martedì 23 aprile 2013

Molise. Per sparare ai cinghiali niente pallini di piombo. «Il metallo è nocivo alla salute del consumatore»

CAMPOBASSO Niente proiettili di piombo per la caccia al cinghiale in Molise, perché sono nocivi per la salute umana. È il senso di una sentenza destinata a «fare giurisprudenza» e anche parecchio clamore nel mondo venatorio, emessa dalla prima sezione del Tribunale amministrativo regionale, che ha accolto il ricorso presentato dalla Lega per l’abolizione della caccia e dall’associazione «Vittime della caccia». La prescrizione non riguarda solo i cinghiali, ma tutti gli ungulati, e quindi anche daini, caprioli e mufloni. Le due associazioni avevano impugnato il calendario venatorio regionale per due aspetti, entrambi condivisi dal Tar: il primo si riferiva alla durata del periodo di caccia alla lepre, che deve essere circoscritto tra il 15 ottobre e il 30 novembre come raccomanda l’Ispra, l’Isituto per la tutela della fauna selvatica, e non tra il 16 settembre e il 31 dicembre 2012 come voleva la Regione. Il secondo profilo riguardava proprio la tipologia di proiettili usati per la caccia agli ungulati, tra cui il cinghiale. Contro il ricorso degli ambientalisti si erano costituiti la Regione, e il comitato di gestione di un ambio territoriale di caccia di Campobasso, che tra l’altro avevano proposto un’eccezione di competenza territoriale. «Se è vero che la fauna selvatica è proprietà dello Stato - hanno chiarito i giudici - è altresì vero che tutti i provvedimenti impugnati sono atti della Regione», e in quanto tali esplicano i propri effetti in Molise.

I giudici (Goffredo Zaccardi, presidente, Orazio Ciliberti, estensoreAntonio Andolfi, referendario), hanno ricordato che il parere dell’Ispra non può essere disatteso. si dà il caso che proprio in quel parere l’Istituto avesse invitato la Regione Molise a proibire l’uso delle munizioni di piombo nella caccia agli ungulati, poiché tale elemento «risulta nocivo sia per l’uomo sia per i rapaci necrofagi, quando essi assumono nella nutrizione la carne di ungulati attinti da piombo. Anche tale parere tecnico è stato inopinatamente disatteso dalla Regione, nella parte dei provvedimenti impugnati in cui ha omesso di vietare l’utilizzo di munizioni in piombo nella caccia agli ungulati».

Secondo il Tar l’amministrazione, oltre tutto, avrebbe dovuto motivare con argomenti plausibili le ragioni per le quali ha ritenuto di non seguire le indicazioni dell’organismo tecnico, e non lo ha fatto. Per questo motivo ha dichiarato illegittimi i provvedimenti impugnati « per eccesso di potere e per difetto di motivazione». condannando la Regione al pagamento di una parte delle spese di giudizio.

lunedì 15 aprile 2013

Bolzano. In malattia ma andava a caccia: licenziato

BOLZANO. Tra pochi giorni sarà licenziato perché è stato sorpreso ad andare a caccia mentre era in malattia. La notizia è trapelata nelle scorse ore ed è stata confermata dal direttore della ripartizione personale della Provincia Engelbert Schaller, che - essendo il procedimento disciplinare ancora in corso - preferisce aggiungere il meno possibile. «Lei cosa avrebbe fatto? Nei giorni scorsi c’è stata la prevista audizione del diretto interessato che sostanzialmente, pur fornendo alcune giustificazioni, ha confermato ogni addebito. Con ogni probabilità applicheremo la sanzione più grave, ovvero il licenziamento. E sono convinto che, questa volta, nessuno avrà nulla da ridire». Neppure i sindacati di categoria, probabilmente, che dopo la vicenda dei tre giardinieri comunali meranesi che hanno patteggiato in tutta fretta un anno e sei mesi per «assenteismo», stanno cercando soprattutto di contenere i danni.

La storia. Del dipendente provinciale in questione sappiamo che non è un dirigente e nemmeno un quadro. Con ogni probabilità si tratta di un operaio o di un impiegato con l’hobby della caccia che questa volta è stato tradito dal desiderio di imbracciare la doppietta nei boschi vicino a casa, in una valle vicina a Bolzano. Il dipendente fannullone pare sia andato dal medico per un problema fisico - c’è chi sostiene si trattasse di un forte dolore agli arti inferiori e chi invece scommette su un mal di schiena cronico - e ha ottenuto, come da copione, un regolare certificato medico che gli consentiva di stare a casa dal lavoro. Fin qui, nessun problema. Nel senso che anche i colleghi e i dirigenti dell’ufficio per cui lavora - non è ancora trapelata la ripartizione alla quale appartiene - si sono limitati a prendere atto dell’assenza per malattia.
La segnalazione. La sfortuna del cacciatore provetto in forza all’amministrazione provinciale è stata che un solerte (quasi troppo) vicino di casa, al quale non stava simpatico, lo avrebbe visto inoltrarsi nel bosco con l’abituale tenuta da caccia. Sapendo che era in malattia ha provveduto ad avvisare la Provincia, ma senza fornire nome e cognome. «Molte segnalazioni - ammette il direttore della ripartizione personale Schaller - sono anonime. In questo caso abbiamo disposto una serie di verifiche che ci hanno consentito di avere conferma che il dipendente in questione andava effettivamente a caccia mentre era in malattia. Di qui la decisione di aprire un procedimento disciplinare che, salvo clamorose sorprese, dovrebbe portare appunto al licenziamento».
I precedenti. Non si tratta, peraltro, della regola ma dell’eccezione. A confermarlo sono le cifre. Nel 2009 i dipendenti provinciali licenziati sono stati 5, nel 2010 a perdere il posto sono stati solamente in 2, mentre nel 2011 siamo saliti a 3. L’ultimo dato del 2012 risale al 31 ottobre: in dieci mesi a perdere il posto sono state due persone. Nel 2013, cacciatore compreso, dovremmo arrivare a due.
Fonte:altoadige.it del 13 aprile 2013

Reggio Emilia. Mira alla quaglia ma prende in pieno l'amico

Mira alla quaglia ma prende in pieno l'amico

Incidente di caccia a Castellarano

Un 36enne comasco è rimasto ferito a un orecchio durante una battuta

Reggio, 14 aprile 2013 - Incidente di caccia questa mattina nel reggiano. Un 36enne comasco è rimasto ferito durante una battuta che si svolgeva a San Valentino di Castellarano. Secondo quanto accertato dai carabinieri, l’uomo è stato ferito in maniera non grave all’orecchio sinistro dai pallini esplosi da un 35enne modenese, suo compagno di caccia, che aveva esploso un colpo nel tentativo di colpire una quaglia.
Il ferito, subito soccorso dal compagno di caccia, è stato portato dall’elisoccorso all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Sull’esatta dinamica dell’incidente sono in corso gli accertamenti a cura dei carabinieri di Castellarano.