre 2013

Catanzaro. Grave incidente di caccia in Sila

AGGIORNAMENTO ore 18.05: Sono gravi le condizioni dell'uomo ferito stamattina durante una battuta di caccia in Sila. A.P. ha ferite lacero contuse multiple al collo, alla faccia e al cuoio capellupo provocate da un'arma da fuoco. L'uomo aveva inoltre uno sfondamento cranico con fuoriuscita di materia cerebrale. Coesistendo anche disturbi del respiro l'uomo è stato intubato prontamente dal rianimatore e trasportato al Ciaccio per effettuare una Tac cerebrale urgente. L'indagine diagnostica ha confermato la presenza di lesioni multiple al cervello da ferite da arma da fuoco per cui è stato condotto subito nella sala operatoria di Neurochirurgia per un delicato e complesso intervento chirurgico. Intervento che è perfettamente riuscito. Le condizioni dell'uomo comunque permangono gravissime e l'ammalato è stato trasferito nel tardo pomeriggio dalla sala operatoria nel reparto dirianimazione del Pugliese-Ciaccio per l'assistenza post-operatoria. I sanitari si sono riservati la prognosi. I carabinieri di Taverna stanno indagando a trecentosessanta gradi. Si tratta di una persona molto conosciuta e apprezzata tant'è che numerosi concittadini sono accorsi all'ospedale di Catanzaro per accertarsi delle condizioni di salute dell'uomo. Al momento non si conosce la dinamica dell'accaduto.

NEWS ORE 12:55. Grave incidente di caccia in Sila qualche ora fa. Un uomo A.P. 57 anni di Taverna sarebbe rimasto ferito mentre raccoglieva funghi, colpito accidentalmente . L'uomo ora versa in gravi condizioni.

domenica 29 settembre 2013

Battuta di caccia si trasforma in tragedia, un morto a Bronte (CT)

Una battuta di caccia con amici che si è trasformata in tragedia. Un uomo di 32 anni è morto ieri sera in contrada “Cattaino” nelle campagne di Bronte.

L’uomo, che era uscito con due amici, ha sparato colpendolo un volatile, che è caduto in un vicino laghetto artificiale utilizzato dai pastori per fare bere le greggi. Il cacciatore si è gettato in acqua per recuperare la selvaggina, ma è annegato. A lanciare l’allarme, chiamando i carabinieri al 112, è stato un amico della vittima. Il corpo è stato recuperato da sommozzatori dei vigili del fuoco.

Indagini e rilievi sono stati eseguiti da militari dell’Arma di Bronte e della compagnia di Randazzo.

sabato 28 settembre 2013

Cesena: "ferita da un colpo di fucile nel mio giardino"

Cesena, 25 settembre 2013 - UNO SPARO, un rumore sordo, e subito dopo un dolore lancinante ai glutei. Pochi secondi e Marina Bianchi, 51 anni, residente a Savignano, ha capito di essere stata raggiunta da un colpo di fucile. Molto probabilmente sparato da un cacciatore. Il fatto è accaduto domenica 15 settembre, mentre la donna era impegnata a fare giardinaggio nel terreno dell’abitazione del compagno a Roncofreddo, in aperta campagna.

Era mattina, all’incirca le 11.20, e Marina Bianchi si stava rilassando curando le piante e rastrellando il fogliame quando qualcosa è andato storto. In particolare è andata storta la traiettoria dei pallini sparati quasi sicuramente da un cacciatore che si trovava nelle vicinanze. Sembra addirittura che l’uomo, quando è accaduto l’incidente, fosse all’interno della proprietà privata del compagno della donna. Bianchi ha sporto denuncia ai carabinieri di Roncofreddo contro ignoti. Imilitari ora sono alla ricerca dell’uomo che avrebbe anche avuto un battibecco con il compagno della donna, subito dopo il fatto.

MARINA Bianchi, com’è andata?
«Ho sentito un dolore forte e subito ho iniziato a gridare per la paura e per il dolore. Poi mi sono avviata verso casa per chiedere aiuto al mio compagno che si trovava all’interno dell’abitazione».

Non ha perso i sensi?
«No. Ce l’ho fatta a rialzarmi e il mio compagno, sentendo le mie grida, è uscito dalla casa e mi è venuto incontro per chiedere cosa fosse accaduto e perché urlassi».

Ha notato qualcosa di strano in giro?
«Il mio compagno ha notato un cacciatore a una distanza di 50-60 metri, gli ha urlato contro che mi aveva colpito, ma questo gli ha risposto in maniera offensiva e si è allontanato. Il cacciatore era alto circa un metro e 70, robusto, vestiva indumenti da caccia e aveva un cappellino bianco. Nelle vicinanze non sono stati notati altri cacciatori».

E una volta arrivata in casa che avete fatto?
«Abbiamo chiamato i carabinieri di Roncofreddo e poi mi sono fatta accompagnare al pronto soccorso di Savignano».

Il referto?
«Mi hanno riscontrato tre piccoli fori superficiali con ematoma al gluteo destro. Mi hanno dato una prognosi di dieci giorni. Ho dovuto prendere antibiotici; sento ancora male quando sono seduta».

Nessuna notizia del cacciatore impallinatore?
«Purtroppo no. Mi piacerebbe tanto sapere chi è che va in giro a caccia e inizia a sparare in un terreno privato, vicino a una casa. Lui sicuramente ha visto qualcosa muoversi dietro agli arbusti e ha sparato, credendo che fosse un un animale. Questo però non gli può dare il diritto di sparare a caso, per di più in una proprietà privata».

Crede di aver corso il rischio di essere uccisa?
«Certo. Ed è per questo che mi sono decisa a denunciare tutto. Voglio che queste cose non accadano più. A me è andata più che bene, anche se sento ancora male. Ma poteva anche accadere l’irreparabile».

Quell’uomo potrebbe essere incriminato anche di tentato omicidio?
«Io non ho fatto la denuncia ai carabinieri di Savignano con questa accusa, ma solo per rilevare un fatto che non avrebbe dovuto capitare. Non mi interessano le assicurazioni dei cacciatori, ma solo che imparino a rispettare le regole della caccia e, prima ancora, le persone e le proprietà private».

Se dovese essere individuato, cosa chiede che venga fatto a questo cacciatore?
«Come minimo che gli venga tolta la licenza e che gli portino via il fucile. Anche perché, riconoscendo di avere sbagliato, invece di mandare a quel paese il mio compagno, poteva e doveva fermarsi e almeno chiedere scusa. Quell’uomo è stato anche un grande maleducato».

Ora cosa ha intenzione di fare?
«Sto preparando una lettera da inviare al sindaco di Roncofreddo dove chiedo una maggiore vigilanza, soprattuto nei fine settimana, a tutela dei residenti. E dalla mia parte ho anche altri roncofreddesi che, pur non avendo subito fortunatamente incidenti di questa gravità, sono costretti a subire spesso i disagi arrecati da questi cacciatori che non hanno rispetto per alcuno».
Ermanno Pasolini

giovedì 26 settembre 2013

Fuori la caccia dalle scuole del Veneto


L'eurodeputato Andrea Zanoni si scaglia contro il progetto di Italcaccia “Giovani a caccia di esperienze” che prevede degli incontri informativi sulla caccia nelle scuole primarie e secondarie della regione. “Iniziativa altamente diseducativa e possibile sperpero di soldi pubblici. Invito i presidi a rispedire al mittente questa proposta indecente”

“Portare la caccia nelle scuole italiane è quanto più di diseducativo si possa fare. Il fatto che poi vengano probabilmente usati soldi pubblici rappresenta un vero affronto a tutti quei cittadini, la stragrande maggioranza in Italia, che sono contrari a questa barbara attività”. E' il duro commento di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e vice presidente dell'Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo, all'iniziativa di Italcaccia “Giovani a caccia di esperienze” patrocinata dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Treviso. “La Regione istiga i nostri ragazzi a uccidere la fauna selvatica invece di insegnare loro il rispetto degli animali. Chiederò sia alla Regione che alla Provincia di Treviso se e quanto sia stato stanziato per appoggiare questa campagna criminale”. 

“Voler insegnare ai nostri bambini ad amare e rispettare la natura con un fucile è un controsenso oltre che estremamente pericoloso alla luce dei numerosi incidenti di caccia che ogni anno insanguinano le nostre campagne (dal 1 settembre già nove feriti, ndr)– incalza Zanoni – Invito i presidi che stanno ricevendo questa offerta indecente ad impedire ai cacciatori l'ingresso nelle scuole. La cultura delle armi deve rimanere fuori dalle scuole.”.

L'eurodeputato si scaglia anche contro la Regione Veneto e la Provincia di Treviso che hanno appoggiato questa iniziativa: “Che queste amministrazioni siano conniventi con la lobby dei cacciatori non è ormai una novità vista anche la condanna della Corte di Giustizia europea per la caccia in deroga in Veneto in violazione della Direttiva “Uccelli” la 2009/147/CE. Ma permettere l'ingresso dei fucili nelle scuole è scandaloso e irresponsabile. Invito questi amministratori a sponsorizzare iniziative come quella della LAV a Verona che con il premio Piccole Impronte ha promosso una corretta educazione dei bambini nei confronti degli animali e di ogni essere vivente”.

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Campofranco (CL): cacciatore impallinato durante battuta di caccia

CAMPOFRANCO - Avrebbe potuto finire in tragedia l'ennesimo incidente accaduto durante una battuta di caccia nelle prime ore di Giovedì scorso in territorio di Campofranco. Il bilancio parla di un ferito raggiunto in tutto il corpo da una rosa di pallini sparati per fortuna da lontano. L'uomo, di Campofranco, è stato ricoverato presso l'Unità Operativa di Chirurgia del "Maria Immacolata-Longo" dove è stato accompagnato da un suo amico cacciatore. Sull'episodio sono in corso delle indagini da parte dei carabinieri del Norm per chiarire la dinamica dell'accaduto.
Dalla ricostruzione fatta a seguito delle dichiarazioni dei due uomini, la dinamica sembra comunque chiara. In pratica i due uomini s'erano dati appuntamento di buon mattino per andare a caccia. Uno è cacciatore, l'altro, il ferito, un suo accompagnatore. Si trovavano nei pressi di contrada Cartesi in territorio di Campofranco. D'un tratto, hanno sentito uno sparo in lontananza e subito dopo, l'accompagnatore è stato raggiunto da una rosa di pallini. I due hanno dichiarato di avere visto una sagoma allontanarsi, presumibilmente lo sparatore, che forse preso dal panico, avrebbe preferito darsi alla fuga piuttosto che fermarsi per soccorrere la sua "preda".
I due hanno aggiunto di non essere riusciti ad identificare lo sparatore. Quindi, il cacciatore ha accompagnato il suo amico presso l'ospedale dove i sanitari di turno, si sono presi immediatamente cura di lui ed hanno provveduto ad avvertire i carabinieri dell'avvenuto incidente di caccia.
L'uomo è stato sottoposto a tutti gli esami di rito e da quanto è dato sapere, le sue condizioni non sembrano gravi. Purtroppo non è la prima volta che in zona si registrano incidenti di caccia, anche gravi. 

Varese. Mira al leprotto, spara ai ciclisti

Pedalavano sul sentiero Strona: marito e moglie feriti da un cacciatore

Somma Lombardo - È stata riaperta da poco la stagione della caccia e già si conta il primo incidente. Vittima unacoppia di ciclisti, marito e moglie, che stava facendo un giro nel tardo pomeriggio di mercoledì 25 settembre nei boschi al confine tra Somma Lombardo e Vergiate. Era un normale giro in bicicletta, o almeno lo è stato finché non sono stati raggiunti da alcuni colpi di arma da fuoco. A sparare un cacciatore che si trovava nelle vicinanze e mirava a un leprotto. 
«Stavamo pedalando lungo una strada sterrata, il sentiero Strona», racconta G.M, 49 anni, residente aCardano al Campo. 
«A un certo punto, attorno alle 18, ci ha attraversato la strada una piccola lepre. Subito dopo abbiamo sentito unforte colpo. E io un dolore alla gamba. Mi avevano sparato con un fucile da caccia e un pallino mi ha centrato». Attimi di sconcerto. Inoltre, seppure e fortunatamente soltanto di striscio, è stata colpita rimanendone ferita la moglie del cardanese. Il cacciatore, che era nelle vicinanze, si è precipitato subito dalla coppia, sconcertato per quanto accaduto. Realizzato cosa stesse accadendo, e vista la perdita di sangue, i tre hanno lanciato l’allarme: marito e moglie sono stati portati al pronto soccorso dell’ospedale Bellini. 
Le ferite non erano gravi: la coppia è stata medicata e dimessa. 
«A parte che ho un buco nella gamba - sottolinea il ciclista - spero che quanto mi è accaduto non debba più succedere a nessun altro, tutti devono essere liberi di poter circolare tranquillamente nei boschi senza essere colpiti dai cacciatori». 
L’uomo avrebbe così deciso di sporgere denuncia e si è presentato in serata alla stazione dei carabinieri di Somma. Con lui, oltre la consorte, anche il cacciatore sotto choc. Molti amanti del ciclismo preferiscono scegliere percorsi sterrati perchè reputati più "sicuri" rispetto alle strade con molto traffico. Difficile immaginare di poter diventare un bersaglio per errore.

mercoledì 25 settembre 2013

Soncino (BS): cacciatore impallina al volto un "collega" e fugge

Soncino: cacciatore impallina al volto un "collega" e fugge

Soncino: cacciatore impallina al volto un "collega" e fugge
L'uomo, invece di prestare soccorso, si è allontanato correndo assieme al suo cane. La sua vittima, invece, è stata medica all'ospedale di Crema“

Sarebbe stato un semplice incidente - seppure grave, ma comunque non così eccezionale - se solo si fosse fermato a prestare soccorso invece di darsi a una vile fuga.

Stiamo parlando di quanto accaduto questa mattina verso le 8 nella campagna di Soncino, dove un cacciatore ha impallinato per sbaglio un suo "collega".

Nei pressi delle cave Danesi, un 60enne bergamasco (socio dell’Atc 6 molto conosciuto tra le doppiette della zona), dopo essere stato ferito al volto e al collo da "un uomo alto, magro, sulla cinquantina", è riuscito a raggiungere la propria macchina per andare a farsi medicare all'ospedale di Crema, dove è stato curato e dimesso.

Del suo aggressore, invece, nessuna traccia. E' scappato assieme al suo cane spinone: se i carabinieri riusciranno a identificarlo, sarà accusato di lesioni e omissione di soccorso, rischiando inoltre il ritiro della licenza di caccia.



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Caccia, dal 1 settembre già 9 feriti


Dai primi dati resi noti dall’Associazione Vittime della Caccia, dal 1 settembre sono già sei cacciatori e tre civili feriti durante le battute di caccia. L’eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Sono numeri che fanno rabbrividire. Non è più questione di essere favorevoli o contrari alla caccia. È in gioco l’incolumità pubblica. Servono più controlli e nuove norme»

Dal 1 settembre 2013, giorno di pre-apertura della caccia, si contano già 6 feriti tra i cacciatori e tre tra i civili. Questi sono i primi dati resi noti dall’Associazione Vittime della Caccia a soli 24 giorni dalla pre-apertura e a nemmeno dieci dalla apertura della stagione venatoria.

A questi 6 feriti tra i cacciatori si devono aggiungere l’operaio di Bavari (GE) colpito a 3 cm dall’occhio mentre lavorava ad un ponteggio e i due feriti di Benevento che rientrano tra le prime vittime non cacciatori di questa stagione.

Un dato importante che emerge dall’analisi di questi nuovi casi è l’età dei cacciatori responsabili di incidenti, con una media di 70 anni che conferma quanto già emerso nelle precedenti stagioni venatorie su un ampio campione.

A Montenars (UD), un proiettile da caccia di grosso calibro si è conficcato nel frigorifero di un’abitazione alle 6 del mattino, mentre a Francavilla Fontana (BR) un cacciatore settantanovenne ha sparato di notte centrando un’auto parcheggiata vicino al suo terreno con dentro due ragazzi. Le guardie volontarie dell’ANPANA di Mantova si sono viste impallinare la macchina durante il loro giro di controlli il primo giorno di apertura della stagione venatoria.

L’eurodeputato Andrea Zanoni membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «L’attuale urbanizzazione, la rete stradale e il depauperamento ambientale non permettono più una densità venatoria come quella odierna senza rischi per civili e cacciatori stessi. L’avanzare dell’età dei cacciatori dovrebbe imporre controlli più stringenti: dopo i 60 anni sono necessari controlli, almeno annuali, sullo stato psicofisico di chi maneggia le armi. L’uso di un’arma da caccia è una cosa serissima. Bisognerebbe inoltre far ripetere gli esami di caccia a tutti almeno ogni dieci anni, visto e considerato l’evolversi delle normative e la nuova sensibilità dei cittadini verso la natura e l’ambiente. Morti e feriti per armi da caccia sono inaccettabili in un Paese che si definisce civile".


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lunedì 23 settembre 2013

Padova. Spara all’amico durante una battuta di caccia, ferito

Spara e ferisce amico durante battuta caSpara e ferisce amico durante battuta caccia
Brutta avventura sabato mattina per due amici 70enni esperti cacciatori: durante la caccia ad uno è partito accidentalmente un colpo che ha ferito l'altro in più punti. Dopo l'operazione ne avrà per due settimane

Ha sparato all’amico durante una battuta di caccia: brutta avventura sabato mattina per due amici 70enni a caccia nella zona della Bassa padovana

L'INCIDENTE. Durante qualche ora di arte venatoria a Megliadino San Fidenzio, infatti, uno dei due, scivolando, ha sparato accidentalmente un colpo all’altro in passeggiata non molto distante: i pallini hanno raggiunto l’uomo al volto, alle braccia e al corpo. I due anziché recarsi all’ospedale più vicino sono andati al nosocomio di Trecenta nel rodigino. Un mistero che le indagini dovranno chiarire: il 70enne è stato operato e ne avrà per circa 20 giorni.

OSPEDALE. Il cacciatore è stato iscritto nel registro degli indagati secondo le formalità del caso: resta però da chiarire la scelta dell'ospedale, sono ancora in corso le indagini dei carabinieri.“



Brescia. Incidente di caccia, uomo colpito al torace

Incidente di caccia sabato mattina a Gambara. Un uomo di 49 anni si è presentato nella sede dei volontari del paese con una ferita al torace, dovuta allo sparo di un altro cacciatore. Le condizioni non sono gravi, ma il 49enne è stato trasportato all'ospedale di Manerbio per ulteriori accertamenti.
Sul posto anche i carabinieri per accertare la dinamica del fatto.

sabato 21 settembre 2013

Benevento. Incidente di caccia a Morcone. Parte un colpo di fucile: ferito pensionato 64enne

Incidente di caccia questa mattina in contrada Piana, a Morcone. Un pensionato del posto, M.G., 72enne, è scivolato nell'attraversare il fiume Tammaro e dal suo fucile è partito accidentalmente un colpo. 

Il proiettile ha colpito al polpaccio della gamba sinistra un compagno di battuta, B.R., 64 anni, anche lui pensionato e munito di un fucile semiautomatico. 

Il ferito, immediatamente soccorso, è stato trasportato presso l’Ospedale “Rummo” di Benevento, dove è stato ricoverato in prognosi riservata per una lesione vascolare all’arto inferiore sinistro. 

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i carabinieri della Stazione di Morcone. I militari hanno accertato che entrambi i cacciatori erano in regola sia per quanto concerne la detenzione delle armi sia per l’esercizio dell’attività venatoria. 

Al termine degli accertamenti del caso e ricostruita la dinamica, le forze dell'ordine hanno denunciato il 72enne alla Procura della Repubblica di Benevento per lesioni personali colpose. Le armi, invece, sono state sequestrate.

giovedì 19 settembre 2013

Viterbo. Cacciatore si spara al torace

Infortunio venatorio, nella mattinata di oggi, intorno alle 10,30, a Ischia di Castro. 

P.M., cacciatore 41enne, è stato ferito da due colpi al torace durante una battuta nei boschi.
Si è trattato di un incidente: l’uomo è caduto e, dal suo fucile, sono partiti due colpi che l’hanno centrato alla gabbia toracica.
E’ stato soccorso in eliambulanza e trasportato a Belcolle. A quanto si apprende, il cacciatore sarebbe cosciente.
Sul posto anche i vigili del fuoco e i carabinieri della stazione locale per gli accertamenti.

Crotone. Corpo forestale, denunce all’avvio della stagione venatoria

In occasione dell’apertura della stagione venatoria, diverse pattuglie sono state impiegate nel controllo venatorio, che ha visto il coinvolgimento di tutte le stazioni presenti in provincia magistralmente coordinate dal Nipaf di Crotone.

L’attività si inquadra in un’ampia azione di servizi, disposti dal Comandante provinciale, mirati a reprimere ogni forma di attività venatoria illecita.

I controlli hanno interessato in particolare alcune località dei comuni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cutro, Mesoraca, Petilia Policastro, Roccabernarda, Rocca di Neto e Strongoli.

L’attività, operata dal CfS, ha riguardato il rispetto da parte dei cacciatori delle normative generali e, in particolare, anche la verifica del divieto di esercitare l’attività venatoria nelle aree boscate percorse da incendi, divieto previsto per la durata di dieci anni dall’incendio.

A seguito di un controllo è stato deferito all’autorità Giudiziaria un cacciatore, S.A. di anni 50, proveniente da fuori regione precisamente da Taurianova (RC), trovato in possesso di un esemplare di Tortora dal Collare, specie non cacciabile, appena abbattuta con arma da fuoco. Contestualmente, gli agenti, procedevano al sequestro dell’esemplare e dell’arma, un fucile sovrapposto calibro 12, con il relativo munizionamento.

Il bilancio della giornata si è concluso con 45 persone e 7 automezzi controllati, che, escluso l’episodio del cacciatore reggino, può essere considerato soddisfacente visto che non sono state riscontrate condotte irregolari.

L’altra denuncia è scattata per violazione alla normativa urbanistico-edilizia; a cadere nei controlli della forestale, nei giorni scorsi, un 39enne di San Mauro Marchesato (Kr).

Il personale della stazione forestale di Crotone lo ha denunciato, in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Crotone, per aver realizzato un invaso per la raccolta delle acque piovane in assenza di autorizzazioni, modificando permanentemente lo stato originale dei luoghi.

Gli agenti hanno accertato che C. P., in un proprio terreno agricolo, posto in località “Cropaia” del comune di San Mauro Marchesato, senza alcuna autorizzazione, aveva movimentato il terreno creando in un impluvio una sorta di diga, per una lunghezza di circa 50 metri, al fine di disporre di un bacino di raccolta delle acque piovane.

La creazione di questa barriera naturale, oltre a deviare il regolare deflusso delle acque piovane, creava una grave condizione di pericolo per i terreni posti a valle dell’ invaso, determinato dalla possibile tracimazione delle acque raccolte in caso di abbondanti piogge.


mercoledì 18 settembre 2013

Cosenza – Cinque cacciatori a caccia illegale

GEAPRESS – Continua l’attività del Nucleo ittico venatorio della Polizia Provinciale di Cosenza, a tutela del patrimonio faunistico. In occasione dell’apertura della stagione venatoria il Comandante del Corpo, dott. Giuseppe Colaiacovo, ha infatti predisposto un accurato piano di controllo del territorio che ha visto impegnate 11 pattuglie per un totale di 22 uomini. In tal maniera, riporta il comunicato della Polizia Provinciale, è stato garantito per l’intera giornata del 15 settembre, il tranquillo svolgimento dell’attività venatoria.

Numerosi cacciatori si sono riversati nelle campagne del territorio della provincia a caccia di quaglie, tortore e di altre specie cacciabili previste dal calendario venatorio regionale. L’attività posta in essere dagli Agenti del Nucleo Ittico Venatorio ha consentito di prevenire e reprimere alcuni comportamenti illeciti perpetrati a danno della fauna selvatica.

In particolare gli agenti hanno colto in flagranza di reato cinque cacciatori che, in località Silo Di Marano Principato, esercitavano l’attività venatoria alle quaglie con l’ausilio di un richiamo acustico del tipo vietato. Il congegno era stato posto in un appezzamento di terreno, dove ha funzionato per tutta la notte riproducendo il canto della quaglia, cosi da attirare gli uccelli di passo che sarebbero stati oggetto di caccia il mattino seguente. L’intervento degli uomini della Polizia Provinciale ha così evitato il possibile abbattimento di numerose quaglie.

I cinque cacciatori sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Cosenza. Si tratta persone residenti nella stessa provincia ed il reato loro contestato è quello di esercizio venatorio con mezzi non consentiti. Posti sotto sequestro cinque fucili da caccia, le munizioni ed il richiamo acustico elettromagnetico.

Il bilancio della giornata si è concluso con circa 80 controlli effettuati e la contestazione di due verbali per illecito amministrativo. Particolare attenzione è posta dalla Polizia Provinciale di Cosenza nella vigilanza e controllo del territorio finalizzato alla tutela del già esiguo patrimonio faunistico.

E’ da ricordare le operazioni antibracconaggio portate a termine appena alcuni giorni addietro, in occasione della preapertura della stagione venatoria, che hanno visto il deferimento all’Autorità Giudiziaria di tre persone ed il sequestro di tre fucili, munizioni, di un richiamo acustico, e di numerosi esemplari di avifauna abbattuta nei cui confronti la caccia non è consentita (vedi articolo GeaPress ).

martedì 17 settembre 2013

Genova. Pallino da caccia colpisce operaio

Interviene polizia, uomo ferito a 3 cm dall'occhio

(ANSA) - BAVARI (GENOVA), 16 SET - Un operaio che stava lavorando su un ponteggio è stato colpito da un pallino da caccia che l'ha ferito a 3 cm da un occhio. E' successo poco fa a Bavari nell'entroterra genovese. Sul posto si sono recati un'ambulanza e la polizia per gli accertamenti. L'uomo è stato ricoverato in codice giallo.

Brindisi. Prima giornata di caccia con ferito: spara alla lepre, ma centra l'amico

BRINDISI – Primo giorno della nuova stagione della caccia con un ferito nel Brindisino. Si tratta di un cacciatore di 60 anni, L.G., impallinato dall’amico nel corso di una battuta congiunta nelle campagne nei pressi della zona industriale del capoluogo, non molto distante dall’area protetta del Parco regionale delle Saline di Punta della Contessa. Il ferito fortunatamente non è grave, ma è stato per ore sul lettino operatorio del pronto soccorso dell’ospedale Perrino, dove gli sono state rimosse decine di pallini che lo avevano raggiunto in varie parti del corpo, prevalentemente agli arti inferiori.

L.G. è stato raggiunto dal piombo di uno dei colpi esplosi dal compagno di caccia quando la rosata era già aperta e i pallini non avevano più una grande forza di penetrazione. Gli è andata bene, perchè era esattamente sulla linea di tiro tra l’amico e una lepre. E’ stato l’altro cacciatore a preoccuparsi immediatamente delle condizioni del ferito, trasportandolo poi in ospedale in auto.

Sembra che le licenze di caccia e le armi di entrambi i protagonisti dell’incidente siano in regola, e che la zona dove è avvenuto il fatto sia aperta alla caccia. Tuttavia, la pratica sarà passata alla Sezione volanti della questura per eventuali ulteriori accertamenti sull’accaduto, il cui attuale resoconto si basa sulle dichiarazioni del ferito e del feritore. I fucili sono a disposizione della polizia, comunque.

I due, entrambi brindisini, erano a caccia di lepri, proprie quelle che superano i confini dell’area protetta per andarsi a nutrire dei prodotti agricoli delle campagne tra Brindisi e Cerano. In periodo di apertura della caccia però rischiano grosso: semiautomatici e doppiette sono in agguato. Questa volta però è stato un cacciatore a trovarsi ad un pelo dalla tragedia.

Apertura caccia domenica. WWF: allarme bracconaggio

APERTURA CACCIA DOMENICA
WWF: ALLARME BRACCONAGGIO
LE ASSOCIAZIONI VENATORIE DICHIARANO LA PRESENZA NEL PAESE DI 250.000 CLANDESTINI ARMATI DEDITI ALLA CACCIA

All'apertura della stagione della caccia, prevista per domenica il WWF lancia l'allarme bracconaggio: secondo un sondaggio commissionato dalle stesse associazioni venatorie infatti, coloro che praticano abitualmente la caccia nel nostro Paese sarebbero assai più numerosi di quanto risulti dalle licenze effettivamente rilasciate dalle questure. Un esercito di un quarto di milione di clandestini armati che circolano nelle nostre campagne, sfidando la legge e aumentando drasticamente il pericolo per l'incolumità di tutti.

La caccia, infatti, non colpisce solo animali: sono parecchie decine l'anno gli esseri umani, anche bambini, uccisi o feriti in "incidenti" che non sono purtroppo che la conseguenza logica e prevedibile dell'uso incontrollato di armi in spazi aperti e liberamente accessibili.

Per avere piena percezione dei rischi per la collettività, dovremmo annoverare anche le vittime, ancora più numerose, di omicidi volontari commessi con armi da caccia, la cui disponibilità troppo spesso trasforma liti che potrebbero essere innocue in veri e proprie tragedie.

"Dati sconcertanti che in occasione dell’apertura della nuova stagione venatoria che domenica 15 settembre aprirà ufficialmente in tutta Italia, spinge il WWF a rinnovare a gran voce le richieste per arginare la deregulation venatoria: sanzioni penali più pesantiper i bracconieri, stop alla caccia in deroga (più e più volte bocciata dall’Unione europea), divieto di utilizzo dei richiami vivi, rispetto rigoroso delle indicazioni della scienza, attuazione ed applicazione concreta e puntuale delle regole europee."

L’attività venatoria in Italia tuttora legata a forme di caccia che si traducono in vere stragi di animali, molto spesso in declino: emblematico il caso della tortora, specie sulla quale s'e' concentrato il fuoco in tutte le 16 regioni nelle quali e' stato autorizzato l'anticipo della stagione, già dal 1 settembre.

Per non parlare delle forme di maltrattamento, la caccia illegittima a specie protette, il grave disturbo che comunque viene arrecato anche in periodi delicati (riproduzione, cura dei piccoli, migrazione, etc.), anche a specie non cacciabili e a quelle protette come ad esempio l’orso.

A questi fattori si aggiungono le forme di inquinamento da piombo che colpiscono sia gli animali, ad esempio i necrofagi, sia le persone. Gravi, infatti, le conseguenze per la salute umana - soprattutto per i pi piccoli - del consumo di selvaggina, il cui contenuto di piombo può causare patologie che vanno dall'anemia emolitica all'edema cerebrale.

Per non considerare poi i danni ed il disturbo nelle proprietà private, i danni all’agricoltura, l’inquinamento acustico.

Tutto questo a causa della persistente e sistematica violazione delle leggi europee ed italiane, e soprattutto di quelle della scienza, in particolare da parte delle Regioni.

Infine il controllo, spesso affidato quasi esclusivamente alle guardie volontarie delle Associazioni di protezione ambientale, come le Guardie del WWF, chiamate a vigilare sulla correttezza dei comportamenti di persone comunque armate.

Roma, 13 settembre 2013
Ufficio Stampa WWF Italia: 06-84497213, 349 0514472

Mantova. Apre la caccia, i primi colpi contro l’auto delle guardie

Paura a Sustinente: i pallini hanno centrato la vettura di servizio dell’Anpana e sfiorato le gambe del volontario in servizio

SUSTINENTE. Prese a fucilate le guardie volontarie dell’Anpana. È successo ieri mattina, primo giorno di caccia, a Sustinente. I colpi, partiti da un campo di mais, hanno raggiunto e mandato in frantumi il lampeggiante dell’auto di servizio e bucato una ruota. I pallini hanno anche centrato la gamba di una delle guardie senza però ferirla.

L’Associazione protezione animale e ambiente sta valutando l’ipotesi di sporgere denuncia verso ignoti. Il pericolo corso è stato notevole. I pallini sono arrivati ad altezza d’uomo e solo il caso ha voluto che nessuno dei quattro volontari presenti sia rimasto ferito al volto.

Per le guardie la giornata di lavoro è iniziata alle cinque e mezzo del mattino. Una parte di loro ha raggiunto la zona di Gazzuolo, un’altra quella di Sustinente.

«Alle sette e trenta eravamo sul posto - conferma il comandante provinciale dell’Anpana Massimo Mausoli - Il nostro compito è quello di controllare che i cacciatori stiano lontani dalle coltivazioni. In questo caso eravamo fermi in testa a un vigneto, che per regolamento non può esser attraversato, così come non si può entrare in un campo di mais, quando ci sono ancora i frutti. Eravamo in quattro. Due di noi, si sono staccati un momento per andare a controllare un cacciatore, mentre io e il collega ci siamo incamminati nella vigna. Percorsi pochi metri sentiamo tre colpi di fucile, uno dietro l’altro. Non ci facciamo caso, la caccia è aperta. Ma quando torniamo indietro troviamo i nostri colleghi spaventati. Mentre erano appoggiati alla macchina, intenti a verificare i documenti di quel cacciatore, sono stai raggiunti dalla rosa di pallini. Alcuni di questi hanno beccato il lampeggiante sopra il tettuccio infrangendolo. Altri, ma ce ne siamo accorti dopo, hanno bucato una delle ruote. E infine hanno colpito la gamba di una guardia, per fortuna senza riuscire a penetrare i pantaloni».

Non è stato possibile rintracciare chi ha esploso quei colpi partiti comunque dal campo di mais. Nel corso della mattinata sono stati controllati numerosi cacciatori ma tutti hanno negato d’aver sparato in quella direzione. Come accennato i pallini potevano centrare in pieno volto le guardie, con conseguenze facilmente immaginali. «È la prima volta che mi succede una cosa del genere. Potrebbe essere stato un gesto non intenzionale - commenta ancora Mausoli - ma il dubbio che abbiano sparato apposta verso di noi rimane».

Nell’intera giornata di ieri i volontari dell’Anpana hanno controllato trentun cacciatori e quaranta cani. Una sola sanzione per un animale sprovvisto del microchip.

Nessuna violazione è stata registrata invece nelle zone protette del Parco del Mincio e e in quelle del Parco Oglio sud. In quelle, come noto, la caccia è proibita. Per quanto riguarda il resto della provincia non sono stati segnalati altri incidenti di rilievo.

Brescia – A caccia di anatre con il fucile a pompa

Intervento delle Guardie Ecozoofile dell'ANPANA

GEAPRESS – Era armato con un fucile a pompa privo di fermo. L’arma conteneva inoltre quattro colpi, uno in più rispetto al consentito. Il cacciatore bresciano è stato sorpreso dalla Guardie Anpana nei pressi di un allevamento di storione nel Comune di Calvisano. A quanto pare era appostato per l’abbattimento delle anatre.

Tra i 34 cacciatori controllati nel giorno di apertura della stagione di caccia, ve ne è stato uno sorpreso addirittura nella pista ciclabile del Chiese. Il cacciatore, riferisce la nota dell’ANPANA, teneva il fucile carico ed imbracciato. Quattro le sanzioni amministrative complessivamente contestate. Tra queste proprio quelle relative alle violazioni per mancata distanza da strade e abitazioni.

Il cacciatore trovato in possesso del fucile a pompa è stato invece denunciato a piede libero all’Autorità Giudiziaria.

lunedì 16 settembre 2013

Pescara, uccise 17 tortore (protette): controllati 150 cacciatori

PESCARA. Nel corso di un servizio di controllo del territorio, effettuato ieri dalla polizia provinciale di Pescara e dalle Guardie Ecologiche Volontarie, in occasione della giornata di apertura della caccia, sono stati identificati 150 cacciatori.
Inoltre e' stato eseguito un sequestro di munizioni abbandonate e tortore abbattute. Il rinvenimento e' avvenuto in localita' Colle Carpini di Loreto Aprutino, in un campo di girasoli.

Le Guardie ecologiche volontarie hanno trovato due cinturoni abbandonati pieni di cartucce (erano 37 munizioni, di calibro 12) e 17 carcasse di tortore dal collare (Streptopelia Decaocto), magnifico esemplare di volatile protetto. Il medico veterinario ha riscontrato l'abbattimento delle tortore per ferite da pallini da caccia per cui si e' proceduto al sequestro ed e' stata inoltrata una comunicazione di reato a carico di ignoti alla Procura della Repubblica di Pescara per abbandono di munizioni e caccia vietata alla specie protetta. «Chi ha ucciso questi volatili», commenta il comandante della polizia provinciale Giulio Honorati, «non e' un cacciatore. I veri cacciatori, che amano e rispettano l'ambiente, osservano le norme e assicurano collaborazione a noi e alle Guardie ecologiche Volontarie, anche segnalando illeciti in materia venatoria» . Il servizio, andato avanti dalle 5 alle 14, ha visto la partecipazione di quattro pattuglie della polizia provinciale, dirette dal comandante Honorati, e tre squadre delle Guardie Ecologiche Volontarie, coordinate da Liliana Febo.

domenica 15 settembre 2013

Apertura della caccia, mattanza di animali, uomini... e diritti

Oggi si apre in quasi tutta Italia la stagione di caccia, un appuntamento che, secondo stime delle associazioni, coinvolge un numero di cacciatori che variano dai 250.000 ai 300.000. "Un vero e proprio esercito di doppiette - afferma l'Aidaa (Associazione italiana Difesa Animali e Ambiente) - assolutamente fuori controllo e senza alcuna limitazione nello sparare a tutto quello che si muove. L'Ue ci tiene sotto osservazione perché continuiamo a disapplicare le norme devastando territorio e specie a rischio. Una ricerca Usa: più armi più morti.

Di caccia muoiono anche le persone
Di caccia infatti non muoiono solo milioni di animali inermi ogni anno, ma negli ultimi anni sono morte 63 persone, mentre 208 sono rimaste ferite di loro 119 hanno riportato lesioni permanenti". "Secondo la rivista dei cacciatori Big Hunter, continua l'Aidaa in una nota - i cacciatori italiani sono circa 800.000, a loro si dovrebbero aggiungere oltre 300.000 bracconieri. L'attivita' venatoria, dice il presidente di Aidaa Lorenzo Croce, "e' un anacronismo oramai inaccettabile che riguarda una minoranza risicata di italiani (1%); loro la chiamano sport, noi assassinio di animali. Oltre ai 300.000 bracconieri, e' grave che tra gli stessi cacciatori almeno 100.000 hanno un eta' superiore ai 70 anni e 5.000 sono sopra gli 80 anni il che dovrebbe voler dire revoca immediata della licenza, che invece viene ancora concessa senza troppe difficolta' dalle questure italiane".

"Norme disapplicate", l'Ue potrebbe sanzionarci
A distanza di tre anni dall'approvazione del recepimento delle norme europee, che prevedono la massima tutela delle specie durante la fase della migrazione e della riproduzione e l'esclusione dalla lista delle specie cacciabili per quelle che sono in stato di conservazione sfavorevole, secondo la Lipu-BirdLife siamo in presenza di norme e regole disapplicate in molte regioni, caccia in periodo di migrazione e bracconaggio dilagante. "Purtroppo molte Regioni faticano ancora a dare piena applicazione alla direttiva europea- dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife Italia- Umbria, Lazio, Toscana, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia hanno ignorato le novita' normative introdotte con la legge comunitaria del 2010 e le indicazioni scientifiche dell'Ispra, continuando a varare calendari venatori impostati piu' per rispondere alle richieste del mondo venatorio che per stabilire modalita' di caccia in sintonia con le esigenza di tutela come impone la direttiva comunitaria". 

Segnali positivi dal Sud
Segnali positivi arrivano da alcune regioni del Sud Italia, che hanno ridotto per varie specie la stagione venatoria, varando calendari venatori che recepiscono parte delle indicazioni scientifiche provenienti dall'Ispra. Particolarmente positivo il comportamento del Molise, che ha integralmente recepito le indicazioni dell'Istituto per la protezione ambientale. Del tutto irrisolto purtroppo il problema delle 19 specie in cattivo stato di conservazione per le quali e' autorizzata la caccia. Le regole prevedono che, in attesa di adeguati piani di gestione, si debba sospendere per queste specie, in via cautelativa, l'attivita' venatoria. Alcune Regioni hanno escluso dalla lista delle specie cacciabili moretta e combattente, ma per altre 17 il problema persiste. 

Bracconieri in azione
"Il problema del bracconaggio rimane drammatico e insoluto- prosegue il presidente Lipu- pene inadeguate e controlli ancora largamente insufficienti fanno si' che l'illegalita' venatoria sia ancora profondamente radicata". Per il numero uno della Lega italiana protezione uccelli "e' arrivata l'ora che le norme siano applicate in modo puntuale e che le indicazioni del mondo scientifico siano pienamente rispettate. La fauna selvatica- conclude- e' un bene del Paese, quindi di tutti, e non un qualcosa a uso e consumo di pochi".

"19 specie a rischio", un appello al Governo
Secondo quanto dichiarato dal ministero dell'Interno in risposta ad una interrogazione parlamentare, dati certi parlano ancora di una "relativa stabilita' del numero dei cacciatori che si attestano sull'1% della popolazione". Del resto, sono numerose le preoccupazioni dei cacciatori per il calo numerico denunciato dalle stesse associazioni venatorie e sottolineato non solo da molte interrogazioni regionali ma anche da altrettante fonti di stampa. La caccia, lentamente, malgrado ogni tentativo di riportarla in auge anche tra gli italiani, si avvicina in modo inesorabile all'estinzione che l'Enpa "si augura avvenga il piu' velocemente possibile". Gli italiani, fa notare l'Ente, "si continuano a chiedere perche' i cacciatori, che pure si ergono a difensori dell'ambiente e della natura, continuano a voler uccidere per 'divertimento' ben 19 specie le cui popolazioni sono particolarmente in crisi, in Italia come all'estero, al punto che l'Europa stessa ci chiede di sospenderne il prelievo". Per questo motivo, rivolge questa stessa domanda al Governo, "facendo appello al rispetto delle regole comunitarie, al rispetto dei pareri scientifici, all'assoluta necessita' di tutela di una biodiversita' sempre piu' impoverita e devastata nei suoi habitat".

"Più armi più morti", una ricerca Usa
Dagli Usa, secondo una ricerca ricerca che copre un periodo di 30 anni (1981-2010) e riguarda 50 stati, è stata scoperta una "correlazione robusta" tra i livelli stimati di possesso di armi e gli omicidi legati alle pistole a livello statale. Per ogni punto percentuale di aumento della prevalenza di possesso di armi, il tasso di omicidi aumentava dello 0,9 per cento. Gli studiosi sottolineano che e' teoricamente possibile che le persone siano piu' propensi ad acquistare armi se vivono in Stati con livelli piu' elevati di omicidi da arma da fuoco, innescando così un circolo vizioso.

Termoli. "Qui non si dorme più, i cacciatori già sparano e i bossoli sono sui nostri balconi"

"Qui non si dorme più, i cacciatori già sparano e i bossoli sono sui nostri balconi"

TERMOLI. Protestano vivamente i residenti di Porticone (zona via Catania, Cagliari e limitrofe) perchè "nonostante la stagione venatoria si apre ufficialmente il prossimo 15 settembre, è già una settimana che a partire dalle cinque del mattino alcuni pseudo cacciatori ci sparano quasi contro".

"Probabilmente provenienti dalla zona del Sinarca, queste persone - prosegue la cittadina che ci ha contattato per la segnalazione - si fanno beffa delle leggi e delle norme attuali e disturbano la nostra quiete in modo assurdo e ingiustificabile. Quanto mi secca ancor di più, tra l'altro, è che a pochi metri vi è la stazione della Forestale: perchè non interviene? Come mai ancora non fa nulla?".

"Al mattino dobbiamo andare a lavorare e la notte non si riposa più, diciamo basta a questi abusi".

La denuncia della cittadina prosegue elencando le tempistiche assegnate, le tipologie di animali e le singole disposizioni in merito alla norma che sancisce la stagione venatoria portando alla luce, tra l'altro, anche altri illeciti che gli anonimi denunciati compiono con questi gesti. 

"Spero vivamente si possano far rispettare le norme e si provveda a sanzionare quanto prima i trasgressori: è la stagione venatoria, non la stagione dell'irregolarità".

venerdì 13 settembre 2013

Viterbo. Lasciato dalla moglie minaccia di uccidersi con fucile da caccia

VITERBO – Aveva già imbracciato il suo fucile da caccia e stava per premere il grilletto. Prima che riuscisse a mettere in atto l’estremo gesto, però, sono arrivati sul posto gli agenti della questura che, ricevuta la segnalazione alla sala operativa, sono riusciti a bloccarlo.

Tutto ha avuto inizio alle 15 di ieri (11 settembre), quando gli agenti della volante e dell’ufficio prevenzione della questura, dopo l’allarme lanciato dai familiari, si sono recati poco fuori il centro abitato di Viterbo, lungo la Cassia.

L’uomo, che di recente si è separato dalla moglie, è stato trovato dentro il garage di sua proprietà con un fucile in mano e altri cinque accanto. Vista la pericolosità, dopo aver indossato i giubbotti antiproiettili e messo in sicurezza la zona, gli agenti hanno cercato di convincere l’uomo a consegnare l’arma e a uscire fuori.

Tutti i tentativi, però, sono andati vani, fino a quando sul posto è arrivato il vicequestore e capo della squadra mobile, Fabio Zampaglione. Con l’ausilio di una scala è riuscito a raggiungere una feritoia del locale dove il 50enne si era barricato e a dialogare con lui. Dopo una lunga opera di dissuasione è riuscito a convincere l’uomo a lasciare le armi e a uscire fuori.

Tutte le armi in suo possesso e la licenza di caccia sono state sequestrate. L'uomo è stato riaccompagnato a casa.

lunedì 2 settembre 2013

Gavorrano (GR) – Cacciatore prende a pugni una lepre

GEAPRESS – Una macchina che si ferma nei pressi della strada provinciale Aurelia. Lo sportello che si apre e la canna del fucile di un cacciatore che, comodamente seduto, avrebbe sparato contro una lepre.

A Grilli, frazione di Gavorrano (GR), si trovavano ieri a transitare anche le Guardie della LAC, Lega per l’Abolizione della Caccia, subito intervenute. Veniva coì accertato che il cacciatore aveva puntato contro una grossa lepre nel bel mezzo dei filari di una vigna. Incredibilimente, però, il cacciatore avrebbe portato a compimento un atto già non previsto dalla legge sulla caccia, prendendo per il collo la povera lepre ancora ferita e colpendola ripetutamente a pugni.

L’immediato intervento delle Guardie ha però impedito l’uccisione dell’animale.

Sul posto è arrivata immediatamente una pattuglia della Polizia Provinciale di Grosseto, ed è iniziata la corsa verso l’ambulatorio del Dott. Marco Aloisi di Semproniano per salvare la vita alla Lepre giunta sul posto ancora viva.

Varie le ipotesi di reato contestate al cacciatore: sparo in luogo pubblico, esercizio della caccia in periodi di divieto generale nonché il maltrattamento di animali. Il fucile da caccia è stato posto sotto sequestro.

Guidonia (RM), incidente di caccia: 58enne ferito da colpo di fucile

Guidonia, incidente di caccia: 58enne ferito da colpo di fucile

Guidonia, incidente di caccia: 58enne ferito da colpo di fucile
L'uomo, 58 anni, ha riportato ferite ad un occhio, al viso e al torace. Ad accompagnarlo in ospedale il collega di caccia che per un incidente l'ha ferito“

Incidente di caccia in località La Botte, nel comune di Guidonia Montecelio. Un cacciatore di 58 anni è rimasto ferito dal colpo sparato da un suo collega appartenente ad un altro gruppo di caccia. La vittima è stata colpita a un occhio, al viso e al torace. Le sue condizioni sono gravi ma non sarebbe però in pericolo di vita.

Ad accompagnarlo in ospedale a Tivoli sarebbe stato lo stesso collega che ha esploso il colpo. Secondo una prima ricostruzione degli uomini del commissariato di Tivoli, il cacciatore avrebbe sparato contro un cinghiale ma per sbaglio avrebbe colpito il 58enne collega. In corso ulteriori accertamenti per verificare le testimonianze delle persone coinvolte.

APERTURA DELLA STAGIONE - Quello di oggi è il primo giorno della stagione venatoria. Un'apertura anticipata nel Lazio che ha suscitato non poche polemiche. "Il provvedimento, in armonia con le Regioni limitrofe, nell’ottica di una scelta equilibrata, è stato fatto in continuità con lo spirito che ha portato all’approvazione del Calendario venatorio e del regolamento per la stagione 2013/2014" ha fatto sapere la Regione Lazio in una nota.

"L’esercizio venatorio da appostamento, fisso o temporaneo e senza l’ausilio del cane è consentito dalle ore 5.40 alle ore 19.35 alle specie: cornacchia grigia, gazza, ghiandaia, merlo e tortora". Ammessi solo i cacciatori con residenza anagrafica nella regione Lazio.

Fonte: romatoday.it del 01 settembre 2013




Marche. Tubercolosi nei cinghiali. LAC: togliere la gestione ai cacciatori

Dopo il recente ritrovamento di carcasse di cinghiali morti nel fiume Esino, probabilmente malati di tubercolosi bovina, si ripropone l’annoso problema della gestione della popolazione del cinghiale nella nostra Regione. Come LAC abbiamo richiesto all'assessore regionale Paola Giorgi la sospensione cautelativa della caccia al cinghiale per la prossima imminente stagione, in modo da permettere un monitoraggio a tappeto sullo stato di salute di tutta la popolazione marchigiana del cinghiale, verificare la diffusione della tubercolosi, ed approntare poi le decisioni da prendere, sia per tutelare la salute dei cittadini, che il lavoro degli allevatori di bestiame. Sulla proposta di sospensione della caccia, la Coldiretti si è però detta contraria, perché “lo stop alla caccia significherebbe aggravare una situazione, quella dei danni agli agricoltori, già drammatica, che non apporterebbe alcune beneficio”. Noi della LAC siamo convinti invece che per affrontare seriamente, ed in via definitiva il problema dei danni procurati dai cinghiali, bisognerebbe incidere sugli interessi consolidati dei cacciatori, i quali, come è noto, dalla caccia al cinghiale ne ricavano una significativa fonte di reddito, vendendo ai ristoranti gli animali abbattuti nel corso delle battute di caccia. L’unico soggetto che ha quindi interesse ad avere un'alta presenza di cinghiali sul territorio è proprio il cacciatore. Se i cinghiali sono oggi così numerosi è infatti a causa dei ripopolamenti venatori effettuati con animali d’allevamento e importati dall’Est europeo. Tali pratiche, legali fino a metà degli anni ’80, continuano ancora oggi illegalmente. Senza parlare poi del florido commercio clandestino di cinghiali uccisi dai bracconieri, venduti al nero e senza alcun tipo di controllo sanitario. E’ necessaria quindi una rivoluzione metodologica nell’affrontare il problema del cinghiale, che parta dall’esclusione dei cacciatori da ogni intervento di controllo e dal divieto di caccia alla specie. Vietare la caccia al cinghiale, ed escludere i cacciatori dagli interventi di controllo dei cinghiali, farebbe infatti perdere automaticamente l’interesse venatorio sul cinghiale. Far pagare inoltre ai cacciatori tutti i danni prodotti dai cinghiali attraverso l’aumento delle tasse di concessione venatoria. Vietare la detenzione, l’allevamento, il trasporto di cinghiali vivi. Investire risorse sugli studi, oggi pressoché abbandonati, tendenti a perfezionare e codificare misure incruente di prevenzione dei danni da cinghiali. Sostenere finanziariamente delle misure di prevenzione dei danni (recinzioni elettrificate, dissuasori a ultrasuoni, dissuasori chimici, contraccezione, ecc..). Infine realizzare degli attraversamenti stradali protetti per la fauna selvatica. Senza questa presa di coscienza da parte di politici, amministratori ed addetti ai lavori, ciclicamente, ad ogni incidente stradale o ad ogni ritrovamento di carcasse di animali uccisi di frodo, si tornerà a parlare di “cinghiali”, ognuno però dal proprio punto di vista particolare ed interessato, ma il problema resterà irrisolto, per la goduria di cacciatori e bracconieri!

Ancona, li 30 Agosto 2013 Danilo Baldini – Delegato regionale LAC Marche

Toscana. Pre-apertura caccia, Sel: "Sempre più forti le lamentele dei cittadini, che anche nei social network come facebook denunciano gli spari fin dalle quattro del mattino"

COMUNICATO STAMPA, Firenze, 1 Settembre 2013

Pre-apertura caccia, Romanelli (Sel): "Sempre più forti le lamentele dei cittadini, che anche nei social network come facebook denunciano gli spari fin dalle quattro del mattino e alcuni confessano la paura ad uscire di casa". "La politica non può ignorare questo dissenso e non può continuare ad affidare alla caccia la soluzione degli squilibri ecologici e dei danni all'agricoltura"


"Oggi, il giorno di pre-apertura della caccia, è festa grande per chi considera uno sport e un divertimento uccidere altri esseri innocenti, ma chi abita in campagna e magari di Domenica vorrebbe non essere svegliato alle quattro del mattino, o semplicemente chi in campagna vorrebbe andarci per vivere una giornata di pace, oggi è un cittadino di serie B" - così Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, a commento della preapertura odierna della stagione venatoria.

"Gli squilibri ecologici sempre più marcati tra le popolazioni di animali, i conseguenti danni all'agricoltura provocati da animali in sovrannumero, costituiscono la foglia di fico della politica che cerca soltanto i voti dei cacciatori e che non può più sostenere che la caccia è uno sport, oppure una bella tradizione da conservare" - "Ormai, grazie al lavoro delle associazioni animaliste che hanno diffuso una sensibilità sempre più forte tra i cittadini, uccidere per divertimento non è più difendibile tout court, e allora agricoltura ed ecologia vengono reclutate come supporto ideologico per continuare come e peggio di prima. In questo senso l'Assessore all'Agricoltura Salvadori, nell'annunciare il provvedimento, ha dimostrato onestà intellettuale nell'ammettere, parole quasi testuali, che il provvedimento consiste in una mediazione tra gli interessi dell'ambiente e le aspettative delle associazioni venatorie".

"Questa parziale ammissione rivela che la foglia di fico è sempre più piccola e copre sempre di meno. Gli squilibri ecologici e i danni all'agricoltura, i costi pubblici degli indennizzi agli agricoltori, sono sempre maggiori e soprattutto lo sono dove ci sono tanti cacciatori, ad esempio in Veneto e in Toscana, disvelando a chi non vuole nascondere la testa sotto la sabbia che la caccia non è la soluzione, bensì è parte del problema".

"Il ripristino degli equilibri ecologici e degli habitat, la valorizzazione delle aree protette, la gestione scientifica e incruenta del patrimonio faunistico, sono un'altra grande opera necessaria per il Paese, che può mettere al lavoro competenze scientifiche e universitarie, tanti giovani laureati in scienze forestali, biologiche, naturali, che non trovano lavoro e se ne vanno dall'Italia... sarebbe un pochino più serio affidarsi a loro che alle doppiette!"

"Per concludere, devo però dire che una nota di flebile speranza questa giornata la porta: ovvero la crescente protesta dei cittadini, che si evince dalle email che arrivano alle nostre caselle postali o da quello che la gente dice nei social network come facebook. Oggi ho visto, proprio su facebook, decine di cittadini lamentarsi per gli spari fin dall'alba, e alcuni confessare di aver paura ad uscire di casa. Credo che la voce della protesta debba levarsi sempre più alta e forte verso la politica, che non può più insistere ad ignorare queste istanze" - conclude Romanelli.

MAURO ROMANELLI - CONSIGLIO REGIONALE TOSCANA


Perugia. Caccia, raffica di multe per la preapertura

PERUGIA I boschi battuti al tappeto. Oltre 200 controlli e ben 28 multe. 
Tanti i verbali messi nero su bianco dalla polizia provinciale nei confronti di cacciatori che hanno sparato troppo vicino alle case o hanno sistemato appostamenti fissi “irregolari”. Gli agenti della Provinciale hanno anche sequestrato due fucili. Tante le chiamate alla centrale operativa della Polizia Provinciale di Perugia per segnalare situazioni di pericolo e tante le richieste di intervento per verificare il rispetto delle regole. Segnalati anche incendi di sterpaglie nell’altotevere e nell’eugubino: potrebbero essere legati proprio alla giornata di caccia. Ben 40 le pattuglie impegnate per la giornata “straordinaria”.