martedì 30 ottobre 2012

Cabras (OR), cigno nero ferito da una fucilata. L'episodio dopo uccisione di 4 fenicotteri

Ancora spari in laguna, a Cabras. Dopo l'uccisione di quattro fenicotteri, ieri un cigno nero è stato ferito da una scarica di pallini.

L'esemplare è stato soccorso dagli uomini della Forestale. Aveva un'ala spezzata ed era stato raggiunto all'addome da una scarica di pallini. Si trova ora nella clinica Duemari di Oristano. E' scattata la caccia ai bracconieri che da diverso tempo imperversano sulla laguna.

Cagliari. Ferito comandante dei barracelli. Il fuoco parte dal fucile di un amico

L'uomo partecipava a una battuta di caccia con alcuni amici.

Stefano Cencetti, comandante della compagnia barracellare di Villa San Pietro, mentre partecipava a una battuta di caccia con due amici nel territorio di Bacchixeddu è stato centrato accidentalmente dai proiettili sparati dal fucile di un compagno. I pallini hanno colpito l'uomo a un orecchio, alla spalla e al braccio destro. Cencetti è stato soccorso dai volontari dell'Avos di Sarroch e poi trasportato in ospedale. Le sue condizioni non sono gravi. Intanto, i carabinieri di Pula, indagano sull'episodio per ricostruire la dinamica dell'incidente e per capire da quale fucile sia stato esploso il colpo che ha raggiunto e ferito il comandante.
Fonte: unionesarda.it del 29 ottobre 2012

venerdì 26 ottobre 2012

Servizio di Striscia la Notizia sulla caccia

Guarda qui il servizio di Striscia la Notizia sulla caccia

giovedì 25 ottobre 2012

Caccia: uomo trovato morto nel verbano, probabile incidente

Torino, 25 ott. (Adnkronos) - Un cacciatore di 75 anni e' stato trovato
morto, colpito da una pallottola, in un capanno di caccia nella zona della
Piana dei Monti sopra Madonna del Sasso, nel verbano. Si pensa a un
incidente di caccia. Sul posto per ricostruire quanto avvenuto, ci sono i
carabinieri di Omegna. L'uomo, trovato all'interno di un capanno di caccia,
probabilmente si e' trovato accidentalmente in qualche traiettoria di sparo.
Gli uomini del Soccorso Alpino di Borgosesia sono stati allertati nella
serata di ieri da conoscenti dell'uomo che era uscito per una battuta di
caccia non era rientrato nella sua casa a Madonna del Sasso. Nella notte i
soccorritori lo hanno trovato e avvisato l'autori! ta' giudiziaria. 

domenica 21 ottobre 2012

Brescia. Sabotaggio all'auto delle guardie del Wwf: manomessi i freni. Possibile la vendetta di qualche cacciatore del posto

In discesa hanno rischiato la vita; possibile la vendetta di qualche cacciatore del posto

Vigilano sull'attività dei cacciatori, fanno rispettare la legge girando per boschi a caccia di bracconieri, armati solo di penna e verbali. Sono odiatissimi dai cacciatori-bracconieri e giovedì 18 ottobre, sui monti sopra a Lumezzane, tre guardie venatorie del Wwf hanno subito un attacco gravissimo: la loro auto è stata manomessa. Hanno rischiato grosso quando sono saliti sulla piccola Panda e hanno iniziato a scendere a valle. Alla prima curva la guardia alla guida ha cercato di frenare, ma il pedale è sceso fino in fondo. A vuoto. Il volontario del Wwf ha pigiato di nuovo, con violenza, ma nulla.

Allora si è attaccato al freno a mano e, nonostante un piccolo testa-coda, l'utilitaria è uscita indenne dalla curva. Il resto della strada è stato percorso in prima. Poi la richiesta di aiuto a un meccanico e la scoperta: qualcuno aveva tagliato il tubo dell'olio dei freni trasformando la Panda in un'arma innescata. I tre volontari se la sono cavata con uno spavento, ma sono abituati all'atteggiamento ostile di chi caccia senza rispettare le regole. E devono adeguarsi anche alle disposizioni della Provincia che impone il limite di tre volontari per ogni equipaggio, con il rischio che le auto - che i bracconieri conoscono benissimo - restino incustodite.
Wilma Petenzi


CACCIA: 13 MORTI IN 35 GIORNI DI STAGIONE VENATORIA

ROMA - In 35 giorni effettivi di caccia, dal 1 settembre al 20 ottobre, le armi dei cacciatori, hanno ucciso 13 persone,tra cui un bambino, e ne hanno ferite 33, tra cacciatori e non.


VITTIME. E' quanto emerge dall'analisi dei dati dell'Associazione Vittime della caccia. Senza contare, ancora, precisa l'Associazione in una nota, ''gli innumerevoli fatti che hanno avuto un epilogo fortunato: sono i casi di minacce, prepotenze, spari andati a vuoto, intimidazioni ecc. da parte di "legali detentori di armi ad uso caccia" contro altre persone''. ''La questione non è più su caccia-si/caccia-no, qui si tratta di fermare una vera strage. Le opinioni contano poco di fronte a questi fatti" precisa Daniela Casprini presidente dell'Associazione Vittime della caccia Secondo l'Associazione i cacciatori in Italia sarebbero 720mila.

sabato 20 ottobre 2012

Pavia. Incidente di caccia, sedicenne ucciso per sbaglio da un amico

E' successo in località Quarti, a Castana, un piccolo comune dell'Oltrepò Pavese. Il ragazzo

è stato raggiunto dal colpo esploso per errore dall'amico che aveva accompagnato nella battuta

Un ragazzo di 16 anni è morto nel pomeriggio, poco prima delle 16, dopo essere stato ferito durante una battuta di caccia nelle campagne di Castana (Pavia) nelle colline dell'Oltrepo' Pavese. Il giovane è stato colpito per errore da un amico che stava accompagnando. E' subito scattato l'allarme. Sono intervenuti gli operatori del 118, ma purtroppo non c'è stato nulla da fare. Il giovane è morto per le gravissime ferite. I carabinieri di Stradella hanno subito avviato accertamenti per far luce sull'episodio.

L'adolescente è stato colpito all'addome da un colpo partito accidentalmente durante la battuta di caccia in una brughiera. La chiamata al 118 è giunta alle 15.36 e i soccorritori accorsi sul posto hanno tentato di rianimare il 16enne, che è però spirato. Gli accertamenti sono condotti dai carabinieri della compagnia di Stradella.

Fonte: repubblica.it del 20 ottobre 2012

mercoledì 17 ottobre 2012

Cuneo. Muore in un incidente di caccia

Proiettile partito accidentalmente da fucile compagno

(ANSA) - CUNEO, 17 OTT - Un uomo e' morto stamane in un incidente di caccia avvenuto in una zona boschiva sopra Garessio. L'uomo sarebbe stato colpito accidentalmente da un colpo partito dal fucile da un altro cacciatore che faceva parte con la vittima di un gruppo di amici. Inutili i soccorsi. Sull'incidente stanno indagando carabinieri e Forestale. L'identita' della vittima non e' stata ancora comunicata.

Denunciato il cacciatore che ha ucciso un ibis a S. Vincenzo (LI)

Un cacciatore della provincia di Lucca è stato denunciato all'autorità giudiziaria per l’uccisione, avvenuta lo scorso sabato, di un esemplare di Ibis Eremita (Geronticus eremita) e il ferimento di un secondo Ibis nelle campagne di San Vincenzo.

Il fatto era stato segnalato da ricercatrici austriache che fanno capo al progetto internazionale "Waldrappteam" che mira alla reintroduzione della specie, estinta in Europa da secoli. Le indagini sono state condotte dalla Polizia Provinciale di Livorno e dal Corpo Forestale dello Stato di Livorno (Nucleo Operativo Speciale di Cecina) che hanno ricostruito i movimenti degli esemplari, muniti di trasmettitore GPS.

martedì 16 ottobre 2012

Ibis eremita del Progetto Waldrappteam colpiti a fucilate

Goja il primo ibis eremita a compiere autonomamente la migrazione è morto

Oggi, purtroppo è un giorno molto triste per il progetto austriaco Waldrappteam. Il progetto nato nel 2002 ha come obiettivo lo studio e la conservazione della rarissima specie Ibis eremita, Geronticus eremita.

Si tratta di un uccello ormai estinto in Europa almeno 200 anni fa, inserito nella lista rossa dell’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) e presente allo stato selvatico solo in alcune aree ristrette del nord Africa, in particolare in Marocco dove sono presenti circa 450 individui.

Due Ibis eremita del progetto sono stati colpiti a fucilate sta mattina nei pressi di San Vincenzo, Follonica -Grosseto praticamente sotto agli occhi esterefatti di una volontaria del Waldrappteam.

I due soggetti stavano migrando verso sud, partiti dalla Baviera stavano ormai per raggiungere la meta situata presso l’Oasi WWF della Laguna di Orbetello.

Ogni anno infatti il Waldrappteam alleva un gruppo di Ibis eremita con il metodo dell’imprinting. Alcuni studiosi, si sostituiscono ai genitori naturali e successivamente insegnano agli uccelli a volare a seguito di un paraplano a motore. In questo modo nel mese di settembre viene insegnata agli ibis la rotta migratoria che li porta dal quartiere riproduttivo in Baviera (Burghausen e Salisburgo) fino al quartiere scelto per lo svernamento presso l’Oasi WWF della laguna di Orbetello.

Una volta adulti, intorno ai 2-3 anni di età gli ibis dovrebbero ripercorrere da soli la rotta a ritroso, fino a raggiungere la Baviera per riprodursi nelle aree da dove loro stessi erano partiti anni prima.

L’obiettivo del progetto è piuttosto ambizioso e finora gli ibis eremita non erano mai riusciti a ripercorrere la rotta fino a destinazione.

I primi successi sono arrivati proprio tra il 2011 ed il 2012, quando Goja una femmina adulta è riuscita per la prima volta a migrare da sola dalla Toscana a Burghausen. Goja ora stava per raggiungere l’Oasi WWF di Orbetello, seguita da due giovani a cui stava insegnando la rotta migratoria. Goja, però, purtroppo a pochi chilometri dalla salvezza è stata uccisa a fucilate. Assieme a lei è stato colpito anche uno dei due giovani ibis che la seguiva, l’altro è scomparso.



Si tratta di un evento che potrebbe pregiudicare seriamente il futuro del progetto. Le prime avvisaglie le avevamo già avute ieri, quando un altro ibis eremita, Domino, è stato recuperato in gravi condizioni presso Cecina,Livorno. L’ibis colpito anche in questo caso da arma da fuoco, si trova ora presso l’ambulatorio del Cruma-Lipu, di Livorno, dove il Dr. Ceccherelli ha già provveduto ad operarlo. La prognosi rimane riservata, ma speriamo che riesca a riprendersi totalmente.

Il bracconaggio minaccia seriamente la salvaguardia di questa specie e non solo nonchè il futuro del progetto. Quest’anno, proprio per limitare le perdite il Waldrappteam ha sospeso la ”migrazione guidata” e la squadra si sta dedicando ad una campagna di informazione e sensibilizzazione con lo scopo di divulgare gli obiettivi del progetto ed evitare che altri ibis vengano abbattuti illegalmente.

La specie presenta delle caratteristiche piuttosto peculiari e difficilmente può essere confusa con specie cacciabili.

Il Waldrappteam da quest’anno ha ottenuto anche diverse dichiarazioni di supporto al progetto da molte associazioni italiane e tra queste anche dalla Federcaccia che condanna a sua volta questi atti deliberati di bracconaggio.

Attualmente altri otto Ibis eremita stanno per mettersi in viaggio dall’Austria per raggiungere l’area di svernamento in Toscana, ed è probabile che seguiranno la stessa rotta intrapresa da Goja.

Altri 7 soggetti sono invece tuttora dispersi da alcuni mesi. Tutti gli Ibis eremita del progetto sono dotati ditrasmettitore GPS che permette di rilevare la loro posizione in maniera quasi costante. Tuttavia tali dispositivi necessitano di essere ricaricati periodicamente.

Gli ibis sono inoltre marcati con anelli colorati la cui sequenza permette di identificare i diversi individui.

Tale progetto è fondamentale per la salvaguardia di questa specie ormai ad un passo dall’estinzione. Ilsupporto della popolazione risulta perciò indispensabile il Waldrappteam, pertanto, lancia un appello chiedendo a tutti di segnalare l’eventuale avvistamento di Ibis eremita.

Nicoletta Perco
Referente italiana Waldrappteam


Primo mese di caccia: 11 morti e 24 feriti

COMUNICATO STAMPA 

CACCIA O GUERRA? 
PRIMO MESE DI CACCIA: 11 MORTI – 24 FERITI 
CAPORALE: “SI SPARA A CASO SENZA VERIFICARE LA PREDA” 

In Italia gli incidenti di caccia sono sempre più frequenti: nel primo mese di attività venatoria (16 settembre – 15 ottobre) ci sono stati 11 morti e 24 feriti. Un vero bollettino di guerra e le vittime non sono solo i cacciatori che muoiono per incidenti dovuti all’uso maldestro delle armi o per cadute, affaticamenti ed infarti; c’è chi spara ad altri cacciatori, chi al figlio, chi al suocero e chi al cercatore di funghi, tutti scambiati per prede. 

Dichiarazione di Walter Caporale, Presidente Associazione “Animalisti Italiani Onlus”: 

“Questi incidenti rivelano che i cacciatori sparano senza verificare che la preda sia cacciabile: sparano perché qualcosa si muove. Un atteggiamento da veri incoscienti! Questo spiega perché vengono ritrovati lupi, orsi, falchi e altre specie protette o non cacciabili uccise da arma da fuoco. 

Ogni cacciatore dovrebbe verificare che la preda sia cacciabile e nel dubbio astenersi dallo sparo: ciò non solo per evitare che le specie non cacciabili o addirittura protette confondibili con quelle cacciabili siano uccise invano, ma, a questo punto, anche per evitare che restino vittime altri cacciatori o gente comune. 

Il legislatore non ha inserito questa norma della verifica della preda nelle leggi in materia venatoria perché è un’ovvietà; ma forse visto che i destinatari della norma sono i cacciatori occorre legiferare in tal senso e prevedere altresì che si eserciti la caccia solo se accompagnati da assistenti sociali e guardie venatorie”. 

Roma, 16 ottobre 2012 

Associazione "Animalisti Italiani Onlus"

Cacciatore infastidito da cani, spara ad altri cacciatori

Alcuni colpi a vuoto e nessun ferito, e' stato denunciato

(ANSA) - SAN MARINO, 15 OTT - Ha imbracciato il fucile e sparato contro due cacciatori che stavano passando vicino alla sua abitazione, colpevoli di infastidirlo con i loro cani. E' successo a San Marino, dove la Gendarmeria ha denunciato un uomo della zona.


Infastidito dai cani, e' uscito da casa e ha sparato alcuni colpi verso i cacciatori, fortunatamente senza colpirli. Nessuno e' rimasto ferito. La gendarmeria ha pero' ritirato le armi al sammarinese per aver sparato senza autorizzazione.

TROPPI COLPI NELLE CARABINE DA CACCIA - LA L.A.C. SCRIVE ALLA UE SEGNALANDO L'INFRAZIONE ALLA NORMATIVA COMUNITARIA

16 ottobre 2012 – Comunicato stampa

TROPPI COLPI NELLE CARABINE DA CACCIA - LA L.A.C. SCRIVE ALLA UE SEGNALANDO L'INFRAZIONE ALLA NORMATIVA COMUNITARIA

La presidenza della Lega Abolizione Caccia ha inviato oggi un circostanziato esposto alla Commissione UE, affinché avvii contro l'Italia una procedura di infrazione alla Direttiva c.d. "Habitat" n. 43 del 1992; la Direttiva, che - tra l'altro- prevede alcune misure a tutela delle popolazioni di mammiferi selvatici, stabilisce che tutte le armi da caccia non possano utilizzare complessivamente più di tre colpi.

Disposizione che in Italia è rispettata parzialmente, cioè solo per i fucili con canna ad anima liscia, ma non per le carabine (armi con canna ad anima rigata più potenti e a maggior gittata, solitamente impiegate per la caccia agli ungulati).
Siccome la legge venatoria statale italiana 157/92 (come integrata dal D. Lgs. 204/2010) continua a tollerare l'uso di carabine anche semi-automatiche senza limitazioni di colpi, la LAC ha scritto alla Commissione UE segnalando che l'Italia viola la direttiva "Habitat" 92/43/CEE (allegato VI), oltre che la Convenzione di Berna (allegato IV) sulla protezione della vita selvatica in Europa , ratificata dall'Italia con Legge 503/81 , consentendo tramite l'art. 13 della legge n.157/92 l'uso di carabine (armi a caricamento singolo manuale o semiautomatiche a canna rigata) a più di tre colpi complessivi per la caccia ai mammiferi, quando invece la normativa UE e il suddetto trattato internazionale prevedono il limite complessivo di tre colpi. 

Lega Abolizione Caccia
Ufficio Stampa

lunedì 15 ottobre 2012

Il TAR: mai più "braccate" al cinghiale nelle Marche!

Con Ordinanza n. 633 del 11 Ottobre 2012, la Sezione Prima del T.A.R. delle Marche, accogliendo il ricorso presentato dalla L.A.C. Lega per l’Abolizione della Caccia e dell’Associazione Vittime della Caccia, ha annullato le disposizioni del calendario venatorio Marche nelle parti che prevedono il prelievo della pernice rossa e del cinghiale nella forma non selettiva. In sostanza, per ciò che concerne la caccia al cinghiale, d’ora in poi nelle Marche non si potranno più effettuare le classiche “braccate” al cinghiale, peraltro la forma di caccia più praticata tra i cacciatori marchigiani, ma anche quella meno “selettiva”. Infatti la braccata presuppone l’utilizzo di una nutrita muta di cani per spingere gli animali verso le “poste”, luoghi dove sono appostati i cacciatori per l’abbattimento. Si tratta quindi di un tipo di caccia che richiede la partecipazione anche di decine e decine di cacciatori (la “squadra”) e che di conseguenza produce un notevole disturbo nella fauna selvatica e quindi una scarsa selettività nel prelievo. Spesso, infatti, finiscono con l’essere abbattuti nelle “braccate” anche caprioli, daini o specie protette e a rischio di estinzione come il lupo o il gatto selvatico. Ma la braccata è un tipo di caccia molto pericolosa anche per chi la pratica o per chi, involontariamente, si dovesse trovare nel mezzo di una battuta, come cercatori di funghi, escursionisti, ma anche per chi abita o lavora in campagna o in case isolate, che spesso vengono incluse nelle aree delle braccate. Infatti la maggior parte degli incidenti, anche mortali, determinati dalla caccia, avvengono proprio durante le braccate al cinghiale. Si tratta quindi di una sentenza “storica” che dà ragione ad associazioni come la LAC e l’Ass. Vittime della Caccia, che da molti anni si battono contro questa barbara usanza, che permette ai cacciatori di essere i padroni incontrastati del territorio, patrimonio invece di tutti i cittadini, condizionando fortemente l’attività di coloro che vivono e lavorano in campagna o in montagna e mettendone a rischio la loro stessa vita! 

Per i cacciatori si tratta invece di un colpo durissimo, visto che la tecnica di caccia della braccata permette di ammazzare molti più cinghiali, che poi vengono in gran parte venduti (spesso anche in modo illegale) ai ristoratori specializzati in cacciagione, ed il ricavato diviso tra i cacciatori partecipanti. A dimostrazione che la caccia di oggi, ormai, si è ridotta ad uno squallido business! 

Danilo Baldini – Delegato responsabile della LAC per le Marche 
Ancona, li 13 Ottobre 2012

domenica 14 ottobre 2012

Oltre 7.550 cani da caccia uccisi in 3 anni

I dati sono stati diffusi non da associazioni ambientaliste, ma venatorie.
ROMA - L'Aidaa, Associazione italiana difesa animali e ambiente, ha presentato oggi un dato preoccupante: «In tre anni, 7.500 cani sono stati uccisi e circa 6.000 feriti, secondo le segnalazioni inviate dai cacciatori alle compagnie assicurative nel periodo 2010-2012». L'associazione informa di come «sempre nell'ultimo triennio, si sia registrato un incremento notevole di almeno il 30% rispetto alle denunce di morte di cani da caccia del triennio precedente». 


RISARCIMENTI SOSPETTI Per l'Aidaa, «la cosa già grave di per sè, diventa sospetta se si pensa che proprio nel 2010 la Federcaccia ha firmato una convenzione per una nuova polizza con assicurazioni italiane, che prevede per la morte di un cane da caccia un risarcimento fino a 1.800 euro. I dati per una volta non sono quelli delle associazioni animaliste, ma quelli diffuse dalle stesse associazioni venatorie sulla base dei dati forniti dalle diverse assicurazioni», si sottolinea. Denuncia a tal proposito l'Aidaa: «Quello della morte dei cani uccisi a fucilate durante gli incidenti di caccia è uno degli argomenti ancora oscuri. Infatti, se pensiamo che nel triennio a Federcaccia erano federati circa 750.000 cacciatori questo vuol dire che un cacciatore su 100 pensando di sparare a una quaglia in realtà mirava al proprio cane... «Il dato lascia pensare - osserva l'Aidaa - anche se considerati gli incidenti di caccia di questi primi mesi del 2012 che hanno gia visto la morte di 7 cacciatori e il ferimento di una ventina di persone, tra cui un bambino e il figlio di un cacciatore al quale il padre ha deturpato il viso con una fucilata scambiandolo per un fagiano, non ci meraviglia più di tanto quanto accade ai cani». Ma «il dubbio che vi siano delle truffe ben congeniate dietro le denunce di incidenti di caccia che vedono i cani perire se la pongono anche diverse riviste online del mondo venatorio, analizzando i dati sugli incidenti di caccia da quando è entrata in vigore la nuova polizza assicurativa e richiamando il fatto che la stessa Federcaccia è nell'occhio del ciclone, in quanto il suo bilancio è in rosso di parecchi milioni di euro». Inoltre, «va ricordato che nei canili italiani vi sono oltre 10.000 cani da caccia e incroci con cani da caccia abbandonati proprio dai cacciatori e che ogni anno vi sono almeno 3.000 cani maltrattati e maltenuti oggetto di segnalazione alle associazioni animaliste, in particolare in Toscana, Umbria, Puglia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna».


Caccia, cercatore di funghi ucciso in Calabria. Associazione vittime: "Fermare la carneficina"

Scambiato per un cinghiale, Vincenzo Pulicicchio è stato freddato a Soveria Mannelli (Catanzaro). Nell'attuale stagione venatoria, scattata il primo settembre, morte 9 persone, 28 i feriti. Una delle vittime e sette feriti non avevano nulla a che vedere con la caccia. La denuncia dell'associazione: "Vergogna nazionale, Paese ostaggio di una lobby armata"

ROMA - A Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro, un cercatore di funghi è stato ucciso ieri per errore da un cacciatore impegnato in una battuta di caccia al cinghiale. La vittima si chiamava Vincenzo Pulicicchio, sessantenne. Pare che il cacciatore lo abbia scambiato per un cinghiale e non abbia esitato a sparare pur non distinguendo bene il bersaglio. Il cacciatore è stato denunciato per omicidio colposo dai carabinieri alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme.

A darne notizia è Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia. Che traccia un bilancio delle vittime nell'attuale stagione vetatoria, dal primo settembre ad oggi: 9 morti e 28 feriti. Una delle vittime e sette persone ferite non avevano nulla a che vedere con la caccia.

"Questa tragedia - denuncia Casprini - si va ad aggiungere alle tante, troppe vittime di caccia che ad ogni stagione venatoria - e non solo - i cacciatori causano. Le vere vittime della caccia sono coloro che non sparano ma vengono impallinati. E come se niente fosse, i cacciatori continuano a pretendere sempre di più: calendari venatori senza paletti temporali, specie protette da impallinare, spari vicini alle case e alle strade nella totale impunità, sia per risibili sanzioni amministrative, sia per mancanza di controlli adeguati".

Per la presidente dell'associazione si tratta di "una vergogna nazionale degna di un Paese allo sfascio, ostaggio di una lobby armata. Un Paese che lascia i propri cittadini (pacifici) siano alla mercè di gente armata e senza scrupoli neppure per i propri simili, non è un Paese civile. Cacciatori tutori dell'ambiente? Ma fateci il piacere. Appendete il fucile al chiodo e cominciate a riflettere sulle conseguenze delle vostre azioni".

"La caccia non ha più giustificazioni e motivo di esistere" conclude Casprini, "aboliamo la caccia e cominciamo ad affrontare i problemi da un altro punto di vista". Problemi come l'esubero di cinghiali, a cui si ricollega la morte del povero cercatore di funghi, alla cui famiglia l'associazione Vittime della caccia ha offerto il proprio supporto legale. Secondo Casprini, "finché i cacciatori hanno interesse che i cinghiali siano tanti, il problema non si risolve certo. Chiudiamo i rubinetti che alimentano la caccia e i problemi si risolveranno". 

Fonte: repubblica.it del 14 ottobre 2012

Cecina (LI): Ibis eremita ferito da un cacciatore

GEAPRESS – Fratture alle zampe e alle ali causati da una scarica di pallini. La radiografia effettuata ieri dal CRUMA (Centro uccelli marini e acquatici) della LIPU a Livorno lo ha confermato senza ombra di dubbio: il rarissimo esemplare di ibis eremita giunto ieri a Livorno da Cecina, dove è stato raccolto dal Corpo forestale dello Stato, è stato colpito da una scarica di pallini sparati da un fucile da caccia.


Un fatto gravissimo, per una specie estinta in Europa da 400 anni ed è oggetto di un progetto di reintroduzione da parte del Waldrappteam di Vienna. L’animale, dotato di Gps e anelli, sarà sottoposto in giornata a operazione chirurgica nel tentativo di risolvere le fratture alla tibia della zampa destra e al radio dell’ala sinistra.

“Non conosciamo ancora le possibilità di recuperare l’animale – spiega Renato Ceccherelli, direttore sanitario del Cruma LIPU – L’ibis ha perso molto sangue in seguito al ferimento ed è molto debilitato. Inoltre alcuni dei sette pallini visibili all’esame radiologico potrebbero avere compromesso l’integrità e la funzionalità dei tessuti molli della zampa e dell’ala interessati”.

“Condanniamo con forza questo gravissimo atto e ringraziamo il Corpo forestale per il tempestivo recupero – commenta Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU – Un gesto barbaro compiuto in spregio agli sforzi di reintroduzione di questa specie e per il quale ci auguriamo vengano individuati al più presto i responsabili”.

L’Ibis eremita (Geronticus eremita) è una specie estinta in Europa da ormai 400 anni. Ciconiforme dalle abitudini gregarie, viveva in epoca remota in alcune zone d’Europa dove aveva fondato le sue colonie: in Germania, Austria, Svizzera, nelle falesie istriane, e, pare, anche in Italia.

Oggi l’ultima colonia naturale esistente di Ibis eremita si trova in Marocco e consta di circa 150 esemplari sul fiume Dràa, oltre ad alcuni individui presenti in Medio Oriente e scoperti nel 2002 da un team di esperti nell’ambito di un progetto cui partecipava BirdLife International. Nel 1989 si è estinta la colonia di Birecik in Turchia, che appena all’inizio del secolo contava mille coppie nidificanti.

L’animale fa parte del progetto di ricerca avviato dal Waldrappteam di Vienna (un gruppo di biologi e piloti) che dal 2002 si occupa della protezione e il recupero dell´ibis eremita. Il progetto ha ottenuto una notorietà internazionale soprattutto tramite il volo con gli uccelli dall´Alta Austria fino alla Toscana meridionale: l’uomo ha svolto la funzione di genitori adottivi e insegnato la rotta giusta ai giovani ibis, nati in cattività, facendoli volare al seguito di ultraleggeri.

Ora l’Ibis rinvenuto a Cecina è ricoverato al CRUMA, lo speciale ospedale della LIPU che offre agli animali selvatici cure altamente specializzate. Per questo motivo GeaPress ha deciso di aiutare il CRUMA della LIPU la cui attività si basa esclusivamente sul contributo dei volontari. Chi lo volesse può utilizzare l’apposito form (VEDI PAGINA DEDICATA) messo a disposizione da GeaPress per aiutare i volontari e i loro ospiti alati e non.

venerdì 12 ottobre 2012

Incidente di caccia a Calvisio (SV): l’ottantenne ferito da un coetaneo che disarmava il fucile


Calvisio. Il proiettile che ha raggiunto G.D., l’ottantenne rimasto ferito durante una battuta di caccia in zona Rugetta, a Calvisio Vecchia, è esploso dal fucile di un compagno di caccia, a sua volta della stessa età. Pare che durante la fase di disarmo sia accidentalmente partito un colpo, che ha trafitto la regione lombare del malcapitato.
L’anziano, residente a Finalpia, è stato raggiunto sul posto da Soccorso Alpino, Forestale, vigili del fuoco e personale dell’automedica Sierra 4. Per ragioni precauzionali è stato anche attivato l’elisoccorso. La pallottola ha facilmente lacerato l’addome, ma per fortuna senza toccare organi vitali. G.D. è arrivato al pronto soccorso del Santa Corona in condizioni critiche, ma non in pericolo di vita.
Erano in quattro durante l’uscita venatoria e nel momento in cui uno dei compagni stava riponendo il fucile, è partito lo sparo. Il percorso del proettile avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori. Il cacciatore ferito è rimasto cosciente durante le procedure di soccorso.

PIEMONTE - Il Tar sospende la caccia nei siti di Rete Natura 2000

Il TAR del Piemonte in data odierna ha accolto il ricorso di LAC, PRO NATURA e SOS GAIA per quanto riguarda la mancanza della Valutazione d’Incidenza nei Siti di Rete Natura 2000 e ha sospeso il Calendario Venatorio 2012/2013 (e quindi la caccia) in tutta la Rete Natura 2000 (ZPS e SIC) rinviando il giudizio di merito al 23 ottobre 2013. Ricordiamo che nei Siti Natura 2000, purché non sottoposti a tutela di altro tipo (ad esempio perché inseriti all'interno di Parchi o Riserve naturali) la caccia può essere permessa, purché sia scientificamente dimostrata la mancanza di effetti negativi sull'ecosistema o su alcune sue componenti di particolare pregio naturalistico. La sentenza del TAR dimostra ancora una volta la inadeguatezza della Giunta Regionale nella gestione di una materia così delicata come la tutela dell'ambiente naturale e della fauna selvatica. Il Presidente Cota e l'Assessore Sacchetto, infatti, non esitano a ignorare gli obblighi di legge pur di non scontentare la lobby dei cacciatori, sulla quale hanno costruito parte del loro consenso elettorale. Per quanto riguarda invece la mancanza del Piano Faunistico Venatorio Regionale, il TAR, pur riconoscendo la validità della censura mossa dalle associazioni ambientaliste e animaliste, non ha ritenuto di sospendere del tutto la caccia in quanto la Regione “ha dato inizio alle procedure di elaborazione del Piano Faunistico Venatorio”. Come sia possibile che l’avvio delle procedure di elaborazione del Piano Faunistico Venatorio (peraltro già avviate da anni) possa supplire alla sua mancanza non è dato sapere. Per le associazioni ricorrenti si tratta indubbiamente di una vittoria anche se parziale che consente di tutelare le aree più sensibili e interessanti sotto il profilo naturalistico. La decisione del Giudice Amministrativo creerà non pochi problemi ai cacciatori e ai soggetti incaricati della vigilanza perché non tutte le zone interessate (circa 400.000 ha) sono tabellate. Solo quelle inserite nelle aree protette sono facilmente identificabili sul campo, mentre per tutte le altre (la cui estensione è pari a circa il 6% della superficie venabile della nostra regione) si dovrà fare riferimento alla cartografia pubblicata sul sito web della Regione. Anche per le aree percorse dal fuoco, vietate per 10 anni alla caccia, (e non tabellate) i cacciatori devono fare riferimento alla cartografia presente in ogni comune, ma nel caso di ZPS e SIC la violazione del divieto di caccia esporrà il cacciatore non ad una semplice sanzione amministrativa bensì ad una più grave sanzione a carattere penale. 

Fonte: vercellioggi.it dell' 11 ottobre 2012

Brescia. Un cacciatore di Gussago morde l'agente forestale

DENUNCIATO. Zuffa per il fonofil vietato: nei guai pure i genitori

Se la sarebbe cavata con una sanzione decisamente soft e il sequestro dell'apparecchiatura «proibita». Invece, la fuga prima e l'aggressione ai forestali poi, sono costate una denuncia a piede libero al cacciatore sorpreso a Brione con un fonofil, sistema di richiamo elettronico vietato. L'episodio ha messo nei guai anche i genitori del 43enne che si sono a loro volta scagliati contro gli agenti di Gardone Valtrompia e Iseo. Tutto è iniziato ad un appostamento fisso in località Magnoli di Brione dove due agenti della forestale hanno scoperto il 43enne intento a cacciare con il richiamo vietato. Sembrava un intervento come tanti, senza complicazioni che non fossero le fisiologiche rimostranze del destinatario della multa da qualche centinaia di euro. Invece, mentre si accingeva a mostrare i documenti, il cacciatore ha strappato di mano il fonofil all'agente ed è scappato di corsa salendo sull'auto parcheggiata nelle vicinanze. La pattuglia della forestale ha annotato il numero di targa che ha permesso di risalire alla residenza del 43enne. E qui la faccenda si è complicata. Quando i quattro agenti si sono presentati nella sua abitazione di Gussago, la «doppietta» ha cercato di convincere i forestali che si trattava di uno scambio di persona, poi si è barricato in bagno ed è uscito solo quando i genitori sono riusciti a convincerlo. La calma è durata solo pochi minuti. Quando gli agenti hanno trovato una rete per uccellagione la tensione è salita alle stelle ed è scoppiata una zuffa tra gli agenti, il cacciatore e gli anziani genitori. Nella concitazione, il 43enne ha addirittura morsicato a un braccio un agente. La calma è tornata solo quando è stato ammanettato. Il magistrato di turno non ha disposto l'arresto, ma per il cacciatore e i suoi genitori ha formalizzato a vario titolo l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio, violenza e minacce. I tre attenderanno il processo a piede libero. Il cacciatore dovrà rispondere anche delle infrazioni legate al possesso del fonofil e della rete da uccellagione. Violazioni peraltro oblabili, decisamente meno gravi dell'incomprensibile reazione.

Romania. Arrestati cacciatori italiani, accusati di bracconaggio

Nelle loro stanze d'albergo un migliaio di uccelli abbattuti


Roma, 11 ott. (TMNews) - Dodici cacciatori italiani, sospettati di bracconaggio, sono stati fermati oggi in Romania dopo che nelle loro camere d'albergo sono state rinvenute le carcasse d'un migliaio di uccelli. L'ha reso noto oggi la polizia della città di Costanza, nel sudest del paese.

"In seguito alle perquisizioni, i poliziotti hanno trovato 20 fucili da caccia, 7.000 cartucce e oltre mille uccelli abbattuti o catturati durante le battute di caccia. I cacciatori non hanno potuto presentare documenti o giustificare la provenienza", indica un comunicato diffuso dalla polizia.

I dodici italiani hanno tutti tra i 50 e i 70 anni. Secondo fonti della polizia citate dall'agenzia di stampa Mediafax, gli uccelli erano imballati in cartoni e dovevano essere inviati verso l'Italia. Le stesse fonti hanno riferito che i cacciatori italiani hanno preso l'abitudine di andare in Romania per utilizzare una serie di dispositivi elettronici per attirare gli uccelli che in Italia sono proibiti.

Pavia. "Nelle mie terre non si caccia e la Provincia mi dà ragione"

VIGEVANO. «Mi hanno ucciso una papera da compagnia. E abbiamo persino trovato dei pallini da caccia in giardino». Era esasperata Maria Luisa Ferretti: a causa dei cacciatori che sconfinavano non poteva quasi più passeggiare liberamente nella sua cascina. «Così mi sono rivolta allo Studio Selva di Vigevano», spiega. «E sono riuscita ad estendere il divieto di caccia alle mie proprietà».

La storia di Maria Luisa Ferretti può servire da esempio per molti. «La mia non è una battaglia contro i cacciatori – dice la donna –. Quello che voglio fare è lanciare un messaggio positivo, e aiutare le persone a riflettere». La sua vicenda inizia circa un anno fa, quando decide di rivolgersi allo studio Selva di Vigevano per cercare di estendere il divieto di caccia ai terreni della sua azienda agricola vicino ai laghi Santa Marta. «E’ lo stesso studio che gestisce il centro parco della Sforzesca – spiega la donna –. Lì mi hanno aiutato tantissimo».Prima di poter vietare la caccia nella sua proprietà, infatti, ci sono voluti diversi incontri con l’amministrazione provinciale e le guardie del Parco del Ticino. «Abbiamo avuto anche il supporto tecnico e burocratico della dottoressa Roberta Casarini, della Lega anti caccia», spiega Ferretti.

E alla fine, la tanto attesa comunicazione è arrivata. «Dopo aver ricevuto comunicazione dalla Provincia di Pavia – scrive Giorgio Guardamagna, commissario dell’Atc di Mede – abbiamo ottenuto di modificare i confini della locale Zra», una “zona di rifugio e ambientamento”, dove vige il divieto assoluto di caccia. Ora infatti una serie di nuovi cartelli corre tutto intorno alle 300 pertiche di terreno dell’azienda agricola di Maria Luisa Ferretti. «Ho trovato qualche resistenza, ma anche comprensione», dice la donna. D’altronde il suo amore per gli animali ha radici ben profonde, e si lega anche all’antica filosofia indiana dei Veda. Ora che i colpi di fucile non risuonano più qui intorno Ferretti si sente sollevata. «Non ci sarà mai progresso se non verrà riconosciuto il diritto alla vita di tutti gli esseri viventi»

mercoledì 10 ottobre 2012

Brescia: 15 cacciatori denunciati nelle prime tre settimane

CACCIA: BRESCIA, 15 DENUNCE NELLE PRIME TRE SETTIMANE DELLA STAGIONE
LE ACCUSE, UCCISIONE DI UCCELLI PROTETTI E USO DI RICHIAMI
ACUSTICI FUORI NORMA

Milano, 9 ott. (Adnkronos) - Sono 15 i cacciatori denunciati nelle prime tre settimane delle stagione di caccia in provincia di Brescia. Sono accusati di aver abbattuto uccelli di specie protetta e utilizzato richiami acustici elettromagnetici. "In una nazione civile - dice Antonio Delle Monache, coordinatore Guardie Volontarie Venatorie WWF Lombardia - ci si aspetterebbe che la legge fosse rispettata e il bracconaggio fosse appannaggio di una ristretto numero di persone. Invece - aggiunge Delle Monache - con l'inizio della migrazione degli uccelli, l'uccisione di animali protetti e l'uso di 
mezzi vietati dilaga senza limiti su tutto il territorio regionale lombardo".

Un cacciatore e' stato denunciato per porto abusivo d'arma nel Comune di Bagnolo Mella, in provincia di Brescia. In altre due operazioni sono stati sorpresi cacciatori che utilizzavano come richiami acustici un lettore mp3 Ipod e un telefono cellulare.

I vari sequestri di armi e apparecchi acustici sono stati effettuati da agenti della polizia provinciale, della forestale, dell'Arma dei carabinieri e della polizia di Stato.

(Red-Fcl/Lr/Adnkronos) 09-OTT-12 17:11

martedì 9 ottobre 2012

Avellino. Minaccia a mano armata ai danni delle Guardie del WWF. "Quel bracconiere componente di una squadra di caccia locale"

GEAPRESS – “Se vi avvicinate vi sparo“, così ha minacciato il bracconiere individuato dalle Guardie WWF di Avellino e Salerno, nei pressi della diga di Conza (AV). Munito di carabina ha così intimato alle Guardie di non importunarlo prima di dileguarsi tra la vegetazione del posto. Le Guardie del WWF sono però sicure di poterlo identificare e per questo sono già partite le indagini che dovrebbero portare a rintracciare il cacciatore di frodo.

Per lui la contestazione dei reati di minaccia a mano armata, resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di declinare le proprie generalità, omessa custodia di armi e munizionamento e violazione della legge 157/92 in materia di normativa sulla caccia.

“Non è la prima volta – ha dichiarato Fabrizio Lullo, coordinatore provinciale del Nucleo Guardie WWF di Avellino – che persone armate commettono simili reati. Fino ad ora – ha aggiunto il responsabile WWF – siamo sempre riusciti ad individuarli nel giro di pochi giorni“.

Di recente, un’altra operazione simile delle Guardie del WWF aveva portato all’identificazione di otto bracconieri che esercitavano la caccia in area protetta con armi clandestine. Tutti individuati e denunciati all’Autorità Giudiziaria. Riscontri fotografici ed attività prettamente investigativa condotta puntualmente dall’Arma dei Carabinieri.

Per il WWF il bracconiere che ha ora minacciato le Guardie volontarie, molto probabilmente faceva parte di una squadra di caccia composta da residenti nei Comuni limitrofi.

Brescia. Camoscio ucciso da cacciatori senza permesso

I due hanno cercato di occultare il corpo dell'animale, un esemplare di maschio adulto

Un camoscio è stato abbattuto illegalmente la scorsa settimana da un cacciatore e dall'accompagnatore esperto in località “Tremonti” nel Comune di Vione (Comprensorio di caccia C1 di Ponte di Legno). Entrambi hanno cercato di occultare l'animale morto, un esemplare maschio adulto, e hanno omesso di denunciare il capo abbattuto irregolarmente (il Decreto Provinciale prevede l’assegnazione nominale dei capi da abbattere, il cacciatore era abilitato al prelievo di una femmina adulta) senza annotarlo sul tesserino regionale e senza applicare la fascetta inamovibile prevista dal regolamento. Sorpresi in flagranza sono stati sanzionati dagli agenti della polizia provinciale Brescia. Il camoscio è stato sequestrato ed entrambi segnalati all’Ufficio Caccia in quanto iscritti all’albo provinciale dei cacciatori esperti accompagnatori. Oltre alle sanzioni i trasgressori sono tenuti a risarcire il danno faunistico alla Provincia nella misura di euro 2.000, oltre alle sanzioni previste dal regolamento interno del comprensorio a cui è affidata la gestione.

Fonte: corriere.it del 08 ottobre 2012

lunedì 8 ottobre 2012

Veneto. Monta la rabbia dei cacciatori, amareggiati: non possono sparare a 19 specie di uccelli

STOP ALLE DOPPIETTE. Dopo il decreto del Tar del Veneto che ha annullato buona parte del calendario venatorio. Regione e associazioni puntano sulla revoca della sospensiva nel giro di pochi giorni Moranduzzo: «La politica non ci rappresenta più»

Va giù duro il presidente provinciale della Federcaccia, Alessandro Salvelli, nel definire la sospensione da parte del Tar del Veneto di buona parte del calendario venatorio, in attesa che i giudici amministrativi valutino in Camera di consiglio, il 30 ottobre, il ricorso presentato da Enpa, Lav, Wwf, Lipu, Lac e Legambiente a tutela della selvaggina migrante. «Questa è un'imboscata», sentenzia. Sino ad eventuale nuovo ordine le doppiette non potranno sparare a 19 specie di uccelli, in aree Rete natura, a caprioli, cervi e camosci con munizioni di piombo. «Siamo allibiti di fronte a un provvedimento calato proprio quando la caccia è aperta a specie già presenti sul territorio», continua indignato il presidente di Federcaccia, associazione che da sola raggruppa 4mila dei 9mila cacciatori veronesi. «Auspico che lunedì (domani per chi legge) la Regione sappia rovesciare la situazione presentando al Tar un'istanza volta a revocare la sospensiva, e così venga restituito ai cacciatori ciò per cui hanno pagato contando su un ben definito patrimonio faunistico cacciabile. Abbiamo mobilitato i nostri legali e sono in costante contatto con l'assessore regionale alla Caccia, Daniele Stival, per contrastare questo attacco che viene dal mondo ambientalista e da certi esponenti politici Ue». Regione e associazioni venatorie scommettono insomma sulla sospensione della sospensiva nel giro di pochi giorni, e auspicano che i giudici del Tar diano loro ragione il 30 ottobre. «E' capitata la stessa cosa a settembre, nel periodo di preapertura della caccia e addestramento cani. Gli ambientalisti hanno fatto ricorso, ma il Tar l'ha rigettato nel giro di pochi giorni per motivazioni insussistenti come le attuali», spiega Nicola Vuerich, presidente di Libera caccia. «Certo è che, a fronte della strategia di stufarci a suon di ricorsi, sarebbe ora che noi cacciatori chiedessimo i danni ai protezionisti, che fanno di tutto per seminare il parapiglia nella nostra categoria». Durissimo Massimo Moranduzzo, presidente dell'Associazione cacciatori veneti e vicepresidente nell'Ambito territoriale di caccia 4 Adige: «Vado a caccia da 41 anni ma non è mai successa una cosa del genere. Solo per poter imbracciare la doppietta si pagano circa 500 euro, tra tasse e assicurazione. C'è poi chi cura i richiami per un anno intero affinché cantino al momento dei passi, in particolare delle allodole, la specie più importante, che nelle nostre zone raggiunge il massimo proprio ad ottobre. Ma sul più bello la sospensiva manda tutto all'aria con una tempistica, voluta dal mondo animalista, che lascia esterrefatti». Moranduzzo è critico con la Regione: «La politica non è più capace di rappresentarci adeguatamente se vara un calendario venatorio che non porta a casa risultati, perché vinto da chi tira in ballo i cavilli che ci proibiscono di cacciare persino la starna, specie liberata. Ne abbiamo rese libere 1.540 una settimana fa, quindi impedirci di abbatterle è ridicolo». Pure il vicepresidente dell'Anuu Fulvio Bari spara contro gli autori del ricorso: «Comincino a pagarsi le spese per ricorrere al Tar, anziché promuovere azioni legali attingendo dai soldi dei contribuenti. Troppo facile intentare cause gratis, che poi vanno come la neve al sole. Già l'anno scorso ci furono restrizioni all'allodola: da 425 capi abbattibili nell'arco stagionale passammo a 100. Se gli ambientalisti vogliono il muro contro muro noi non ci tireremo indietro. Ma andando avanti così, col Tar che va a braccetto con gli ambientalisti, si rischia di far crescere un'unica associazione, quella dei bracconieri, con i quali non vogliamo avere nulla a che fare».
Piero Taddei

Friuli-venezia Giulia. Il governo impugna la legge sulla caccia

TRIESTE Il governo ha impugnato la legge regionale «comunitaria» del 9 agosto scorso, nella parte che riguarda l’esercizio delle deroghe e sulle immissioni pronta caccia. Lo rendono noto oggi il Wwf e la Lega anti caccia, che sui profili di incostituzionalità della legge avevano inviato al Consiglio dei Ministri due note. A finire nel mirino del Governo è la disciplina delle deroghe, introdotta in forme che sono contrarie alla normativa nazionale e comunitaria in materia. Il Consiglio dei ministri, in particolare, ha censurato la mancata previsione del parere Ispra per l’autorizzazione di provvedimenti di deroga. Il Governo ha inoltre bocciato l’articolo che affida alle riserve di caccia il compito di stabilire i tempi e le modalità delle immissioni della selvaggina «pronta caccia in deroga alle vigenti disposizioni di legge». Infine viene eccepita la norma che prevede la possibilità di autorizzare i recuperatori di fauna selvatica abbattuta muniti di armi a operare in orari e giorni di silenzio venatorio. «Era un risultato quasi scontato - commentano i presidenti di Wwf e Lac, Roberto Pizzutti e Alessandro Sperotto - visto che è questa legge è solo la riproposizione di contenuti di una legge che era stata già bocciata dalla Comunità europea con una procedura d’infrazione e in cui evidentemente chi l’ha promossa e chi l’ha votata ha solo visto un’occasione di propaganda elettorale per sfruttare l’ultima stagione venatoria della legislatura». Soddisfatto anche il capogruppo consiliare dell’Idv Corazza: «Pasticciata, imbarazzante e incostituzionale. Così avevamo definito la legge comunitaria approvata il 26 luglio scorso, sottolineando il forte rischio impugnazione del testo da parte del governo davanti alla Corte costituzionale. Cosa che si è puntualmente verificata». «D’altronde - prosegue - non poteva finire diversamente. La maggioranza che sostiene Tondo, pur di far approvare questa legge omnibus, dentro la quale hanno infilato a forza di tutto e di più, ha calpestato le procedure e inserito una materia, come quella della caccia, palesemente non conferente e in netto contrasto con le normative europe».

Caltanissetta. Un cacciatore sancataldese “impallinato”, un collega non lo vede e spara

SAN CATALDO – E’ finito all’ospedale perché impallinato dal suo compagno nel corso di una battuta di caccia. A. F., sancataldese di 51 anni, funzionario del Genio Civile e fratello di un ex amministratore, è stato portato urgentemente al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia dove è entrato con codice giallo. I medici hanno estratto uno ad uno i piccoli pallini che hanno ferito l’uomo a gamba, schiena e un gluteo. A. F. non ha sporto denuncia anche perché a quanto pare i colpi sarebbero partiti accidentalmente e per altro quando già era buio. Si tratta del secondo cacciatore impallinato dall’inizio della stagione venatoria che ha preso il via in settembre. Un mese fa, infatti, un altro cacciatore nisseno era rimasto ferito ma con un proiettile che era stato sparato dal suo stesso fucile e che era rimbalzato colpendo l’uomo al sopracciglio.

venerdì 5 ottobre 2012

Campania- Corte dei Conti condanna per danno erariale componenti ATC Avellino per rilascio di 850 permessi di accesso gratuiti



Corte dei Conti Sez. Campania n.377 del 26 marzo 2012
Caccia e animali. Rilascio tesserini venatori

Sulla responsabilità per danno erariale dei componenti il comitato di gestione di un ATC per aver rilasciato tesserini venatori "di rappresentanza"

Anche il Tar Veneto accoglie il ricorso contro il calendario venatorio

Zanoni: «Vittoria contro il Far West venatorio della Giunta Zaia». Contestata la caccia a una ventina di specie di uccelli, tra i quali l'allodola, la marzaiola e la quaglia, nonché la caccia a molte specie in periodo pre-nuziale e nel periodo in cui i piccoli sono ancora dipendenti dai genitori

Il Tar del Veneto ha accolto con decreto cautelare numero 603/2012 il ricorso presentato dalle associazioni contro la Regione Veneto per quanto riguarda il calendario della stagione venatoria 2012-2013. Domani saranno resi pubblici i dettagli della sospensione del calendario veneto per il quale la Regione potrà eventualmente far valere le sue regioni solo tra un mese, ovvero nella Camera di Consiglio del 30 ottobre.

«Si tratta di una vittoria inaspettata e strepitosa nei confronti dell'ingordigia dei cacciatori - ha dichiarato l'eurodeputato Andrea Zanoni - una vittoria che mette in ginocchio l'intera stagione venatoria veneta e condanna l'intera Giunta Zaia che ha approvato il calendario».

Il ricorso, presentato dalle associazioni Lac, Lav, Lipu, Legambiente e Wwf, rappresentate dall'avvocato Valentina Stefutti, contestava la caccia a una ventina di specie di uccelli, tra i quali l'allodola, la marzaiola e la quaglia, nonché la caccia a molte specie in periodo pre-nuziale e nel periodo in cui i piccoli sono ancora dipendenti dai genitori.

«Adesso aspettiamo i dettagli che saranno pubblicati domani - conclude Zanoni -. Mi auguro che la Giunta Zaia si arrenda di fronte all'evidenza dell'illegittimità del calendario venatorio, scritto a occhi chiusi sotto dettatura della lobby dei cacciatori».

mercoledì 3 ottobre 2012

Veneto. Nasce class-action proprietari terrieri contro la caccia

(ANSA) - VICENZA, 2 OTT - Nasce a Vicenza la prima class-action formata da
cinquanta agricoltori che chiedono il pagamento per l'utilizzo delle loro proprieta' private da parte dei cacciatori. A radunarli il Coordinamento protezionista vicentino che, tramite uno studio legale di Milano, sta procedendo con l'iniziativa, destinata a far discutere ma che secondo i promotori e' legittima. ''Il riferimento e' la legge quadro nazionale del 1992 sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e prelievo venatorio - viene spiegato in una nota del Cpv - ma in provincia di Vicenza nessun proprietario terriero ha mai visto un soldo del contributo previsto della normativa''.

Secondo il coordinamento protezionista ''entro questa settimana i legali consegneranno tutta la documentazione per questi primi cinquanta proprietari terrieri e gli enti proposti, province e regione, dovranno trovare presto una soluzione per pagare quanto dovuto alle persone che sono costrette a fare entrare i cacciatori nella loro legittima proprieta', senza per altro avere nessun contributo''. ''Se non viene corrisposto il pagamento per una servitu' - spiega il portavoce Renzo Rizzi - questa e' destinata a decadare, anche alla luce del fatto che in nessun altro Paese d'Europa ai cacciatori viene permesso di violare la proprieta' privata''. ''Per cui ritengo corretto - conclude Rizzi - quanto dichiarato dagli agricoltori, ossia che allontaneranno i cacciatori che entrano nelle proprieta' private senza averne diritto''. (ANSA).

martedì 2 ottobre 2012

Brescia. Parte un colpo, cacciatore colpisce di striscio il genero

L'INCIDENTE. Ferito un 20enne di Manerbio. Indagano i carabinieri


È rimasto ferito durante una battuta di caccia nelle campagne della Bassa bresciana. Il ferito - non è grave - è un ventenne di Manerbio, raggiunto di striscio a una gamba e a una spalla dai pallini partiti dal fucile del suo compagno di battuta, che si trovava ad alcuni metri di distanza da lui. A sparare è stato il padre della fidanzata, quindi il possibile, futuro suocero. L'uomo, che ha 52 anni e abita a Manerbio, ha subito soccorso il ragazzo, accertando che le ferite non erano serie. Forte però lo spavento. A.F., che avvertiva dolori, ha deciso di ricorrere ai medici e alle sedici di sabato si è presentato al pronto soccorso dell'ospedale di Manerbio, raccontando di essere stato ferito accidentalmente dai pallini partiti da un fucile calibro dodici. I MEDICI E gli infermieri del pronto soccorso hanno estratto con una pinzetta alcuni pallini, hanno disinfettato le parti colpite e dopo aver fissato la prognosi in una decina di giorni hanno dimesso il giovane cacciatore, che con alcuni cerotti sulla gamba e sulla spalla ha fatto ritorno a casa. PER QUANTO riguarda la dinamica dell'incidente, sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri della stazione di Manerbio, che sono stati informati dell'accaduto dal pronto soccorso manerbiese. Si tratta del primo incidente di caccia segnalato dalle forze dell'ordine in questo avvio di stagione venatoria nel Bresciano. Da stabilire se il colpo di fucile sia partito accidentalmente o se casualmente il «genero» si sia trovato sulla traiettoria del «suocero». Forse il ragazzo era nascosto dietro a una pianta e l'uomo ha sparato sentendo le fronde muoversi: il genero scambiato per una preda. Si tratta, ovviamente, di ipotesi: le indagini sono alla fase preliminare, tanto che ferito e feritore devono essere ancora sentiti in caserma. Qualora fossero accertate responsabilità da parte del cacciatore che ha sparato, potrebbe essere chiesta una revisione (si tratta di una visita medico-psicoattitudinale), con possibile sospensione o revoca della licenza di caccia.
Franco Mondini

lunedì 1 ottobre 2012

Siena. Calciatore colpito da una fucilata, crolla in campo. Incidente di caccia


SIENA - Un giovane calciatore è rimasto lievemente ferito alla testa da una fucilata che lo ha raggiunto mentre si trovava in campo, durante una partita di calcio Juniores in località Rosia, vicino a Siena. È successo sabato pomeriggio. Il cacciatore, un uomo di 75 anni, è stato subito bloccato dai carabinieri in servizio al campo sportivo, come racconta il Corriere di Siena, e adesso è in libertà a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Appena due minuti dopo l'inizio della partita Juniores fra la Policras e il Meroni, è stato udito un gran boato. Inizialmente il pubblico presente ha immaginato che si trattasse di un grosso petardo, ma poco dopo giocatori e spettatori sono rimasti ammutoliti quando al centro del rettangolo di gioco hanno visto cadere il giocatore del Meroni. Il ragazzo, 20 anni, a terra e con le mani portate alla testa ha chiesto immediatamente aiuto.
Secondo quanto emerso, il giovane è stato raggiunto dai pallini di una cartuccia sparata dal cacciatore che si trovava lungo un argine adiacente il campo sportivo. Il ventenne è stato prontamente accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale di Siena, dove i medici lo hanno sottoposto a tutti gli accertamenti del caso rilevando che uno dei pallini della cartuccia, ancora incandescenti, ma per fortuna a fine corsa, lo ha raggiunto alla tempia sinistra, a pochi centimetri dall'occhio.

Contadino ferito a Brindisi, denunciato cacciatore


BRINDISI - Un contadino è rimasto lievemente ferito a un braccio e a una gamba da una fucilata che lo ha raggiunto mentre raccoglieva uva nel proprio podere in contrada Montenegro, a Brindisi. È accaduto stamani durante una battuta di caccia.
Il cacciatore, un uomo di 65 anni, di San Michele Salentino, è stato denunciato per lesioni personali ed omissione di soccorso. Subito dopo i fatti, stando a quanto ha riferito il contadino che si è presentato in ospedale da solo, il feritore si sarebbe avvicinato per prestare aiuto, ma sarebbe andato subito via sostenendo che si sarebbe recato in seguito in questura. I poliziotti della Squadra mobile di Brindisi hanno ricostruito la vicenda dopo che l'agricoltore, che era riuscito ad annotare il numero di targa dell'auto del cacciatore, ha raccontato tutto agli agenti del posto fisso di polizia dell'ospedale Perrino. Sottoposti a sequestro un fucile e una pistola, entrambi legalmente detenuti e trovati nell'abitazione del sessantacinquenne.

Fonte: ilpaesenuovo.it del 30 settembre 2012