giovedì 30 agosto 2012

Caccia: animalisti, 'barricate' contro stagione venatoria


ANSA/ Caccia: animalisti, 'barricate' contro stagione venatoria
Fauna colpita da incendi e siccita', si chiede stop a doppiette

30 agosto, 19:18

(Di Laura Giannoni) (ANSA) - ROMA, 30 AGO - Con la preapertura della caccia alle porte, in un'Italia colpita dagli incendi e dalla siccita', il fronte degli animalisti alza la voce e chiede al governo e alle Regioni di sospendere, o almeno posticipare, l'inizio della stagione venatoria. Senza un intervento dell'ultimo minuto le doppiette potranno sparare gia' questo weekend, un'ipotesi contro cui le associazioni ambientaliste si sono mobilitate anche con diffide e ricorsi ai Tar.

A dare speranze e' il ministro delle Politiche agricole Mario Catania, che in settimana ha ventilato l'ipotesi di posticipare l'avvio della stagione nelle terre piu' devastate dagli incendi.
Una posizione ora rilanciata da Gianluca Bardelli, membro del Comitato faunistico venatorio del ministero dell'Agricoltura, secondo cui nelle aree colpite dagli incendi ''servirebbe lo stop di un anno'' alla caccia per consentire il ripopolamento dei boschi e delle campagne.
I tempi, pero', sono stretti. Catania incontrera' gli assessori regionali all'Agricoltura il 5 settembre, ma la preapertura e' in calendario l'1 e 2 settembre. Ecco perche' da giorni si susseguono gli appelli degli animalisti alle istituzioni affinche' intervengano con un provvedimento d'urgenza. A farne richiesta sono Legambiente, Lipu e Wwf, che chiamano in causa il ministro dell'Ambiente Corrado Clini e auspicano il rinvio ''sino a quando le condizioni ambientali non consentano alla fauna selvatica di superare lo stress subito''.
Piu' netta la posizione dell'Ente nazionale protezione animali, che punta alla cancellazione dell'intera stagione venatoria con un decreto del presidente del Consiglio. L'Enpa e' scesa sul piede di guerra anche a livello locale con diffide alle Regioni piu' stremate dai roghi e dall'afa, e cioe' Calabria, Veneto, Umbria, Campania e Basilicata.
Nelle Regioni, intanto, la situazione e' fluida e variegata.
Il Tar del Lazio ha appena bloccato la preapertura accogliendo il ricorso del Wwf, cosi' come era gia' accaduto in Campania.
L'Emilia Romagna, con l'assessore all'Agricoltura Tiberio Rabboni, ha chiesto alle Province di ''valutare la situazione reale e attuare le conseguenti misure restrittive'', mentre la Toscana ha escluso dalle specie cacciabili quelle acquatiche e ha limitato la preapertura a una sola giornata.
In questo quadro le associazioni venatorie invitano i cacciatori a non appendere al chiodo le doppiette e a non darla vinta alla crisi, rivendicando il loro ruolo nella prevenzione degli incendi e nella tutela dell'ambiente. A ribadire questa funzione, in un momento di forti polemiche, ci pensa Federcaccia, che a Perugia annuncia un accordo per la presenza, nella provincia, di 14mila cacciatori-sentinelle dell'ambiente durante il primo fine settimana di preapertura. (ANSA)

Lazio: bloccato l’anticipo per le doppiette


CACCIA NEL LAZIO
STOP ALLA PREAPERTURA DEL 1 e 2 SETTEMBRE
ACCOLTO RICORSO AL TAR PRESENTATO DAL WWF
Bloccato l’anticipo per le doppiette dopo che siccità e incendi
hanno già decimato le popolazioni di uccelli!

Dopo la presentazione da parte del WWF Lazio del ricorso al TAR per chiedere la sospensione della preapertura della caccia nel Lazio nei giorni di sabato 1 settembre e domenica 2 settembre,Vanessa Ranieri Presidente del WWF Lazio (e avvocato che ha presentato il ricorso) ha dichiarato:

“Siamo soddisfatti della decisione del TAR Lazio che ha certamente impedito alla prevista preapertura della caccia nelle giornate di sabato 1 e domenica 2 settembre di sferrare un ulteriore colpo di grazia alle popolazioni di fauna selvatica già duramente colpite da mancanza d’acqua e distruzione dell’habitat riproduttivo a causa delle fiamme. Non riusciamo davvero a capire il criterio illogico con il quale la Regione Lazio, dopo neppure 24 ore dalla adozione del Calendario Venatorio per il 2012/2013, avrebbe decretato una deroga al periodo di caccia, anticipandone l’inizio a sabato 1 settembre, nonostante il palese stato di calamità naturale che ha visto la nostra regione primeggiare per numero di incendi e per siccità.
L’inizio della stagione venatoria era stato fissato per il 16 settembre ma, come ogni anno ormai meccanicamente accade, la Regione intendeva anticiparla di due settimane, contravvenendo palesemente alla direttiva comunitaria Uccelli, ed ignorando, ad esempio, per specie come il colombaccio, il parere negativo dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Logica, buon senso e, soprattutto, pareri unanimi degli esperti tra i quali anche l’ISPRA, concordano nell’affermare che le popolazioni animali, in caso di prolungate condizioni climatiche estreme, sono sottoposte ad enormi stress fisici; la situazione che si è creata in modo particolarmente evidente questa estate a seguito di siccità, alte temperature e incendi rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie.
La legge nazionale sulla caccia all’art. 19 comma1 permette alle Regioni di sospendere la caccia in caso di particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche. L’eccezionale periodo di siccità, le temperature altissime e l’enorme quantità di incendi che nel pieno periodo riproduttivo hanno attraversato il nostro territorio regionale sono una calamità naturale incontrovertibile. Pertanto invece che chiedere una deroga al calendario venatorio sarebbe stato decisamente più opportuno e logico, al contrario, sospendere l’attività venatoria.
Ora, con uno stop al periodo di preapertura alla caccia ottenuto dalla nostra Associazioneprima in Campania e ora nel Lazio ed in attesa poi che il Ministro Catania, come dichiarato, incontri gli assessori regionali all’Agricoltura competenti, nella riunione prevista per il 5 settembre p.v., auspichiamo davvero che l’appello delle Associazioni di sospendere il calendario venatorio venga accolto affinché siano scongiurati i danni irreversibili agli ecosistemi.”

Roma, 30 agosto 2012 Contatti stampa: Cesare Budoni - cell. 349 6040937

Ass. Animalisti Italiani: "Il Ministro sospenda calendari e chieda catasto degli incendi".

COMUNICATO STAMPA 


INCENDI E PRE- APERTURA CACCIA 
LAZIO – TAR SOSPENDE CACCIA 
EMILIA ROMAGNA E CALABRIA CI PENSANO 

CAPORALE: “ IL MINISTRO SOSPENDA CALENDARI E CHIEDA CATASTO DEGLI INCENDI. 
CACCIA ILLEGALE SENZA CATASTO” 


Dichiarazione di Walter Caporale, presidente Associazione “Animalisti Italiani Onlus” www.animalisti.it

“Calabria ed Emila Romagna procedano. Se si rispettassero le leggi e non la volontà delle Lobby venatorie le regioni sospenderebbero senza pensarci ed invece accade che la regione Lazio sospende solo per intervento del TAR. 

Eppure la legge n. 353/2000 obbliga i Comuni a censire annualmente i terreni percorsi dal fuoco attraverso un apposito catasto, in modo da applicare con esattezza i vincoli del caso, che vanno dal divieto di modificare la destinazione d'uso dell'area per 15 anni, all'impossibilità di realizzare edifici, esercitare la caccia o la pastorizia, per un periodo di dieci anni. 

Alla luce dei numerosissimi incendi che hanno interessato molti Comuni italiani è necessario che il Ministro alle Politiche Agricole, Mario Catania, disponga una sospensione immediata di tutti i Calendari venatori regionali ed eviti che si vada a caccia fino a quando non saranno aggiornati i catasti comunali degli incendi. L’Associazione “Animalisti Italiani Onlus” auspica da parte del Governo e delle Regioni una gestione della fauna selvatica responsabile e rispettosa delle leggi”. 

Roma, 30 agosto 2012

Caccia, il Tar boccia la Regione Lazio: sospeso l'anticipo della stagione


SOSPENSIVA PER IL PROVVEDIMENTO CHE VIOLA NORME EUROPEE

Caccia, il Tar boccia la Regione Lazio:
sospeso l'anticipo della stagione
L'attività venatoria non potrà iniziare sabato 1 settembre. Doppiette consentite dal 16. E il Wwf chiede un divieto totale per scongiurare danni agli ecosistemi

ROMA - La Regione Lazio bacchettata dal Tar. La scelta - poco ambientalista - del consiglio della Pisana di anticipare la stagione della caccia a sabato 1 e domenica 2 settembre non è piaciuta ai giudici del tribunale amministrativo, che hanno accolto il ricorso presentato dal Wwf Lazio contro il provvedimento. Il Tar ha dunque fermato le doppiette: per sparare, i cacciatori dovranno attendere anche nelle 5 province laziali l’inizio ufficiale della stagione venatoria, fissato per il 16 settembre.

VIOLATA DIRETTIVA UE - «Come ogni anno ormai accade, la Regione Lazio intendeva anticipare di due settimane l'avvio della caccia, contravvenendo palesemente alla direttiva comunitaria Uccelli - attacca il Wwf - e ignorando, per specie come il colombaccio, il parere negativo dell’Ispra l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Ma il Tar ci ha dato ragione». Soddisfazione è stata espressa dalla presidente regionale dell'associazione ambientalista Vanessa Ranieri (che è anche l'avvocato che ha presentato il ricorso): «La decisione del Tar Lazio ha impedito la prevista preapertura della caccia, che avrebbe sferrato un ulteriore colpo di grazia alle popolazioni di fauna selvatica già duramente colpite da mancanza d’acqua e distruzione dell’habitat riproduttivo a causa delle fiamme».

CALAMITA' E SPECIE A RISCHIO - Eppure la Regione Lazio, dopo neppure 24 ore dalla adozione del Calendario Venatorio per il 2012/2013 e in attesa di un vertice previsto per il 5 settembre al ministero dell'Agricoltura, aveva decretato la deroga al periodo di caccia, anticipandolo «nonostante il palese stato di calamità naturale che ha visto la nostra regione primeggiare per numero di incendi e per siccità».
«Logica, buon senso e, soprattutto, pareri unanimi degli esperti - insiste Ranieri - concordano nell’affermare che le popolazioni animali, in caso di prolungate condizioni climatiche estreme, sono sottoposte ad enormi stress fisici; la situazione che si è creata in modo particolarmente evidente questa estate a seguito di siccità, alte temperature e incendi rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie».

SOSPENDERE DEL TUTTO L'ATTIVITA' - Non solo: la legge nazionale sulla caccia - all’art. 19 comma 1 - permette alle Regioni di sospendere la caccia in caso di particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche. «L’eccezionale periodo di siccità, le temperature altissime e i tanti incendi - dicono al Wwf - avrebbero suggerito, al contrario di quanto fatto dalla Regione Lazio, di sospendere l’attività venatoria anziché chiedere una deroga al calendario». Perciò le associazioni in difesa di ambiente e fauna rilanciano la richiesta di vietare la caccia nel prossimo autunno «affinché siano scongiurati i danni irreversibili agli ecosistemi».

Fonte: corriere.it del 30 agosto 2012


mercoledì 29 agosto 2012

Caccia: plauso delle Associazioni al Ministro Catania


Comunicato stampa WWF - LIPU - LEGAMBIENTE

CACCIA: PLAUSO DELLE ASSOCIAZIONI AL MINISTRO CATANIA
ORA ATTENDIAMO CHE IL CONSIGLIO DEI MINISTRI POSTICIPI LA STAGIONE VENATORIA CON UN PROVVEDIMENTO D’URGENZA

Legambiente, Lega Italiana Protezione Uccelli e WWF Italia condividono appieno le preoccupazioni del Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, che lo hanno indotto a chiedere il posticipo della stagione venatoria e invitiamo il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a coordinarsi per assumere le dovute iniziative.

Come ben evidenziato dal Ministro Catania la straordinarietà della condizioni climatiche, la siccità e gli incendi che sono divampati lungo tutto il territorio hanno prodotto un grave impatto sugli ambienti agricoli e forestali.
Circostanze che hanno determinato effetti drammatici per la fauna selvatica, sia a causa delle fiamme sia per la scarsità d’acqua e di risorse naturali necessarie per l’alimentazione degli animali, mangiate dal fuoco.

La straordinarietà degli eventi e le criticità che ne derivano chiama l’esigenza di un atto altrettanto straordinario: un provvedimento d’urgenza finalizzato al posticipo della stagione venatoria. Sarebbe una vera e propria sciagura, nelle condizioni date, aprire la caccia. Un impatto disastroso per la stabilità di popolazioni animali, in alcuni casi già estremamente vulnerabili.

Nonostante il parere non favorevole dell’ISPRA, l’Ente competente in materia, le Regioni hanno varato i calendari venatori prevedendo addirittura la cosiddetta pre-apertura, ossia il via libera anticipato alle doppiette: una prassi che colpisce un periodo delicato per molti animali ancora attenti alla cura dei giovani nati o in attesa della migrazione.

Da sempre le associazioni stigmatizzano tale prassi come irrispettosa della fauna e del dettato normativo europeo. Non cogliere però la necessità di tutela in una situazione così estrema verrebbe a configurarsi come una vera e propria barbarie. Facciamo appello dunque alle prerogative del Governo nazionale e dei Governi regionali al fine che con provvedimenti d’urgenza dispongano il posticipo della stagione venatoria, sino a quando le condizioni ambientali non consentano alla fauna selvatica di superare lo stress subito.

Per contro l'inerzia potrebbe comportare non solo un danno all'ambiente, ma anche erariale, dal momento che la fauna è “patrimonio indisponibile dello Stato”.

Si tratta di un atto di responsabilità di fronte alla Comunità internazionale per la quale siamo garanti di un patrimonio unico che sorvola e sosta nel nostro Paese, naturale ponte tra il nord Africa e il nord Europa.
Le associazioni sono liete di registrare la disponibilità dei cacciatori a proporsi come deterrente agli incendiari, come vedette sul territorio e certamente liberi dalla doppietta e con un leggero binocolo potranno meglio svolgere tale funzione.

29 Agosto 2012
Ufficio stampa WWF Italia tel 0684497265 - 0283133233 -3298315718

Il ministro Catania alle Regioni: "Stagione della caccia da rinviare"

Siccità e incendi, campagne stremate
"Stagione della caccia da rinviare"
Il ministro Catania alle Regioni: diamo tregua ai boschi. Le pre-aperture venatorie sono previste nei prossimi giorni: "La fauna è troppo vulnerabile"

ROMA - "L'apertura della stagione della caccia, là dove gli incendi sono stati più aggressivi, dovrebbe essere posticipata". Lo dice il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, dopo aver scorso l'ultimo bollettino del Corpo forestale: 108 roghi appiccati nella giornata di lunedì, la Costiera amalfitana attaccata ancora, ieri, attorno a Positano. Fiamme alte nel resto della Campania. I boschi d'Italia, stremati dalla siccità e da questo incendio che da ottanta giorni distrugge l'habitat di cinghiali e quaglie, volpi e tortore, ora devono aprirsi ai cacciatori. 

Nella gran parte delle regioni italiane, e in tutte quelle centro-meridionali straordinariamente colpite, sabato parte la stagione della caccia. Sono previste pre-aperture il primo settembre in Sicilia, toccata da devastanti incendi anche nelle sue riserve naturali, in Puglia, dove è stato colpito il Gargano, nella Campania in testa a ogni classifica, nel Lazio bruciato lungo le sue consolari, in Toscana (roghi di Scarlino, Marina di Grosseto, Pineta di San Rossore). 

Domenica 2, poi, si aprirà il tiro al coniglio selvatico e ai colombacci nella Sardegna patria degli incendiari più ostinati, nella Calabria con la Sila incenerita, nella Basilicata dove sono andati in fumo considerevoli tratti boschivi del Materano. Perché, si chiedono ambientalisti e animalisti, l'ex sottosegretario Michela Vittoria Brambilla e un luminare come Umberto Veronesi, in una stagione speciale e sinistra come il 2012 non si può rinviare l'apertura della caccia? Un paio di settimane, almeno, per lasciar ossigenare la macchia mediterranea da giornate che si stanno facendo più fresche. 

Il ministro Catania ha deciso che sosterrà questa linea - posticipare l'apertura della stagione venatoria nelle zone di crisi - nell'incontro fissato per il 5 settembre con tutti gli assessori regionali all'Agricoltura. Sono convocati a Roma per parlare di siccità. A Repubblica il ministro spiega: "Il momento burocratico, un calendario fissato da tempo, non deve prevalere sul momento naturale. I boschi italiani sono in uno stato penoso, se ne deve tenere conto. Lo si può fare in modo intelligente, nei territori dove i fuochi hanno colpito pesantemente, lasciando che siano le Regioni, nei loro poteri, a decidere, ma il calendario dei territori quest'anno chiede al calendario venatorio una pausa di riflessione". 

Per far sospendere la caccia nel Lazio il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, sta preparando una diffida nei confronti della presidente della Regione, Renata Polverini: "Consentire il regolare svolgimento della stagione, persino con le pre-aperture, vuol dire sferrare il colpo finale nei confronti di animali già in gravissime difficoltà". In Toscana, l'Istituto pubblico Ispra ha inviato una nota a tutte le Regioni in cui ha chiesto una stretta regolamentazione della caccia "per ridurre il rischio di gravi danni alle popolazioni selvatiche". 

Gli etologi parlano di stress fisico degli animali, aumento della mortalità di giovani e adulti, riduzione delle loro risorse alimentari e degli habitat disponibili. Nonostante questo, la giunta toscana ha autorizzato una giornata di pre-apertura (in alcune province sono diventate due, aggiungendosi il 4 settembre). E ha dato la possibilità a 82 comuni, l'anno scorso erano 66, di ospitare nei suoi boschi cacciatori di storni (uccelli considerati fortemente nocivi per l'agricoltura). Appelli per la sospensione della caccia sono stati inviati dalla Lipu, la Lega di protezione degli uccelli, al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani. 

Andrea Severi, presidente romano dell'Arci caccia, sostiene a difesa della categoria: "I nostri cacciatori nei boschi sono un deterrente agli incendiari, il primo controllo del territorio". E sei associazioni rappresentative hanno firmato un documento che chiede "di stringere le fila per rivendicare con più incisività la nostra identità e la cultura della caccia". 

martedì 28 agosto 2012

Tutela della fauna: Veneto regione “canaglia”

Gli animali superstiti della siccità sono condannati dalla preapertura della caccia, dai grossi cani da caccia di cacciatori totalmente insensibili alla conservazione della natura e da amministratori regionali che agiscono sotto la costante dettatura della lobby venatoria.

Il 17 agosto ho scritto una lettera al Presidente della Giunta Veneta Luca Zaia, all’Assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato e all’Assessore alla Protezione civile e alla caccia Daniele Stival. Avevo fatto presente che domenica scorsa, con l’apertura della stagione dell’allenamento dei cani da caccia si sarebbe dato il via a un’autentica strage: mammiferi e uccelli hanno ancora cuccioli e pulcini dipendenti dai genitori e gli animali in questo momento sono stremati dal caldo torrido e dalla siccità che ha investito il Veneto.

Nonostante l’appello la stagione è iniziata: gli animali sono perseguitati, rincorsi da grossi cani da caccia e dai cacciatori, senza acqua e senza cibo, perché anche gli insetti, le bacche e i semi, in questo momento scarseggiano. Gli uccelli fanno fatica anche a volare e scappare dai cani e dai cacciatori perché sono stremati, assetati, stressati. Quindi non manca solo l’acqua ma anche il cibo.

Eppure, gli amministratori veneti non fanno retromarcia e tra poco arriverà addirittura l’apertura anticipata della caccia, cosiddetta preapertura fissata in Veneto al primo settembre. Questo comportamento irrazionale e irresponsabile è la dimostrazione che la figura del cacciatore amante della natura e protettore dell’ambiente è puramente virtuale. È l’invenzione di una lobby che vuole continuare a esercitare i propri privilegi. Di fronte agli animali selvatici, stremati e morenti, dimostrano pura e totale insensibilità, menefreghismo allo stato puro. Il tutto con l’aggravante che esistono centinaia di areeappositamente previste dai Piani Faunistico Venatori dove i cacciatori potrebbero allenare i propri cani da caccia senza fare danni. Le associazioni venatorie si riempiono sempre la bocca di parole come dialogo e disponibilità a sentire le varie campane, ma nei fatti puntano solo a fare tessere e a fregarsene anche degli autorevoli pareri dell’ISPRA.

L’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) quest’anno, in tempi non sospetti per quanto riguarda la siccità, aveva scritto alla Regione Veneto che l’addestramento dei cani da caccia in agosto non si può fare perché ci sono troppi animali da svezzare che sono ancora dipendenti dai genitori. L’ISPRA lo aveva prescritto in una situazione di normalità, figuriamoci ora con mesi di assenza totale d’acqua e caldo torrido.

La Regione Veneto nelle figure del Governatore Zaia, dell’Assessore Manzato e dell’Assessore Stival non si sono nemmeno degnati di rispondere alla mia richiesta supportata dal parere espresso dalla circolare dell’ISPRA. Sono troppo abituati a scrivere le leggi sulla caccia sotto dettatura della lobby venatoria fregandosene delle leggi comunitarie, dei pareri tecnico-scientifici degli istituti competenti statali, della volontà dei cittadini da essere ormai diventati totalmente sordi. Lo dimostrano 10 anni di caccia in deroga ad uccelli protetti e ormai sempre più rari, con le relative continue violazioni della Direttiva “Uccelli”, sfociate nella sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea del novembre del 2010. Se dimostreranno di voler violare fino in fondo la Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE, che consente la caccia solo se questa non contrasta con la conservazione della fauna selvatica e la vieta per le specie con prole o ancora dipendenti dai genitori e non faranno la retromarcia che gli impone la legge, sarò costretto a denunciare il tutto alla Commissione Europea.

L’Europa ha già troppi conti aperti con il Veneto, ormai considerato a livello europeo una delle regioni "canaglia" (Dall’inglese “Rogue Region”) in tema di violazioni ala Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE.

Andrea Zanoni

Toscana. Legambiente e WWF: "No alla preapertura"


Caccia, Legambiente e WWF: "No alla preapertura"
Le associazioni ambientaliste scrivono alla Regione: "Da valutare la sospensione della caccia agli acquatici da appostamento e la proroga dell'apertura generale dell'attività venatoria"



Nelle ultime settimane la siccità nella nostra Regione non ha fatto altro che aggravarsi: oltre ai corsi d'acqua, ormai tutti in secca, hanno dato segno di sofferenza, oppure sono del tutto prosciugati, alcuni bacini idrici di notevole importanza, ultimo nella cronologia degli eventi il Lago di Santa Luce in Provincia di Pisa, prosciugatosi con conseguenze di vasta portata sulla fauna ittica e sull'avifauna.
L'attività venatoria, il cui inizio è ormai imminente, in queste condizioni ambientali finirebbe sicuramente per danneggiare in modo grave le popolazioni di animali selvatici tanto residenti che "di passo". Ancor peggio, si configurerebbe come un autentico accanimento ingiustificato (perché a favore di pochi e a danno della collettività) ed eticamente condannabile (non si spara agli assetati, e non si consente ad altri di farlo con una propria autorizzazione). Nello stesso modo in cui si riconosce l'eccezionalità della situazione per la produzione agricola, analogamente è necessario riconoscere l'eccezionale stress che stanno subendo gli ecosistemi.
Questa è opinione non soltanto nostra ma anche l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - ISPRA, organo sottoposto al diretto controllo della Presidenza del Consiglio dei ministri, il quale arriva a consigliare una posticipazione dell'apertura della caccia agli acquatici, il divieto della caccia da appostamento, la sospensione dell'attività di addestramento cani, e la posticipazione della caccia alla fauna stanziale.
Per questi motivi chiediamo alla Regione Toscana un atto di "adeguata gestione" del patrimonio collettivo: il rifiuto delle richieste di preapertura della attività venatoria, e l'immediata sospensione dell'attività di addestramento cani fintanto che non venga superata la attuale situazione di emergenza idrica.
Andrà poi valutata nelle prossime settimane l'eventualità della sospensione della caccia agli acquatici da appostamento e la proroga dell'apertura generale dell'attività venatoria, se permarrà la situazione di emergenza idrica generalizzata.
Qualora la Regione ritenesse infondate le osservazioni nostre e dell'ISPRA, chiediamo che la stessa almeno ne motivi le ragioni, assumendosi la responsabilità di una decisione che ha elevate probabilità di produrre danni rilevanti e irreversibili alla Fauna Selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato, pertanto di tutta la Collettività, "cacciatrice" o meno.
Marcello Demi, Presidente WWF Toscana
Fausto Ferruzza, Presidente Legambiente Toscana

domenica 26 agosto 2012

Abruzzo: annullare la pre-apertura della caccia dell'1 e 2 settembre


COMUNICATO STAMPA DEL 25 AGOSTO 2012

SICCITA', INCENDI E FAUNA: WWF CHIEDE ALLA REGIONE ABRUZZO DI ANNULLARE LA PRE-APERTURA DELLA CACCIA DELL'1 E 2 SETTEMBRE


Siccità, incendi e fauna. Il WWF: fermare la preapertura della caccia in Abruzzo. Situazione difficile per gli animali per la scarsità di acqua, l'associazione scrive alla Regione.
Dall'ISPRA un chiaro parere scientifico sulla necessità di non aggravare con l'attività venatoria la già difficile condizione della fauna.
La gravissima siccità di questi mesi e i numerosi incendi stanno mettendo a dura prova la fauna selvatica. Lo certifica un parere dell' Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione dell'Ambiente, massimo 
organo scientifico statale del settore in Italia. Per questo Il WWF ha inviato stamattina una nota urgente alla Regione Abruzzo affinché annulli la cosiddetta preapertura alla caccia programmata per il prossimo 1 e 2 settembre, anche in considerazione delle nuove previsioni meteo che indicano un innalzamento delle temperature la prossima settimana. L'associazione ha anche chiesto di interrompere l'addestramento dei cani, pratica che è stata avviata in Abruzzo il primo agosto, nonostante il parere negativo dell'ISPRA su questo punto del calendario venatorio approvato dalla Giunta Regionale.
Il WWF ha allegato alla richiesta alla Regione la recentissima nota dell'ISPRA, inviata all'eurodeputatoZanoni che aveva richiesto un parere sugli effetti sulla fauna della siccità in corso e l'impatto dell'attività venatoria in tali particolari condizioni.
Ebbene, l'ISPRA ha chiarito che la fauna selvatica è fortemente stressata per le condizioni ambientali di questo periodo. Per questo l'istituto ritiene opportuno sospendere le preaperture, l'addestramento cani e, se dovessero perdurare queste condizioni ambientali avverse, modificare anche il resto delle regole della stagione venatoria contenute nei calendari venatori (la lettera dell'ISPRA viene allegata al Comunicato).
Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo “Il nostro appello alla Regione è basato sul buon senso oltre che su un approccio scientifico rigoroso. Chi può immaginare di continuare a mandare come se 
nulla fosse migliaia di cacciatori a sparare alla fauna su un territorio danneggiato da siccità e incendi e con gli animali stremati da mesi di mancanza di piogge e dal fuoco? Il calendario venatorio varato dalla Regione Abruzzo contiene già numerose criticità che sarebbero censurabili in una stagione normale, poiché si consente un prelievo e una pressione del tutto insostenibile sulla preziosa fauna selvatica della nostra regione. In condizioni di grave crisi ambientale, certificata addirittura dallo stesso Assessore Febbo che ha richiesto lo 
stato di calamità naturale, però, tale situazione diviene completamente ed evidentemente inaccettabile Riteniamo, quindi, che l'assessore Febbo non possa far finta di nulla sugli effetti di tale situazione sulla fauna, visto che è competente sul calendario venatorio. Ricordiamo, infatti, che l'assessorato non è posto alla tutela degli interessi dei cacciatori ma alla conservazione per tutti i cittadini della fauna selvatica per la quale è possibile il prelievo venatorio. Dopo le numerose censure che la Regione Abruzzo ha ricevuto nei mesi scorsi da TAR e Corte Costituzionale sulla materia venatoria appare evidente la necessità di un cambio di rotta che purtroppo non sta avvenendo. Per questo il WWF sta lavorando in questi giorni per l'apertura di una vertenza caccia in Abruzzo a tutti i livelli, da quello amministrativo giudiziario a quello comunitario”.

«Fauna messa in crisi dalla siccità. Sospendete l'inizio della caccia»



LETTERA APERTA A GOVERNO E REGIONI DEL MOVIMENTO «LA COSCIENZA DEGLI ANIMALI»

«Fauna messa in crisi dalla siccità. Sospendete l'inizio della caccia»
L'appello degli ex ministri Brambilla e Veronesi, Margherita Hack, Susanna Tamaro, Dacia Maraini e altri firmatari

Proclamare lo stato di calamità naturale per la fauna selvatica, causato dalla siccità degli ultimi mesi, «con conseguenti provvedimenti di tutela» degli animali, la sospensione della stagione venatoria e l'adesione degli stessi cacciatori all'appello. È quanto chiedono - con una lettera aperta al presidente del Consiglio, ai presidenti delle Regioni e ai presidenti delle associazioni venatorie - i fondatori del movimento "La Coscienza degli animali", gli ex ministri Michela Vittoria Brambilla e Umberto Veronesi, e i garanti del suo Manifesto, Susanna Tamaro, Franco Zeffirelli, Elio Fiorucci, Vittorio Feltri, Edoardo Stoppa, Don Luigi Lorenzetti, Maurizio Costanzo e Dacia Maraini.

IL DRAMMA DELLA SICCITA' - «Sono sotto gli occhi di tutti le devastanti conseguenze che affliggono la natura e gli animali per la perdurante siccità di quest'anno», scrive il movimento. «Quando le fonti idriche sono ridotte e disperse, il maggior dispendio energetico necessario per raggiungerle rende più difficile la riproduzione ed è causa di elevata mortalità soprattutto tra gli individui più giovani, per i quali aumenta il rischio di contrarre malattie e di essere predati». In questa situazione, si legge ancora, «autorizzare l'attività venatoria equivarrebbe a infliggere il colpo di grazia ad intere generazioni di animali già falcidiate dalla siccità, violando la lettera e lo spirito della direttiva 147/2009 CE che consente la caccia solo se non danneggia le popolazioni di uccelli selvatici».
APPELLO ANCHE AI CACCIATORI - Di qui l’appello. “Ci rivolgiamo dunque a tutte le coscienze, secondo la responsabilità di ciascuno. per la fauna selvatica, con conseguenti provvedimenti di tutela e sostegno per le popolazioni in difficoltà; ai presidenti di Regioni perché si adoperino per non dare avvio alla stagione venatoria. E poiché quella delle preaperture, previste per i prossimi giorni, è caccia d’appostamento, la concentrazione degli uccelli intorno alle poche zone umide rimaste rischierebbe di trasformarla in un vero e proprio massacro. Una follia suicida. Lo sanno bene i cacciatori stessi ai quali chiediamo, se davvero amano la natura come dicono di amarla, di unirsi al nostro appello. Altrimenti – conclude la lettera - corrono il rischio di cacciare in un deserto».



Mancano all’appello numerose specie di animali


Mancano all’appello numerose specie di animali che si vedono normalmente in Italia
di Oscar Grazioli

Non so se anche voi ve ne siete accorti, ma mancano all’appello numerose comunissime specie di animali che si vedono normalmente, almeno qua da noi nella pianura Padana, nei prati, sugli scalini di una chiesa, sui balconi di casa. Sono le farfalle diurne e notturne, sono le lucertole, sono le volgari bisce d’acqua, sono gli insetti più usuali: api, vespe, calabroni, coleotteri vari. Una semplicissima osservazione: io ho due gatti e abito al secondo piano. Ogni estate decine di lucertole ci rimettono la coda e altrettante la vita, a causa del gatto maschio, predatore incallito di qualunque cosa strisci, saltelli o voli (con debita eccezione per api e vespe). Quest’anno è rimasto a bocca asciutta: qualche rara falena notturna, ma di lucertole ne abbiamo vista una sola, sul balcone, in tre mesi.
Alla periferia della mia città, vicino al Campovolo, c’è un piccolo fiumiciattolo dove mio padre, quand’ero bambino, mi portava ad acchiappare rane, salamandre, tritoni e bisce, visto che già allora mi dilettavo di animali e non avevo paura di nulla, eccettuati grossi ragni e scorpioni che tenevo a debita distanza. Ci passo ancora, quando ho un paio d’ore di tempo e mi metto lì con il binocolo perché c’è sempre qualcosa da vedere. Non come allora (magari!), ma, con un po’ di fortuna, si può vedere una natrice tessellata a caccia di una rana. Due giorni fa ci sono passato ed è tutto secco, inaridito, una sterpaglia di radici secche e basta. Nessun segno di vita. Non vedo più neanche i merli e non sento cantare, la mattina, l’usignolo o la capinera, ma neanche il passero. Tuba qualche tortora e sento il verso aspro del picchio verde. Non vedo più i gufetti che si nascondono, stando immobili di giorno, sui rami dei platani. I campi, i prati, i boschetti sono riarsi, hanno un colore giallo brillante che denuncia carenze, malattie, sete. Il colore dell’itterizia fatale, colpisce anche vecchie piante le cui foglie si accartocciano e si sbriciolano tra le mani. Non c’è bisogno di essere dei botanici, degli zoologi o degli agricoltori, per capire che nel Veneto come in Emilia, in Toscana come in Campani, nel Lazio come in Sicilia quest’estate torrida e senza pioggia sta creando incalcolabili danni a flora e fauna.
Ho parlato, in questi giorni, con alcuni cacciatori. I più seri. si rifiutano di partecipare alle cosiddette preaperture, quelle cacce anticipate ai primi di settembre che le lobby dei cacciatori, nel tempo, hanno strappato a politici senza palle. Altri se ne fregano della siccità e non vedono l’ora di sparare ad alzavole, marzaiole, beccaccini, merli e un’altra dozzina di specie di uccelli, oltre a camoscio, volpe, cinghiale e altri mammiferi. Si tratta di animali messi duramente a prova dalla mancanza di acqua e cibo, alcuni dei quali hanno ancora i piccoli in svezzamento. Cosa ci vorrebbe ad avere un po’ di buon senso, oltre che di umanità, nel riconoscere che sparare in queste condizioni è una sorta di omicidio di primo grado? Cosa ci vorrebbe a dire”D’accordo tutti: lasciamoli stare per il mese di settembre quando (speriamo) arriveranno pioggia fresco a ritemprare fisici (anche i nostri) ormai spossati? Poi imbracceremo i nostri fucili.”
Ma non accade nulla di tutto ciò. Il buonsenso è merce rara. A parte qualche regione bloccata dal TAR (Campania), le altre permetteranno il massacro, rendendo sempre più impari il duello tra un fucile automatico (sì, va bene “semi” per i puristi) e ali o zoccoli ormai sfiniti da fame e sete. Amen.
24 agosto 2012

sabato 25 agosto 2012

Apertura della caccia con la siccità: l’ISPRA dà ragione a Zanoni


Comunicato stampa del 24 agosto 2012

Apertura della caccia con la siccità: l’ISPRA dà ragione a Zanoni

La stagione venatoria è alle porte, l’addestramento dei cani da caccia è iniziato domenica e il primo settembre c’è la preapertura della caccia. L’Eurodeputato IdV Andrea Zanoni ha affermato: «La Regione rimane sorda alle sofferenze della fauna selvatica, stremata dalla siccità. È un vero e proprio massacro. L’Ispra in risposta ad un mio quesito conferma in modo perentorio il grave danno dell’addestramento cani e della preapertura della caccia»
Il 17 agosto, Andrea Zanoni, Eurodeputato Idv e vice Presidente dell’intergruppo per il Benessere degli animali al Parlamento Europeo, aveva scritto al presidente della Giunta Luca Zaia, all’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato e all’Assessore alla Protezione civile e alla caccia Daniele Stival, affinché la Regione rimandasse la stagione dell’addestramento dei cani da caccia, iniziata invece domenica scorsa. Aveva chiesto, inoltre, di evitare la preapertura della stagione venatoria, fissata per il primo settembre e di posticipare l’apertura generale della caccia prevista il 16 settembre.
Le misure di restrizione all’attività venatoria sono necessarie, per l’Onorevole Zanoni, vista la drammatica situazione climatica e ambientale. La stessa Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE consente l’attività di caccia solo se non danneggia le popolazioni di uccelli selvatici e la Regione, secondo la legge Regionale sulla caccia 50/1993, può vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali e climatiche. Ad avvalorare ora la richiesta di misure cautelative dell’Europarlamentare Zanoni è arrivata la risposta dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) ad un suo preciso quesito datata 23 agosto 2012 ed avente per oggetto “Limitazioni dell’attività venatoria in relazione alla situazione climatica esistente”.


Nel parere dell’istituto tecnico scientifico riconosciuto dallo Stato e previsto dalla legge 157, si legge che il perdurare di condizioni climatiche estreme fa sì che lo stato fisico degli individui appartenenti alle specie selvatiche dei mammiferi e degli uccelli sia peggiore rispetto alle annate normali in quanto sottoposti ad un enorme stress fisico. Alla forte siccità e alle temperature assai elevate, si è aggiunta la totale e prolungata mancanza di rugiada notturna che rappresenta normalmente un’importante fonte idrica per la fauna. La situazione che si è creata rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie. Il maggior dispendio energetico per raggiungere le fonti idriche ridotte e fortemente disperse riduce il successo riproduttivo e aumenta la mortalità di giovani e adulti, in quanto maggiormente esposti al rischio di contrarre malattie e di essere predati.

Alla siccità si aggiunge l’estrema difficoltà di alimentarsi per la riduzione di bacche, semi e insetti. Gli animali erbivori incontrano problemi a nutrirsi quando scarseggia l’acqua che è in grado anche di compensare il basso tenore idrico presente nei tessuti vegetali in questa situazione critica.

Come se non bastasse, l’ISPRA sottolinea la sparizione di habitat legati agli ecosistemi acquatici, il prosciugamento delle zone paludose con il conseguente concentramento di uccelli in poche zone ancora allagate.

«In questo drammatico quadro ambientale - ha spiegato Zanoni - l’ISPRA ritiene necessario sospendere immediatamente la stagione di addestramento dei cani da caccia, purtroppo già iniziata. Per la caccia da appostamento, la crisi idrica secondo l’Istituto ne impone il divieto, perché può causare stragi di uccelli che si concentrano sui pochi luoghi con acqua. Il divieto è da ritenersi necessario soprattutto perché la caccia da appostamento è prevista per la preapertura al primo settembre, come ha deciso il Veneto per la tortora e altre specie. Per la caccia agli uccelli acquatici, vista la riduzione delle aree umide deve essere posticipata almeno all’inizio di ottobre per gli Anatidi e le altre specie palustri. Per le specie stanziali, inoltre, è necessario ridurre il periodo di caccia o limitare il carniere consentito. Infine, secondo l’ISPRA è opportuno aprire la stagione venatoria il primo ottobre e non il 16 settembre. Ho trasmesso subito questo parere alla Regione sperando che faccia prevalere una volta tanto gli interessi di conservazione della fauna selvatica su quelli di una sparuta minoranza, i cacciatori, totalmente insensibile allo stato disastroso in cui si trova oggi la fauna selvatica».

Ufficio Stampa On. Andrea Zanoni
Tel (Bruxelles) +32 (0)2 284 56 04
Tel (Italia) +39 0422 59 11 19


giovedì 23 agosto 2012

Siccità nelle Marche, richiesto il posticipo della stagione venatoria

La LAC, l’Ass. Lupus in Fabula, il WWF Marche, l’Ass. Amici Animali di Osimo e l’Ass. Vittime della Caccia, l’Ass. VAS, in considerazione delle eccezionali e drammatiche condizioni climatiche, caratterizzate da altissime temperature e assenza di piogge, che si stanno ormai protraendo sulle Marche da mesi, ai sensi del comma 1 dell'art. 19 della Legge 157/92, chiedono ufficialmente al Presidente Spacca ed all’Assessore alla caccia Eusebi, l’annullamento dell’apertura anticipata della stagione venatoria 2012 – 2013, che era stata fissata al prossimo 1 settembre.

Le associazioni animaliste ed ambientaliste denunciano infatti che il prolungarsi della siccità sulle Marche, oltre a favorire gli incendi, con conseguente distruzione degli habitat naturali, ha determinato anche una forte limitazione delle produzioni agricole e quindi una penuria delle risorse alimentari ed idriche per tutti gli animali selvatici. Essi quindi diventerebbero un facile bersaglio per le doppiette lungo i pochi corsi d'acqua o laghi in cui c'è ancora acqua.

Questa cronica situazione, oltretutto, ha causato una drastica diminuzione della natalità in molte specie, ma anche l’incremento della mortalità nei giovani di piccola "selvaggina" come le lepri, fagiani, starne e nei confronti delle tortore, la cui caccia è la principale motivazione dell’anticipo dell’apertura della stagione venatoria nella nostra Regione.

La preapertura, quindi, è a tutti gli effetti una “deroga” alla legge sulla caccia particolarmente deleteria, che dovrebbe essere applicata solo in casi eccezionali, ma che invece ormai è diventata una regola. Cacciare ai primi di settembre, infatti, ha un gravissimo impatto sulla fauna anche per altri motivi: perché si è in un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico di molte specie, in quanto molti individui giovani non sono ancora maturi. Inoltre si spara quando sul nostro territorio sono presenti ancora molte specie protette migratrici, che possono così essere oggetto di sicuro disturbo, ma anche di possibile abbattimento.

Si tratta quindi dell'ennesima conferma di come la gestione della caccia nelle Marche, come nel resto d’Italia, viene fatta non sulla base dei dati scientifici e dei pareri degli esperti, ma semplicemente sulla base delle esigenze dei cacciatori. Le associazioni chiedono, a questo proposito, anche la convocazione urgente della Commissione venatoria regionale.
Si allega il parere ISPRA (ex INFS) sull’impatto di incendi e siccità sulla fauna selvatica.

Per la LAC - Lega per l’Abolizione della Caccia – Il Presidente Carlo Consiglio
Per l’Associazione Lupus in Fabula – Il Presidente Flavio Angelini
Per il WWF Marche – Il Presidente Jacopo Angelini
Per l’Associazione Amici degli Animali di Osimo – La Presidente Cesarina Sabbatini
Per l’Associazione Vittime della Caccia – La Presidente Daniela Casprini
Per l’Associazione VAS - Verdi Ambiente e Società – Il Presidente Guido Pollice


da Danilo Baldini
Delegato responsabile della LAC per le Marche

Sicilia: cartello associazioni impugna davanti a Tar calendario venatorio


Palermo, 22 ago. - (Adnkronos) - Le associazioni ambientaliste Cai, Legambiente, Lipu, Man e Wwf impugnano dinnanzi al Tar Palermo il calendario venatorio 2012-2013, recentemente emanato dall'assessore regionale alle Risorse agricole, Francesco Aiello. "Si tratta - dicono Mario Vaccarella del Cai, Angelo Dimarca di Legambiente, Nino Provenza della Lipu, Deborah Ricciardi del Man e Francesco Alaimo del Wwf - del peggiore degli ultimi anni, emanato in insanabile contrasto con la normativa nazionale e comunitaria in materia di conservazione della fauna e in dispregio di precedenti sentenze del Tar Sicilia e del Consiglio di giustizia amministrativa".

Le associazioni ambientaliste denunciano che e' stata prevista l'apertura della stagione venatoria "nonostante l'assenza del Piano regionale faunistico venatorio, consentendo la caccia nei Siti di importanza comunitaria senza la preventiva valutazione di incidenza ambientale obbligatoria per legge, e disattentendo su punti importanti il parere dell'Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale) del Ministero dell'Ambiente". Cai, Legambiente, Lipu, Man e Wwf chiederanno al Tar un provvedimento urgente per scongiurare la preapertura prevista per il 1° settembre ed al contempo sollecitano "un urgente intervento dell'assessore regionale all'ambiente Alessandro Arico' affinche' vengano tutelati i siti Natura 2000 e sottoposto a
valutazione di incidenza il calendario venatorio".
(22 agosto 2012 ore 18.48)

mercoledì 22 agosto 2012

Il TAR sospende la pre-apertura in Campania


REPUBBLICA ITALIANA
Tribunale Amministrativo Regionale della Campania
(Sezione Prima)

Il Presidente
ha pronunciato il presente
DECRETO
sul ricorso numero di registro generale 3776 del 2012, proposto da:
W.W.F. Italia O.N.G.- O.N.L.U.S., rappresentata e difesa dall'avv. Maurizio Balletta, con domicilio eletto presso il medesimo in Napoli, via Cammarano 25 c/o W.W.F.;
contro
Regione Campania;
per l'annullamento
previa sospensione dell'efficacia,
delibera della G.R. Campania n. 361 del 17.7.2012 recante l'approvazione del calendario venatorio regionale per il triennio 2012/2015 - calendario per l'annata venatoria 2012/2013..

Visti il ricorso e i relativi allegati;

Vista l'istanza di misure cautelari monocratiche proposta dal ricorrente, ai sensi dell'art. 56 cod. proc. amm.;

considerate le censure mosse con il primo e il secondo motivo avverso il provvedimento gravato;

rilevato che nel calendario venatorio per il triennio 2012-2015, allegato al provvedimento impugnato, si prevede la preapertura nei giorni 1,2,5,12 e 13 settembre p.v. dell’esercizio venatorio relativamente alla specie tortora;

ravvisata pertanto l’eccezionale gravità ed urgenza tale da non consentire la dilazione fino alla prossima Camera di consiglio utile fissata per il giorno 12.9.2012.

P.Q.M.

Accoglie la domanda di misura cautelare provvisoria e per l’effetto sospende il calendario venatorio regionale approvato con la delibera n. 361/2012 limitatamente alla preapertura fino alla prossima Camera di consiglio del 12.9.2012.

Fissa per la trattazione collegiale la Camera di consiglio del 12.9.2012.
Il presente Decreto sarà eseguito dall'Amministrazione ed è depositato presso la Segreteria del Tribunale che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Napoli il giorno 21 agosto 2012.

martedì 21 agosto 2012

Veneto. La LAV a Zaia: revocare l’apertura della stagione venatoria

ROMA - La LAV chiede al Presidente della Regione Veneto Luca Zaia di revocare l'apertura della stagione venatoria, a tutela della fauna già provata dall'attuale emergenza siccità.


I bollettini dell’ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) non lasciano spazio ad interpretazioni: a livello di bacino idrografico veneto, rispetto alla media 1994-2011, si registra un forte deficit pluviometrico con apporti talvolta al minimo storico. Una situazione di gravissima siccità, confermata dall’allarme lanciato dalle associazioni degli agricoltori che lamentano ingenti danni alla produzione, rilevati anche dall’amministrazione regionale e statale.

Un quadro ambientale oltremodo preoccupante, le cui ricadute negative non si limitano solamente alla produzione agricola, ma creano un danno enorme ad ogni forma di vita, vegetale e animale.

Le risorse vegetali costituiscono la base del nutrimento di molte specie animali che, a loro volta, rappresentano una fonte alimentare per i predatori presenti sul territorio, è evidente quindi che la riduzione delle risorse vegetali, crea un danno «a cascata»a tutte le specie animali. Uccelli compresi, sia granivori, che patiscono direttamente la mancanza di risorse alimentari vegetali, sia insettivori che faticano a reperire nutrimento in acquitrini asciutti da tempo e tra le crepe della terra assetata. A peggiorare ulteriormente il quadro ambientale, ci pensano anche i cacciatori che, fra poco più di dieci giorni, imbracceranno le loro doppiette e scaricheranno quintali di piombo su animali resi ancor più indifesi dalle grandi quantità di energie spese per la ricerca del cibo. Ma la fauna selvatica è tutelata dallo Stato in quanto patrimonio indisponibile di tutti i cittadini, non solo di quella risicata minoranza rappresentata dai cacciatori, e quando vi è conflitto tra attività venatoria e tutela degli animali è quest’ultima che deve prevalere sulla prima.

Così hanno disposto il legislatore nazionale e regionale che, nelle rispettive leggi sulla caccia, hanno previsto la possibilità, per il Presidente della Giunta Regionale, di vietare o ridurre la caccia a determinate specie per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche.

«Facciamo appello al presidente Zaia perché applichi senza esitazione le competenze che la legge sulla tutela degli animali gli ha demandato – dichiara Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della LAV –la revoca dell’apertura della stagione venatoria è uno dei tanti provvedimenti che devono essere messi in campo per limitare le drammatiche conseguenze dell’emergenza siccità che ha colpito la regione Veneto».

Ma non solo l’apertura della caccia, intesa come atto violento nei confronti di animali indifesi, deve essere sospesa, anche l’attività di addestramento cani, che in Veneto si avvia domenica 19 agosto, non può avere corso. I cani da caccia, dopo mesi di reclusione negli angusti canili dei cacciatori, con la loro invasiva presenza costituiscono un ulteriore grave pericolo per gli animali, soprattutto per i piccoli ancora in fase di dipendenza parentale.

«Sono convinto che anche gli stessi cacciatori, che non perdono occasione per definirsi ambientalisti e difensori degli animali – conclude Vitturi - non potranno che concordare con le richieste della LAV».

Ora hanno l’occasione per dimostrare concretamente che le loro non sono affermazioni prive di senso e che la figura del cacciatore/ambientalista non è puramente virtuale. Diano quindi un segnale chiaro richiedendo al presidente Zaia la revoca dell’apertura della stagione venatoria, astenendosi volontariamente dall’imbracciare i fucili e dall’addestramento dei cani.

lunedì 6 agosto 2012

Il Tar sospende il calendario venatorio veneto

Caccia, il Tar sospende il calendario venatorio veneto

Caccia, il Tar sospende il calendario venatorio veneto
In particolare, sono state sospese le parti relative alla pre-apertura della caccia alle specie merlo e tortora, l'addestramento dei cani da caccia e le 2 giornate aggiuntive per la caccia agli uccelli migratori


Potrebbe interessarti:http://www.vicenzatoday.it/cronaca/caccia-calendario-venatorio-veneto-sospeso-tar.html
Leggi le altre notizie su:http://www.vicenzatoday.it/o seguici su Facebook:http://www.facebook.com/pages/VicenzaToday/212021655498004

Con il Decreto 472 del primo agosto scorso, reso pubblico solo oggi, inaudita altera parte il Presidente del TAR, Tribunale Amministrativo Regionale, ha sospeso il calendario venatorio veneto per la stagione 2012/2013. In particolare, sono state sospese le parti relative alla pre-apertura della caccia alle specie Merlo e Tortora, oltre all'addestramento e all'allenamento dei cani da caccia e, infine, le 2 giornate aggiuntive per la caccia agli uccelli migratori nei mesi di ottobre e novembre.


Il ricorso contro la delibera della Regione Veneto n. 1130 del 12 giugno 2012 era stato presentato dall'associazione Vittime della Caccia. Il presidente del TAR ha riconosciuto il requisito della particolare urgenza, sospendendo il Calendario Venatorio fino alla Camera di Consiglio prevista per il 13 settembre. Impedendo così alla Regione di attuare il solito trucchetto consistente nell'approvare una nuova delibera fotocopia di quella bocciata. Le parti sospese relative alla pre-apertura al Merlo e alla Tortora, alle 2 giornate aggiuntive per la sola caccia alla fauna migratoria da appostamento nei mesi di ottobre e novembre e all'addestramento dei cani da caccia dalla terza domenica di agosto alla seconda di settembre si discostano, come si legge nella motivazione del Decreto, dal parere dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione ambientale). Caccia, il Tar sospende il calendario venatorio veneto„

Andrea Zanoni, Europarlamentare IdV, vice Presidente dell'intergruppo sul Benessere degli animali al Parlamento Europeo, nonché Presidente veneto della LAC ha affermato: «La pronuncia del Presidente del Tar dimostra che la Regione Veneto, in totale disprezzo del parere dell'ISPRA, ha voluto forzare la mano legiferando in contrasto alle direttive di questo Istituto tecnico scientifico riconosciuto dalla Stato. Sembra che le sentenze di condanna della Corte di Giustizia Europea per la violazione della Direttiva Uccelli non abbiano insegnato nulla alla Giunta Zaia che continua ad operare a favore dell'insignificante lobby dei cacciatori e contro gli interessi della maggioranza dei cittadini veneti e del nostro patrimonio ambientale. I cacciatori veneti, quindi, rimarranno a bocca asciutta per quanto riguarda l'addestramento dei loro cani e non potranno sparare a Merlo e Tortora nella prima metà del mese di settembre, inoltre non potranno usufruire delle due giornate regalo di caccia tra ottobre e novembre".

Fonte: vicenzatoday.it del 02 agosto 2012



Potrebbe interessarti:http://www.vicenzatoday.it/cronaca/caccia-calendario-venatorio-veneto-sospeso-tar.html
Leggi le altre notizie su:http://www.vicenzatoday.it/o seguici su Facebook:http://www.facebook.com/pages/VicenzaToday/212021655498004

giovedì 2 agosto 2012

Caporale (Verdi): a caccia chiusa occorre ritirare tutti i fucili


COMUNICATO STAMPA

E’ UN BRACCONIERE L’ASSASINO DI CASALBORDINO

CAPORALE: “ABRUZZO PAESE DEL BENGODI – SENZA CONTROLLI - OGNUNO FA CIO’ CHE VUOLE: BRACCONAGGIO E OMICIDI.

A CACCIA CHIUSA OCCORRE RITIRARE TUTTI I FUCILI!”

E’ stato individuato il bracconiere che domenica sera ha sparato il colpo mortale contro Gabriele Di Tullio. L'omicida messo alle strette dal sostituto procuratore della Repubblica, Giancarlo Ciani, ha confessato ieri sera al termine di un lungo interrogatorio in Procura. L'uomo, un agricoltore cinquantenne con la passione della caccia, amico della vittima, pensava di aver colpito un cinghiale. Quando ha compreso il tragico errore è fuggito terrorizzato e sconvolto.Ora dovrà rispondere anche di omissione di soccorso (da “Il Centro” online).
Dichiarazione di Walter Caporale, Capogruppo dei VERDi al Consiglio regionale:
Andare a caccia quando non si può è reato: ma nel paese del Bengodi (l’Abruzzo) questo è possibile a causa dell’assoluta assenza di uomini e mezzi preposti al controllo in materia di caccia. Controlli che a causa della scarsità del personale non sono possibili durante i periodi di caccia figuriamoci a stagione chiusa. La caccia notturna è vietata tutto l’anno e il reato di bracconaggio dovrebbe essere maggiore se commesso nei periodi di chiusura della caccia.
Credo sia il caso -in attesa di migliorare il servizio di sorveglianza e di potenziare i Comandi provinciali della Guardia Forestale dello Stato ed i comandi di Polizia Provinciale, preposti al controllo venatorio- di procedere ai ritiro delle armi da caccia nel periodo in cui la stagione venatoria è chiusa.
Proprio in questi giorni è stato approvato dalla Giunta regionale abruzzese il ‘Calendario Venatorio’ per la stagione di caccia 2012-2013 e come ogni anno le associazioni animaliste saranno costrette a fare ricorsi perchè il documento piuttosto che amministrare la fauna selvatica gestisce gli interessi dei cacciatori.
Questo increscioso evento, che ha visto una vittima umana da bracconaggio, ha dimostrato che si potrebbe approvare il calendario venatorio migliore al mondo -rispettoso delle specie faunistiche, dei periodi, degli orari- ma tanto in queste condizioni ognuno continuerebbe a fare ciò che vuole e l’omicidio di Casalbordino ha fatto emergere questo annoso problema del mancato controllo in materia di caccia”.
L’Aquila, 2 agosto 2012

Gruppo Consiliare "VERDI" Regione Abruzzo Via Jacobucci,4 - 67100 L'Aquila –